Joshua:
un sogno lungo 2302 millimetri
di Alessandro Suardi

 



 
 
 
 
 
Io sono nato velisticamente già grandicello, attorno ai 16 anni, e mi sono perso tutto il mondo della vela d'iniziazione per bambini. Mamma Marina (quella Militare), che mi ha cullato (sempre in senso velico), mi ha visto crescere a partire dai Flying Junior, poi Laser standard, J24, 470... e non ho mai vissuto l'emozione dell'Optimist, fino a quando non ho regatato con i miei allievi di un corso che tenevo come aiuto istruttore.
E' stato amore a prima vista, anzi a primo bordo, ed ho deciso che la mia prima barca sarebbe stata quella. L'occasione qualche mese dopo: un Optimist del 1982 completamente disarmato: un autentico paese dei balocchi per un amante dei lavori manuali.
Luigi B., che mi ha incontrato, si chiederà come fa un ragazzone di 1,83 per 90 kg ad entrare in un guscio di noce... L'assetto, una volta appoppato l'albero, non sembra risentirne troppo.

Ero ancora sul furgone di ritorno dopo averlo ritirato, che già avevo trovato il nome: Joshua. Il primo navigatore solitario (J. Slocum), la prima barca tutta mia...le nostre storie non si assomigliano? Un barca abbandonata, i lavori...e pensate che un giro del Lago d'Iseo in Optimist non sarebbe altrettanto arduo?

Lo stato era pietoso, ed i lavori iniziati (seppure con cura) dal precedente proprietario non avevano trovato un termine ed hanno pregiudicato la possibilità di stazzare di nuovo la barca. Il labbro interno del bottazzo, infatti, é stato asportato e molato tutto attorno al pozzetto e rinforzato con vetroresina, il che non é dannoso, per una bestia come me, che lì ci deve appoggiare la schiena.
Deriva e timone erano marciti in più punti e, dopo aver rimosso le parti che si stavano sfaldando, ho stuccato tutto con stucco da carrozziere e verniciato il tutto con vernici trasparenti, per lasciare in vista gli interventi del restauro. La barra del timone é stata incernierata alla pala e non avvitata del tutto, per essere sollevabile, per permettere al mio testone di passarci sotto...

Lo scafo presentava parecchi punti di impatto, ma miracolosamente i due spigoli prodieri erano integri, ed é bastato un po' di stucco, tanta pazienza e carta vetrata per portare le superfici in piano e prepararle alla verniciatura. Ho usato una poliuretanica bicomponente bianca, applicata in due mani a rullo. Una particolarità: per lasciare intravedere come fosse lo scafo prima della verniciatura, ho lasciato scoperto due piccole superfici di 3 x 3 cm all'interno del ginocchio.

L'armo intanto non subirà variazioni di sorta, ma sto studiando un profilo NACA adatto alla sostituzione... c'é qualcuno che ha qualche idea?
Le ultime righe per i ringraziamenti... a tutti quelli che mi hanno sopportato, agli amici che mi hanno aiutato materialmente (grande Checco), al mio shore team (che a volte chiamo ancora papà), e a tutti coloro che mi deliziavano chiedendomi come andasse l'impresa.
.....dedicato a chi non ha l'umiltà per salirci.
Alessandro
axel614@inwind.it
 
 

Restauro di "Joshua" - elenco lavori
Deriva & Timone
1. Sverniciare
2. Stuccare
3. Levigare
4. Verniciare
5. Montaggi
Scafo
1. Lavare
2. Lisciare
3. Colore
4. Scritte
5. Montaggi
Antenne
* BOMA
1. Trozza
2. Verificare stazza
3. Montaggi
* PICCO
1. Pulire
2. Verificare stazza
3. Montaggi
* ALBERO
1. Pulire
2. Verificare stazza
3. Montaggi
Vele
1. Lavare
2. Togliere numeri velici
3. Riparare
4. Simbolo di classe
Attrezzature
1. Elastici
2. Cime
3. Bozzelli
4. Ganci
5. Riseve Galleggiamento
6. Sassola
Carrello
1. Pulire
2. Controllo saldature
3. Ruote