Considerazioni sulla costruzione di PILAN, una canoa di 13’
Confesso che l’idea di costruirmi una barca mi frullava per la testa da
molti anni, almeno da quando, nell’83, mi capitò tra le mani il
libro
di P. Gutelle Costruirsi la barca in legno.
Tuttavia per ragioni di spazio, di tempo e per la paura che si
trattasse di un’impresa ardua, se non impossibile, l’idea della
costruzione è rimasta solo un sogno.
Qualche tempo fa, navigando in internet, mi sono imbattuto nel sito del
Cantierino ed ho potuto vedere quanti appassionati si siano dedicati
con successo alla costruzione.
Considerando che ora lo spazio a disposizione per allestire un mini
cantiere nautico l’avevo, ho iniziato a documentarmi sia acquistando
altri libri, sia approfittando delle varie informazioni in rete, prime
tra tutte quelle appunto del Cantierino.
Dopo aver iniziato per gioco a pensare alla mia barca ideale per
iniziare, ho buttato giù qualche schizzo, rifacendomi anche a
quanto
trovato in rete.
Volevo una barca piccola ,una simil canoa da utilizzare prevalentemente
sul fiume Ticino, che già frequento abitualmente con una
imbarcazione
tipica fluviale (barcè).
Man mano che procedevo con i lavori aumentava l’entusiasmo e la
convinzione che la costruzione dovesse essere un fine (per il
divertimento!) e non solo un mezzo per avere a disposizione
un’imbarcazione..
Costruii dapprima un modellino in scala 1:5 del disegno che avevo fatto
e, dopo aver verificato che le forme fossero abbastanza gradevoli,
acquistai i primi materiali.
Va detto che la costruzione amatoriale permette di acquistare il
materiale in modo graduale, limitando così l’impatto dei costi.
Allestito lo scalo di montaggio tagliai le ordinate, quindi passai alla
costruzione della chiglia e degli altri pezzi necessari per formare
l’ossatura dello scafo.
Venne finalmente il momento dell’acquisto del compensato, e non nego i
timori che ebbi nel pensare a come con enormi fogli piani si
riuscisse
a ricoprire le forme curve della canoa.
Procedendo con calma il lavoro si rivelò meno difficile del
previsto ( a parte le prime terribili giunzioni a palella!). |

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Quando finalmente il guscio fu ultimato e girai lo scafo, l’entusiasmo
era alle stelle, per cui decisi di arricchire l’interno con fronzoli
(vedi coperta e panchetta impiallacciate), abbandonando l’idea iniziale
di una costruzione più spartana.
Terminai il lavoro impregnando con tre mani resina sia l’interno che
l’esterno del guscio e dipinsi il tutto con vernici monocomponenti.
Il risultato finale mi ha soddisfatto, anche se la costruzione
è tutt’altro che perfetta.
Ho commesso infatti diversi errori.che eviterei se dovessi costruire
un’altra canoa (ma probabilmente farei altri sbagli, fa parte del
gioco!)
varo
Finalmente sabato 30 agosto 2008 tutto è pronto per il varo
Sono con me, in veste di aiutanti, mio cugino Davide e l’amico (e
collega aeromodellista!) Gabriele, il quale ha riesumato per
l’occasione un vecchio motore Crescent 4 HP che da tempo giaceva in
garage.
A proposito di questo motore, che risale alla fine degli anni 50 e che
da vent’anni non veniva più avviato, devo dire che, dopo la
sostituzione del cavo di avviamento e l’aggiunta di olio nel piede, al
primo strappo è andato in moto con un funzionamento molto
regolare.
Per il “rito” del varo ci recammo alla confluenza del Ticino con il Po,
per la precisione al Ponte della Becca, qualche Km a valle di Pavia.
Le prime prove furono fatte con una pagaia e la barca dimostrò ,
pur non essendo stabilissima (è comunque una canoa….) di essere
maneggevole e sicura.
Successivamente venne montato il motore, che ci permise di girovagare
per il Ticino, ma senza esagerare con il gas.
Infatti, vista la poca resistenza offerta dalla canoa ed il suo basso
peso, il regime del motore è stato contenuto (max ¼
della corsa dell’acceleratore).
Altre prove verranno fatte utilizzando due remi con i relativi scalmi.
Nei prossimi giorni sono in programma altre uscite con “Pilan,”
compresa una discesa fluviale a remi da Bereguardo a Pavia (~ 17 Km)
Ultima annotazione: il nome deriva da una delle prime parole (dopo le
canoniche mamma e papà) pronunciate da mio figlio Riccardo.
Credo che con pilan intendesse dire pannolino.
La cosa mi sembrò simpatica, per cui decisi di chiamare la mia
canoa Pilan.
Spero che la mia testimonianza possa essere in qualche modo utile nello
spronare altri che come me sono indecisi se intraprendere o meno la
costruzione.
A conti fatti posso dire che si tratta di un’esperienza molto
divertente e gratificante, soprattutto quando si riescono a superare le
difficoltà che inevitabilmente si incontrano nel percorso.
Da parte mia desidero ringraziare il Cantierino ed i suoi amici
perché, con le loro costruzioni, mi hanno convinto ad
intraprendere una così bella esperienza.
Grazie anche a Gabriele ed a Davide per l’aiuto fornitomi durante il
varo.
Gabriele inoltre ha accettato di buon grado di “rischiare “ il suo
preziosissimo Crescent d’epoca permettendo che fosse montato su “Pilan”.
Per finire, il ringraziamento più grande va a mia moglie, che mi
ha sempre incoraggiato durante tutti i lavori e le difficoltà
incontrate, ed ha sopportato senza batter ciglio tutte le mie
“latitanze da costruzione”.
… qualche nota tecnica
Lunghezza fuori tutto 3.9 m
Baglio massimo
80 cm
Peso
25 Kg
Materiale di costruzione: compensato marino okumè da 5 mm per il
rivestimento, abete per la chiglia e per i dormienti esterni,
mogano per i dormienti interni, multistrato da 20 mm per le
ordinate, listelli di faggio per il pagliolato.
Per gli incollaggi sono state utilizzate colle resorciniche ed
ureoformoliche.
Scafo a 3 spigoli con fasciame sovrapposto (clinker)
Tutto il guscio è stato impregnato sia internamente che
esternamente con tre mani di resina epossidica.
Lo scafo è stato verniciato con 3 mani di vernice monocomponente
bianco lucido per la carena e l’interno, e con 5 mani di trasparente
lucido per l’esterno e la coperta.
L’intera costruzione ha richiesto circa 4 mesi con impegno serale e nei
week-end
Saluti a tutti
Roberto Soffiantini
L’ossatura comincia a prendere forma
Durante il rivestimento
I morsetti non sono mai abbastanza
Mio figlio Riccardo è stato il primo a mettere piede sulla canoa
Particolare della coperta
Siamo quasi alla fine del lavoro
Prima del varo
La canoa in acqua (…però, galleggia)
Il “mitico” Crescent 4 HP raffreddato ad aria!
Il sottoscritto con Gabriele
…. e con Davide