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Vorrei far conoscere
a tutti gli amici autocostruttori il mio " F10 ".
Sono un appassionato di Roma ed ho progettato e costruito da solo il mio sogno, cioè possedere una deriva a vela ! |
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![]() Circa il tipo di barca volevo una deriva che si potesse trasportare facilmente sull'auto e caricare e scaricare da solo. Per il progetto ho voluto fare tutto da solo, inizialmente avevo disegnato una barca in compensato marino con ossatura interna in mogano ( dormienti e chiglia ) ma il ciclo di lavorazione era abbastanza lungo e quindi non avevo mai il tempo per realizzarla , successivamente mi sono orientato verso un catamarano perché mi sembrava di più facile realizzazione e mi sono imbattuto nel libro di G. D'Alì " un catamarano 10'...." ed ho avuto un ispirazione: e se costruissi un monoscafo sfruttando la stessa tecnica? quello che potete vedere nelle foto ne è il risultato. La costruzione è iniziata a fine giugno c.a. e non è filata per niente liscia, innanzi tutto la tecnica per precurvare il compensato si è rivelata quasi completamente inefficace, poi ho avuto problemi sulla giunzione dei due semigusci che alla fine ho dovuto cucire, più tanti altri intoppi che non sto qua ad elencarvi aggravati dalla mancanza di tempo (le foto relative alla costruzione che ti invio sono state scattate 4 giorni prima della partenza per le vacanze e contate che dovevo anche tagliare e cucire le vele! ). |
![]() Una stima dei costi mi è quasi impossibile perché ho aquistato il necessario in tempi molto diversi, ed alcune cose: l'albero, la deriva e la scatola del timone le ho recuperate. Riguardo alla deriva funziona molto bene ed è a baionetta, realizzata modificando una vecchia deriva, forse di un optimist, purtroppo credo di averla posizionata un pò troppo a prua rendendo così la barca orziera, problema che conto di risolvere con l'aggiunta di un piccolo fiocco. La randa che possiedo è abbastanza ignobile, l'ho realizzata con una vecchia di un Finn, gli ho creato una manica dove infilare l'albero e l'ho ridotta in altezza cucendo il tutto con del normale filo di cotone ( molteplici passate! ) su una vecchia Necchi. |
![]() Naturalmente essendo un prototipo ha i suoi difetti, ha il fondo poco piatto per cui non è molto stabile, difficilmente si riesce ad andare in due però io ci sono riuscito molto bene con mio figlio, ho qualche problema con gli svuotatori comunque risolvibile, Il problema degli svuotatori effettivamente dipende dalla linea di galleggiamento, ma non mi è possibile alzarli né posizionarli sul fondo dello scafo perché ho già realizzato un doppio fondo nel pozzetto. Quello che vorrei fare è realizzare un sistema di valvola per permettere all'acqua di uscire ma non di entrare, perché quando la barca procede ad una buona andatura funzionano benissimo. Accetto consigli al riguardo. Infine è un pò troppo orziera problema che conto di risolvere con l'aggiunta di un fiocco in quanto risulta anche leggermente sottoinvelata. |
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Aggiornamento a Luglio 2002
Elenco problemi riscontrati:
1- barca troppo orziera
2- infiltrazioni di acqua sotto
al pozzetto
3- barra del timone troppo corta
e difficoltà a far salire la pala
4- poco invelata
5- pozzetto scivoloso
Soluzioni adottate:
1- Rifacimento della deriva con forma a "banana" in compensato di Okumè fenolico, con conseguente arretramento del centro di deriva (suggerimento avuto da Polo Zini), la soluzione sembra funzionare egregiamente. | ![]() |
2- Rifacimento della giunzione fra
la carena e la cassa della deriva con tessuto per finitura e resina epossidica,
anche questo intervento ha avuto successo.
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3- Costruzione di un nuovo timone in Douglas e compensato di Okumè fenolico, con barra più lunga (riesco a stare più agevolmente a centro imbarcazione quando c'è poco vento) con un nuovo sistema per la movimentazione della pala comandabile dalla barra, tra l'altro con questo sistema è possibile bloccarla in posizioni intermedie. Ho anche ridisegnato la pala perché quella vecchia mi faceva un pò faticare (barca troppo orziera). |
4- Sto cucendo una nuova randa con
il politarp disegnata con il programma "Sail Cut 4".
5- Ho tentato di risolvere il problema
applicando delle strisce antiscivolo sul fondo del pozzetto con il risultato
di ritrovarmi due ginocchia senza pelle. Estirpate le strisce mi sono comprato
un paio scarpette di gomma.
Aggiornamento di Agosto 2002
Nel complesso la vela mi ha dato
molte soddisfazioni, sopratutto considerando che si tratta di un "opera
prima".
Il programmino "Sailcut 4" mi ha
aiutato molto nella progettazione.
Ho avuto qualche problema con il
biadesivo risolto poi cambiando marca.
Il progetto della mia vela prevedeva
un giro d'albero ed un allunamento della balumina piuttosto pronunciati,
sconsiglio vivamente di fare altrettanto!
La cosa più difficile da fare
è stato decidere dove posizionare le stecche e quanto farle lunghe.
Per tracciare, tagliare, cucire,
rinforzare e rifinire la mia vela di 6 mq mi ci è voluto quasi più
tempo che per costruire la barca!
Alla luce di quanto scritto sopra
non so quanto sia giusta la scelta di orientarsi su di un materiale
come il Politarp, almeno per una vela in versione definitiva, mentre lo
ritengo molto valido per fare delle prove."
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