Toast 
Catamarano di 10'
di Tiziano Tonini

TOAST 10 Piedi.

E' stato pensato, progettato (!) e costruito a Cesena, nel garage di casa, in due rate (una per scafo), in due estati, la prima dal luglio 2001 con una gara contro il tempo, poi persa, per vararlo entro settembre; la seconda dall'inizio dell'estate 2002 fino al varo del 13 agosto a Cesenatico.

Credo che dalle immagini sembri carino ed aggraziato, ma come per i costruttori di qualsiasi cosa, so io di quali difetti e magagne è disseminato; nonostante tutto va, e colle facili modifiche che apporterò per la prossima stagione, sono certo che sarà anche divertente.
Inoltre mi sono deciso ad offrirlo allo stimato consesso degli autocostruttori perchè ritengo di poter essere utile a qualcuno mettendolo in guardia su COME NON SI FA una barca.
 

FASI DI LAVORAZIONE
 
 
  • 1)  ho preso dei pannelli di poliuretano espanso - li usano i costruttori di camion frigo e non solo- cm.100x150, più sfridi di dimensioni varie. Lo spessore più adatto sarebbe il 3 cm, che esiste, ma mi sono trovato ad usare del 2 e del 6 cm. Peccato!
  • 2)  ho tagliato i pannelli a striscie uguali di 25x100 -con un po' di pazienza si tagliano a mano-;
  • 3)  li ho giuntati  tre a tre in lunghezza, di testa, con resina poliestere ( tiene benissimo) che si usa poi per la resinatura della fibra di vetro: ho così ottenuto 8 pannelli 25x300
  • 4)  finalmente sono stati posti come da progetto con le punte rastremate e dei pezzi che davano la giusta distribuzione dei volumi -tutto ad occhio!- a  costituire le fiancate e, già che c'eravamo,  sotto è stato incollato- sempre con pennellate di resina- il pannello che diventerà la coperta  dello scafetto -notare i pesi per l'incollaggio
  • 5)  a questo punto le fiancate vanno tagliate secondo le linee di galleggiamento longitudinali-sempre a occhio- cioè gli slanci di prua e poppa;
  • 6)  infine, sempre nella prima fase, è stato incollato l'ultimo pannello che costituisce il fondo dello scafo, sono state applicate le sagome per infilarci le traverse ed il tutto è stato stondato, avviato e corretto con plastici passaggi di carta vetrata - forse il momento più alto di arte raggiunto-.

Fino a questo punto, il lavoro è, tutto sommato, pulito: ora viene l'operazione "sporca".
 
 

  • 10)  verniciatura alla buona con due mani di gelcoat;
  • 11)  decorazioni per renderlo accattivante e distrarre l'occhio dalle rifiniture;
  • 12)  ultima mano di poliestere quasi puro, mi  sembra di averlo diluita con poco acetone, per rendere lucido il tutto e proteggere le decorazioni;
  • 13)   montaggio ferramenta e timoni (altra fase molto creativa).


Gli scafi sono ovviamente mezzi pieni- o mezzi vuoti- di poliuretano espanso, quindi, forse, inaffondabili, o semiinaffondabili? Boh!


CONCLUSIONI:
chiunque abbia familiarità con l'uso dei materiali descritti avrà storto il naso nel leggere come sono stati usati, io stesso ero spesso consapevole della rozzezza del mio lavoro, ma mi sono invischiato  in questo gioco in un modo che mi ha quasi obbligato a procedere come poi ho fatto.
In definitiva tutte le  fasi dalla resinatura  in poi sono troppo grossolane per ottenere uno scafo liscio e pulito: se dovessi rifarlo mi cimenterei con la realizzazione di uno stampo classico, a partire magari da uno scafo  realizzato con poliuretano espanso, trattato con stucco a spruzzo,
accuratamente carteggiato, per verniciarlo successivamente con smalto lucido ed ottenere un maschio perfettamente liscio su cui realizzare lo stampo definitivo.
Su quest'ultimo punto mi piacerebbe avere l'opinione di chi ha esperienza, perchè non mi riesce difficile immaginare che ci siano tecniche più collaudate.
 

Tiziano
 

Questi è il Primo ispiratore nonchè resinatore e collaudatore (se ne coglie la fiera soddisfazione)

Ecco la prima partenza

Risaltano la sicurezza dello skipper e l'assetto stabilito del multiscafo


In piena velocità verso orizzonti lontani
In Mare
Come va'? Come ci si poteva aspettare; stringe poco il vento, è esageratamente orziero ed è legnoso nella vitata. Tutte cose che però si possono migliorare nella messa a punto soprattutto dell'assetto del piano velico

 

Dati riassuntivi
Lunghezza 295 cm
Larghezza 175cm + 20 cm di terrazze
Peso : minore di 50kg (a occhio e croce)
Albero e vela di windsurf insartiato basso con piede di prolunga
Costo approssimativamente non più di 200€

Il progetto preciso è a disposizione di chiunque - basta scaricarlo dalla mia mente

per contatti : Tiziano Tonini e-mail sotis@libero.it
 

Dall'Inviato Speciale Mario Marti:
Come molti Romagnoli, Tiziano getta il suo cuore al di là dello steccato, e i risultati sono tutto sommato gradevoli - anche se, leggendolo, ho avuto  talvolta l'impressione che la piadina ed il Sangiovese non fossero  completamente estranei alle fasi di lavorazione.
Molti auguri Tiziano, buon divertimento, resta in contatto per la messa a punto del piano velico!