LINNET
Un sea-skiff di 4,70m
di Gian Michele Bisogno

 

caro cantierino ,

L'anno scorso  ho costruito un sea-skiff di 470 cm, la 'Linnet', disegnata da Lilian Woods.
 

E' una barchetta a remi lunga 470 cm e larga 122 cm e  pesa 54 kg. :  le forme fini a prua e a poppa dicono che è una barca a remi, fatta per la minima resistenza alle basse velocità.
Ecco alcune delle sue qualità a mio avviso più salienti:
Si può costruire facilmente anche se non si è esperti, ed è economica da fare e gestire.
 
Si può remare da soli o in coppia, e fare delle escursioni anche in 4 ,(2 adultie2 bimbi), come abbiam fatto noi a partire dalla primavera passata e per tutta l'estate scorsa .
Si può trasportare sul tetto dell'auto.
Lo scafo in comp. a doppio spigolo ha 4 casse stagne e un gavone centrale, 3 banchi fissi per i rematori,  deriva a baionetta (decentrata per non occupare lo spazio interno) e timone e un piccolo armo a vela ausiliario.

 La tecnica di costruzione è quella  'cuci e incolla' con compensato di okumè   e nastro di fibra di vetro  e resina epossidica, e ogni passo è seguito e illustrato  chiaramente nel manuale- progetto di Lilian, meglio nota agli appassionati per i suoi catamarani da crociera e regata.

La 'Linnet'  in effetti è stata disegnata per una coppia  che desiderava  per il proprio catamarano una barca-appoggio piacevole e veloce da portare a remi: come tender a me sembra lunga, ma a remi va bene davvero.   Noi l'abbiamo sempre usata al mare e se la cava egregiamente in diverse situazioni: pur essendo stretta ha un ottimo equilibrio (bisogna abituarsi è ovvio)  ed è asciutta anche in presenza di onde.

Sono stato felice di andare su questa scappavia,  la sua leggerezza e maneggevolezza in mare e a terra si fanno apprezzare e ha una bella linea.  Andare a remi non è mai stato il mio passatempo preferito,  ma se  la distanza è piccola e c'è un bel panorama  e non c'è vento allora va bene...è bello e piacevole.
Sono stato felice di andare su questa scappavia,  la sua leggerezza e maneggevolezza in mare e a terra si fanno apprezzare e ha una bella linea.  Andare a remi non è mai stato il mio passatempo preferito,  ma se  la distanza è piccola e c'è un bel panorama  e non c'è vento allora va bene...è bello e piacevole.
 Con buon vento  le piccolissime vele ausiliarie verdi (grazie Filippo Aurora) han fatto sempre il loro dovere senza alcun timore da parte nostra per bagagli asciugamani merende telefonini o ...figli, e anche la deriva a baionetta decentrata si è rivelata efficace sia per evitare lo scarroccio remando con vento al traverso, che per risalire il vento a vela:  niente timore di sbandate di bolina  o di rollii ritmici in poppa, ma con un armo così piccolo e uno scafo fatto per i remi si va sempre sui 4 nodi, non si plana.
A remi con mare calmo e senza vento, vogando in due in tutta calma  si fanno più o meno gli stessi 4 nodi. Basta prendere il ritmo e poi si può continuare a lungo,  e alla fine andare tutti sulla stessa barchetta fa bene in più di un senso, e ci riporta a un'epoca in cui forse senza parlarne tanto si stava più a contatto con la natura e la si rispettava di più.
 
Una volta arrivati alare la barca sulla spiaggia è facile e con un po' di esperienza riusciamo persino, a volte, a non bagnarci i piedi e a non farci notare troppo con tuffi spettacolari e involontari.
Siamo usciti anche di notte coi bimbi e grazie al gavone centrale  abbiamo sempre potuto avere tutto l'occorrente, per  noi e per due bimbi di 4 e 7 anni,  all'asciutto e giubbini di salvataggio per tutti  e così via: andare alla festa del paese limitrofo usando la scappavia è stato un vero divertimento, e una festa nella festa.
 

La costruzione
Per la costruzione ho usato  compensato di okumè, (consigliato per la sua leggerezza), da 4mm e da 6 mm, e dei listelli di douglas  e circa 5 kg di resina epossidica , il nastro di fibra di vetro consigliato è quello biassiale, cioè con le fibre a X  piuttosto che perpendicolari tra loro :    l'elenco dei materiali nel progettino di Lilian è preciso e dettagliato.
Come attrezzi elettrici bastano  un seghetto alternativo, un avvitatore-trapano a batteria di quelli più economici, e un piccolo  levigatore orbitale (ed un aspirapolvere). Dimenticavo la pistola a colla!  Serve a fissare provvisoriamente  alcuni pezzi, no non l'ho usata per incollaggi strutturali.
 
lo scafo sulle tre sagome di truciolato che servono a tenerlo in forma e fungono da scalo
lo scafo pronto a ricevere il nastro di fibra di vetro
Resinatura del nastro

la stuccatura

infine la pittura (acrilica all'acqua)
Io sono piuttosto lento e incapace con attrezzi e materiali oltre a essere disordinato e impreciso in generale ,  e come al solito non ho tenuto un conto preciso del  tempo e del danaro spesi (ma non sono invecchiato nè sono andato in rovina)  perchè ero troppo impegnato=divertito...se non ci si diverte  allora farsi da sè la barca non è comunque un buon affare.

Lilian e Richard Woods vendono i loro progettini a buon prezzo, le misure sono metriche decimali e le fasi della costruzione sono seguite passo passo con dei disegni molto chiari,  se vi interessa visitate il loro sito : www.sailingcatamarans.com/
Chi volesse mettersi in contato con me può scrivere a: gianmibis@jumpy.it  e sarò felice di rispondere
ciao
Gian Michele
 

A Maiori (Salerno) dove la scappavia è rimasta gran parte dell'estate, una sera remando nel porto ho incontrato uno dei  continuatori della tradizione dei mastri d'ascia della costa d'Amalfi: stava su una  barca da pesca  e mi ha invitato al suo cantiere per vedere la sua ultima creatura: una galera romana!