Pilan
- Una canoa per il Ticino -
di Roberto Soffiantini


Considerazioni sulla costruzione di PILAN, una canoa di 13’

Confesso che l’idea di costruirmi una barca mi frullava per la testa da molti anni, almeno da quando, nell’83, mi capitò tra le mani il libro di P. Gutelle Costruirsi la barca in legno.
Tuttavia per ragioni di spazio, di tempo e per la paura che si trattasse di un’impresa ardua, se non impossibile, l’idea della costruzione è rimasta solo un sogno.
Qualche tempo fa, navigando in internet, mi sono imbattuto nel sito del Cantierino ed ho potuto vedere quanti appassionati si siano dedicati con successo alla costruzione.
Considerando che ora lo spazio a disposizione per allestire un mini cantiere nautico l’avevo, ho iniziato a documentarmi sia acquistando altri libri, sia approfittando delle varie informazioni in rete, prime tra tutte quelle appunto del Cantierino.
Dopo aver iniziato per gioco a pensare alla mia barca ideale per iniziare, ho buttato giù qualche schizzo, rifacendomi anche a quanto trovato in rete.
Volevo una barca piccola ,una simil canoa da utilizzare prevalentemente sul fiume  Ticino, che già frequento abitualmente con una imbarcazione tipica fluviale (barcè).
Man mano che procedevo con i lavori aumentava l’entusiasmo e la convinzione che la costruzione dovesse essere un fine (per il divertimento!) e non solo un mezzo per avere a disposizione un’imbarcazione..
Costruii dapprima un modellino in scala 1:5 del disegno che avevo fatto e, dopo aver verificato che le forme fossero abbastanza gradevoli, acquistai i primi materiali.
Va detto che la costruzione amatoriale permette di acquistare il materiale in modo graduale, limitando così l’impatto dei costi.
Allestito lo scalo di montaggio tagliai le ordinate, quindi passai alla costruzione della chiglia e degli altri pezzi necessari per formare l’ossatura dello scafo.
Venne finalmente il momento dell’acquisto del compensato, e non nego i timori che ebbi nel pensare a come con  enormi fogli piani si riuscisse a ricoprire le forme curve della canoa.
Procedendo con calma il lavoro si rivelò meno difficile del previsto ( a parte le prime terribili giunzioni a palella!).




Quando finalmente il guscio fu ultimato e girai lo scafo, l’entusiasmo era alle stelle, per cui decisi di arricchire l’interno con fronzoli (vedi coperta e panchetta impiallacciate), abbandonando l’idea iniziale di una costruzione più spartana.
Terminai il lavoro impregnando con tre mani resina sia l’interno che l’esterno del guscio e dipinsi il tutto con vernici monocomponenti.
Il risultato finale mi ha soddisfatto, anche se la costruzione  è tutt’altro che perfetta.
Ho commesso infatti diversi errori.che eviterei se dovessi costruire un’altra canoa (ma probabilmente farei altri sbagli, fa parte del gioco!)

varo

Finalmente sabato 30 agosto 2008 tutto è pronto per il varo
Sono con me, in veste di aiutanti, mio cugino Davide e l’amico (e collega aeromodellista!) Gabriele, il quale ha riesumato per l’occasione un vecchio motore Crescent 4 HP che da tempo giaceva in garage.
A proposito di questo motore, che risale alla fine degli anni 50 e che da vent’anni non veniva più avviato, devo dire che, dopo la sostituzione del cavo di avviamento e l’aggiunta di olio nel piede, al primo strappo è andato in moto con un funzionamento molto regolare.
Per il “rito” del varo ci recammo alla confluenza del Ticino con il Po, per la precisione al Ponte della Becca, qualche Km a valle di Pavia.
Le prime prove furono fatte con una pagaia e la barca dimostrò , pur non essendo stabilissima (è comunque una canoa….) di essere maneggevole e sicura.
Successivamente venne montato il motore, che ci permise di girovagare per il Ticino, ma senza esagerare con il gas.
Infatti, vista la poca resistenza offerta dalla canoa ed il suo basso peso, il regime del motore è stato contenuto (max  ¼ della corsa dell’acceleratore).
Altre prove verranno fatte utilizzando due remi con i relativi scalmi.
Nei prossimi giorni sono in programma altre uscite con “Pilan,” compresa una discesa fluviale a remi da Bereguardo a Pavia (~ 17 Km)


Ultima annotazione: il nome deriva da una delle prime parole (dopo le canoniche mamma e papà) pronunciate da mio figlio Riccardo.
Credo che con pilan intendesse dire pannolino.
La cosa mi sembrò simpatica, per cui decisi di chiamare la mia canoa Pilan.
Spero che la mia testimonianza possa essere in qualche modo utile nello spronare altri che come me sono indecisi se intraprendere o meno la costruzione.
A conti fatti posso dire che si tratta di un’esperienza molto divertente e gratificante, soprattutto quando si riescono a superare le difficoltà che inevitabilmente si incontrano nel percorso.
Da parte mia desidero ringraziare il Cantierino ed i suoi amici perché, con le loro costruzioni, mi hanno convinto ad intraprendere una così bella esperienza.
Grazie anche a Gabriele ed a Davide per l’aiuto fornitomi durante il varo.
Gabriele inoltre ha accettato di buon grado di “rischiare “ il suo preziosissimo Crescent d’epoca permettendo che fosse montato su “Pilan”.
Per finire, il ringraziamento più grande va a mia moglie, che mi ha sempre incoraggiato durante tutti i lavori e le difficoltà incontrate, ed ha sopportato senza batter ciglio tutte le mie “latitanze da costruzione”.

… qualche nota tecnica

Lunghezza fuori tutto        3.9 m
Baglio massimo            80 cm
Peso                    25 Kg

Materiale di costruzione: compensato marino okumè da 5 mm per il rivestimento, abete per la chiglia e per i dormienti esterni, mogano  per i dormienti interni, multistrato da 20 mm per le ordinate, listelli di faggio per il pagliolato.
Per gli incollaggi sono state utilizzate colle resorciniche ed ureoformoliche.
Scafo a 3 spigoli con fasciame sovrapposto (clinker)
Tutto il guscio è stato impregnato sia internamente che esternamente con tre mani di resina epossidica.
Lo scafo è stato verniciato con 3 mani di vernice monocomponente bianco lucido per la carena e l’interno, e con 5 mani di trasparente lucido per l’esterno e la coperta.
L’intera costruzione ha richiesto circa 4 mesi con impegno serale e nei week-end


Saluti a tutti
Roberto Soffiantini





L’ossatura comincia a prendere forma



Durante il rivestimento



I morsetti non sono mai abbastanza



Mio figlio Riccardo è stato il primo a mettere piede sulla canoa

   

Particolare della coperta



Siamo quasi alla fine del lavoro

    

Prima del varo



La canoa in acqua (…però, galleggia)



Il “mitico” Crescent 4 HP raffreddato ad aria!



Il sottoscritto con Gabriele



…. e con Davide