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Questa e' la storia di uno dei miei sogni. Durante un autunno ho notato di sognare spesso barche, vele e mare. Le disegnavo, ricercavo su internet e osservavo nei marina. E che questo non fosse solo una passione momentanea, passante, testimonia anche un disegno che mio padre aveva salvato quando avevo 8 anni. Dunque, la cosa era cronica. |
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Prima di finire il
progetto, parlai pure con un’ amico che
studiava con me. Lui e’ uno skipper famoso. Faceva ovviamente
architettura navale, come suo fratello e suo padre e tutta la famiglia.
Incomincio’ ad andare a vela pima che camminare. Lui mi diede
alcuni
consigli, fece qualche calcolo, e disse che la cosa poteva andare. Secondo il progetto la barca aveva le seguenti caratteristiche generali: LOA = 4.85 m B = 2.16 m |
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Purtroppo non ho
fotografato la fase del disegno delle linee sul
compensato marino. Fissavo le strisce flessibili di abete con chiodi e
disegnavo gli “spline” che attraversavano dei punti previsti dal piano.
Poi col seghetto alternativo ho tagliato i pezzi del fasciame. Giuntai
longitudinalmente i pezzi “a lapazza”. Tagliai anche le paratie e sui
bordi incollai delle strisce (forse andrebbe meglio un altro termine
che non conosco, si tratta di profilo di circa 30 x 20 mm) di abete. Ho
costruito un semplice piedestallo a V per appogiare la mia creatura.
Poi ho cucito ed incollato il fondo: Poi incominciai ad incollare gli elementi verticali al fondo. Erano sostenuti da morsetti e da viti provvisorie: Sulla foto si vede anche il cane che mi “aiutava” e stava attento che qualcuno non mi rubi la barca. Si chiama Medo (vuol dire Orso, anche se orso non sembra). |
Dopo aver messo in posizione e attaccato gli elementi verticali (paratie e cassa della deriva), sul fondo e su di essi viene cucito ed incollato il secondo livello del fasciame: Il tutto viene irrobustito con strisce di abete e prottetto con resina epossidica: |
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Di seguito arriva
l’ultimo livello del fasciame ed il “pavimento” del pozzetto. Si noti
il gavone al centro: Con le sedute latterali, viene chiusa la parte posteriore: |
A prua, una struttura in abete sostiene la copeta e la tuga: |
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L’abbiamo capovolta. Abbiamo arrotondato gli spigoli e messo le strisce di tessuto di vetro. A prua viene attaccato un elemento di poliuretano per arrotondare la sezione che taglia le onde: |
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Tutte le superfici vengono rivestite da uno strato di tessuto di vetro di 160 g/m2: |
Tutto lo scafo viene protetto con pittura bianca bicomponente. Finalmente arriva il giorno. La portiamo alla luce del giorno: | ![]() |
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Viene trasportata in una nuova locazione, all’ aperto, pero’ piu’ vicino al mare. Un po’ di colore blu fa miracoli: |
Ho comprato un piccolo
motore fuoribordo usato (Mercuri 3,5) e
fatto un paio di uscite, ma senza albero, vele, deriva ne timone. Era
giusto per sfruttare le ultime giornate calde dell’ estate 2004 e per
chiudere la bocca agli scettici. Senza deriva ne timone con uno scafo
piatto – vuol dir come guidare su ghiaccio. Poi, nei mesi successivi avevo comprato un rimorchio usato, l’ albero e le vele di un 470. Ho ottenuto tutto a buon prezzo, pero’ era in cattive condizioni. Percio’ durante i mesi invernali ci ho lavorato. Ho costruito anche la deriva ed il timone. Tutto era pronto per l’ estate 2005! |
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