La costruzione di una BOHEME 33
di Daniele &  Fausto
(Lavori in corso)
 
Falconara, dall'inviato specialissimo Mario Marti

  
Bohème
Da questa parola, ormai in disuso, ha estratto solo i valori relativi alla libertà ed alla mancanzs di vincoli, il progettista francese di questa  barca di 33 piedi, che l' ha costruita e verificata con un paio di traversate atlantiche.  E dalla pubblicazione di un trafiletto su Bolina, alla lettura della prova in mare pubblicata da Voiles nel novembre del 2000, prendeva forma nella mente dei due uomini dal braccio d'oro di Falconara un solo pensiero: "Famola!"
Due sprovveduti? Due sognatori? Fondamentalmente due che -come me- accettano malvolentieri i vincoli imposti dalle barche a chiglia fissa. Alle loro spalle ci sono alcune tra le più belle piccole barche autocostruite da non professionisti, ultima tra le quali un trimarano di 26 piedi, costruito in lamellare  su piani di Ian Farrier, cogli scafi laterali retrattili ed un albero che tocca il cielo.
E così, fatta una mano di conti, avuti dal Cantiere licenziatario (Francia del Nord) permesso  piani ed albero, affittato a prezzo amico un capannone  poco distante da casa (un  incredibile colpo di c... fortuna!), acquistata una partita di listelli  di Western Red Cedar (oh Yeah) spessore 17 per 45 per tutta lunghezza (12 m.circa) ed un numero adeguato di tavole di truciolare, fatti numerosi giuramenti alle mogli e dimostratisi straordinariamente affettuosi per qualche giorno davano il via ai lavori.
Ma che cosa ha questa barca che una moglie non abbia?
Il modello mette in evidenza delle linee molto armoniose ed avviate, con la larghezza massima da mezzanave a poppa: linee che farebbero inorridire Sciarrelli ma piacerebbero a Santarelli, linee da  barca planante, progettualmente modernissima, una deriva.
Imbarcazione: Bohème 33
Loa 9,95
Beam 3,15 
disloca 3000 kg di cui 1100 di zavorra in sentina
Architetto .J.Duperon
Cantiere Naval Force 3 La Rochelle

Gli uomini dal braccio d'oro sono i soliti Daniele e Fausto ben noti al folto pubblico del Cantierino
 


 

Una forte caratterizzazione viene data dalla presenza di due derive pianoconvesse, evidenti nella foto con l'homme qui rit, dove è visibile anche il nome del tipo(Bohème 33),
e dei due timoni -secondo me inadeguati alle straorze cui questa barca potrebbe essere soggetta (piccolo cattiveria da invidioso)- nonchè  dal motore fuoribordo centrale, un ottimo 9,9 quattro t. con elica da spinta.
Condivisibile la rotaia del fiocco autovirante, meno le drizze murate da modesti strozzascotte,  anzichè da stopper serviti da winch a valle: una soluzione più adatta al mio Vincent di m.6 che a questa bellissima orca.
L'albero sembra adeguato ad un piano velico non esasperato, ed il boma è servito da un bel wang meccanico , Il wc è aeronautico.
Assenti, ma da pensarci su, due volanti non strutturali che aiutino l'albero in presenza di onda ed altrimenti riposino al suo piede, mentre è presente un roll-bar che regge i pannelli solari (che potrebbe benissimo essere sostituito dagli stessi applicati in coperta, coadiuvati eventualmente da un eolico

Questa è la fotocronaca in progress della loro fatica. Data presunta di completamento scafo: settembre c.a. Prima navigazione: primavera 2003. Ci saremo.


I piani di costruzione


L'autocostruttore coscenzioso prima costruisce il modello....


...ben dettagliato così si rende conto del lavoro da fare


...quindi comincia l'avventura in scala reale


Daniele medita tra le dime.......








Luglio 2002:
Non ci sono più dime tra cui giocare: ora l'Orca si mostra.
La bellissima prua, pressochè completa, è priva del musone in acciaio inox: l'attacco strallo è stato posizionato all'interno e scarica gli sforzi su tutto il dritto prodiero.
Le  linee di poppa, evidenziate dalla forma dello specchio, mostrano chiaramente l'attitudine alla planata da vera deriva moderna.
 

Il colore giallo dell'opera morta è un fondo da carteggiare e verniciare: il nero dell'opera viva è un'antivegetativa "strutturale" su cui tornare ad esperimento concluso.
Le appendici sono ad alto allungamento : i timoni, biconvessi, in carbonio; le derive, pianoconvesse, in cpm/epoxy .
 

Le ultime -per il momento- foto mostrano il lavoro di ricopertura delle lamelle fiancata sx e dello specchio di poppa: ci sono voluti 13 strati di tessuto dai 300 ai 600 grammi, con ricopertura integrale di kevlar dell'opera viva e fazzoletti di carbonio sulle aree stressate dalle derive per ottenere questo monolito; ciononostante la barca peserà meno di quanto progettato, con la possibilità di incrementare la zavorra in pb, a tutto vantaggio della stabilità, o di lasciarla inalterata, a vantaggio della velocità.
 

 
 

Novembre 2002
 
barca fuori capannone-verifica punti di presa
inizia la manovra di sollevamento
Inizia la rotazione
a metà dell'opera, le cime a destra e a sinistra regolano la velocità di rotazione funzionando come freni
i due invasi poggiano su dime circolari in legno che consentono la rotazione
a rotazione è alla fine; l'energumeno che si dimena a sx è Fausto
operazione conclusa. Si ripongono le cime e si tira un sospiro di sollievo
Bohème viene offerta  in tutta la sua eleganza agli occhi degli spettatori
si centra la barca per dare inizio all'operazione di rientro nel capannone
foto ricordo prima del reingresso.Daniele è al mascone prodiero di sx, la testa di Fausto spunta a dx tra le dime
rientro concluso; notare il paso doble di Daniele -in tuta blu di spalle-.
tre momenti di puro godimento (la supremazia estetico-olfattiva del cedro a vista). la bellissima prua
la fuga delle lamelle verso prua

vista scafo da tre quarti posteriore sx. sulla poppa la scritta "quel matto de Pio", un supporter falconarese
ora, modello alla mano, si riempiono i vuoti. Si noti l'ampio lazzaretto poppiero, il pozzetto, i gavoni laterali
nasce il pozzetto, coi supporti del piano gavone di dx
il piano gavone poppiero dx è posato
si formano gli ambienti. Il tessuto è  il peelply,distribuisce l'epossidica in modo uniforme, raccoglie l'eccesso,non si attacca
L'impalcatura delle casse di deriva
il dolmen  è destinato a contenere  due derive pianoconvesse ad alta efficienza. 

Ciao Gi'
per il momento è tutto.
Potresti fare tu due commenti a cappello e conclusione?
Ciao
Mario Marti

Caro  ed efficientissimo inviato speciale, il tuo editore (cioè :io) non ha parole per commentare....
Complimenti per l'ottimo servizio e i puntuali commenti: mi sembrava di percepire le essenze delle lamelle.
Più che un commento - e Daniele e Fausto non ne hanno bisogno - vorrei trasmetterVi un pensierino... Pensavo al piccolo autocostruttore, un po' imbranato (come me, ad esempio) che dopo essersi guardato e riguardato le foto della rotazione se ne va a letto sognando di essere Lui quello in tuta blu che grida ai forzuti con la corda in tensione:-"Piano, Piano, adesso cosi!...Piano....Ecco! Ancora un po', Piano..... Ehi laggiù: molla ...hai capito? MOLLA!....."
Bravi tutti! adesso vediamo gli interni....Buon Lavoro, UOMINI DAL BRACCIO D'ORO!
L'editore


Dicembre 2002
 
Impostati gli interni, gli Uomini dal braccio d'oro procedono alla formazione della semicoperta di destra (qui nella delicata fase della stuccatura interlamellare)
la semicoperta di sinistra, invece, è già stata resinata ed il peelply provvede alla distribuzione omogenea dell'epossidica  e all'assorbimento dell'eccesso.

 
 
Le panche del pozzetto sono state fissate e risultano essere ergonomiche leggere e robustissime (come tutto il resto).

 
 
I due personaggi che fingono di essere sorpresi dalla macchina fotografica sono Fausto - a dx- e il nostro amato Webmaster, peraltro leggermente ingrassato. 
Mario Marti

 
 
webmaster:
Poichè avevo con me l'Istamatic della Prima Comunione ho approfittato anch'io per prendere qualche foto.
Potete osservare Fausto (parzialmente coperto da Daniele) che stucca con resina e sfere rosse lo spazio tra le lamelle mentre Daniele fissa con viti  dei fazzoletti  (da rimuovere a resina tirata) tra le lamelle per pareggiarne l'andamento.

 
 
Mentre la stesura delle strisce di cedro della carena è avvenuta su ordinate complete, la costruzione della coperta si avvale di semiordinate dando origine a due semicoperte. Nella foto potete osservare le semiordinate ricoperte sullo spigolo di nastro da pacchi (per non farle incollare alle strisce) fissate su due robusti travi che costituiscono lo scalo.
Le fasi del lavoro sono:
-si sistemano le semiordinate
-si stendono le strisce di cedro resinandole e stuccandole tra loro e fermandole di tanto in tanto con qualche vite e qualche fazzoletto(come nella foto sopra)
-Una volta tirata la resina, il fascio di strisce è stabile e viene ricoperto all'esterno (giacendo sempre sulle semiordinate) della pelle di tessuto e resina e ricoperto con peel-ply
-Completata la polimerizzazione della pelle esterna si rivolta il monolito e si stende la pelle interna.

 
 
In questa foto avreste dovuto notare sulla semicoperta di sx (resinatura già completa) un leggero scalino in prossimità della cinta. Dico "avreste" perchè l'Istamatic ovviamente non è la Yashica di Mario - accontentatevi!
Allo scalino sulla coperta ne corrisponde uno sulla fiancata. Questo spessore sarà riempito da vari nastri allo scopo di rinforzare la giunzione scafo-coperta. Per la giunzione delle parti è previsto un incollaggio strutturale a base di epossidica.

 
 
Un altro particolare da notare è questo rinforzo della zona lande. Sono state stese delle linee di nastro unidirezionale in carbonio allo scopo di ridistribuire gli sforzi del sartiame.

 
 
Come sapete il Boheme è dotato di due derive asimmetriche a baionetta. Quella che vedete é la cassa della deriva di dritta. Notate la generosa fasciatura della parte soggetta a sforzo e la resinatura alle due paratie. In basso, si scorge appena, la paratia è accompagnata da una robusta sesta in lamellare.

 
 
Altro particolare importante é l'interno della cassa di deriva. Questa è sempre quella di dritta. Notate l'andamento asimmetrico ed in particolare le strisce di materiale anti-usura che deve appoggiare sulla deriva garantendo l'allineamento ed eliminando il gioco. Questo materiale è una specie di teflon ma Daniele si scusa ma proprio non riesce a ricordare il nome. Queste strisce sono posizionate sia in corrispondenza del bordo d'entrata e d'uscita che sui lati. Quindi di fatto la cassa è almeno un paio di cm più larga della deriva. Questa soluzione è molto importante perchè tiene conto del problema della formazione di vegetazione e denti di cane all'interno della cassa prevenendo gli eventuali danni da abrasione che si possono produrre. 
Il movimento della deriva è garantito da due  paranchi semplici, uno per l'immersione una per la ritrazione, entrambi manovrabili dal pozzetto.
Le casse sono orientate rispetto alla longitudinale dello scafo di circa 7°.  Questi gradi di orientamento uniti alla portanza  generata dal profilo asimmetrico del piano di deriva consentono  al bohemé di mantenere angoli di bolina da mozzafiato annullando e superando lo svantaggio  prodotto dalla larghezza della poppa in fase di sbandamento. 

 
Osserviamo insieme questo particolare della prua.
Nella parte alta è stato sistemato uno strato di materiale a bassa densità allo scopo di assorbire gli eventuali urti. Ma non fatevi ingannare dalle apparenze: nella parte immersa il rinforzo è ad alta densità e corrazzato da diversi strati di tessuto. Non Vi sto a fare l'elenco dei rinforzi ma credetemi: se un domani doveste vedere il Boheme venirvi incontro dritto di prua scansatevi, anche se state in banchina!
Osservate anche il correntino che fascia la cinta dello scafo. E' in lamellare di mogano ed è stato modellato sulle ordinate e poi incollato sul sandwich dello scafo irrigidendo tutta la struttura. Allo scopo di conferire la massima rigidità strutturale Daniele e Fausto hanno steso anche delle strisce di unidirezionale di carbonio nella direzione  timone- derive e dei rinforzi in kevlar all'esterno sul fondo per garantire una eventuale spiaggiatura senza danni.

Qui termina il mio contributo alla documentazione del lavoro degli uomini dal braccio d'oro. Ah, per la cronaca: non mi sono ingrassato. Aloa! Luigi
 
 

Maggio 2003
 
 
si approntano triplici gavoni poppieri (uno per lui, uno per lei, uno per l'altra)

E questa fuga di lamelle ci porta dritti alla cabina di prua -luogo di delizie e ricreazione, immagino-, con sovrastante passo d'uomo.

 
Per concludere, una carrellata  sui particolari.
Da sx, porta cabina armatoriale, scatola timone a baionetta; alle sue spalle, deriva pianoconvessa; coperchio tambuccio carbonio con inserti in cedro,  con funzione anche- dato il colore- di piano cottura uova all'occhio di bue, bistecche e sgombro ai ferri, chiappe di malcapitati/e; davanti al quale giace un tientibene lega leggera-carbonio e vicino un candeliere inbasato- segue una base candeliere rovesciata per offrire al palato dei Cantierinisti la delizia di una mousse  carbon kevlar!
E mentre voi digerite tutto ciò, io me la squaglio e vado a fare altre foto - perchè queste, fatte 5 giorni fa, appartengono già al passato.
Ciao a tutti

marios