Tripèe
ovvero
Come costruire un trimarano da 10’  e vincere la Sfida dei Pezzenti

di Carlo Pelizzari

La scelta di entrare nella classe Diecipiedi e contemporaneamente partecipare alla SdP, è stata frutto di un processo quasi casuale. Volevo farmi una barchetta da portare sul tetto della macchina o del camper, tanto leggera da poter fare carico e scarico da solo. Poi ho pensato che fare qualche regatina in compagnia potesse essere divertente, e ho deciso per un 10’. Guardando le barche già esistenti, ho deciso di copiare un trimarano, quello di Luigi, per vari motivi:
Non ho mai provato un multi, e senza amarli molto, volevo capirli un po’
Ogni componente del trimarano è leggero e facilmente gestibile. Per contro, l’assemblaggio è ogni volta, piuttosto laborioso.
Mi sembrava assodato che i trimarani fossero più veloci dei motoscafi, ed entrando nuovo nuovo nella classe, volevo qualche chance.
La scelta del progetto poi si è basata soprattutto sulla semplicità . Con una giornata di lavoro, lo scafo è fatto.

Poi la SdP. Dopo un paio di conti, ho deciso che sarebbe stato possibile stare nel budget di 200 €, a patto di fare tutto in casa, compreso albero, ferramenta e vela, costruendo una barca “vera”, cioè una cosa che avrebbe potuto fare una stagione completa, e non solo una uscita in occasione della sfida, e poi andare in discarica.

Per lo scafo ho scelto di usare compensato marino, sia pure non certificato RINA, per motivi di durata (poi nei commenti finali rimetterò in discussione la scelta)
Gli amas sono stati fatti in polistirene espanso e pelle in vetroresina, essenzialmente per provare questa tecnologia. Anche questa scelta sarà discussa in seguito.
L’albero è stato fatto in legno di abete, incollando 4 listelli di recupero, si, ma senza nodi!
Tutti i bozzelli, gli strozzascotte e i vari particolari sono stati autocostruiti partendo da ritagli di allumino o di acciaio inox trovati in giro. Le puleggie provengono da un manico di scopa e da un matterello in faggio.
La vela è stata ricavata da un telo copriauto.
Le traverse di sostegno degli amas sono tubi di alluminio trovati da un “rottamatt”
Qui di seguito riporto l’elenco dei componenti, con la relativa spesa (reale o stimata nel caso di recuperi)

Tripèe
lista materiali   

UM Qtà Pu tot
compensato marino okume 310x185x4mm n.
1
46
46
styrofoam pannelli 125x60 n.
5
2,50
12,50
resina + catalizzatore (Mugnaini) 3/1 kg
3
13,00
39,00
tessuto vetro 250g/mq h 1,30 mt 3
4,00
12,00
listelli ramin 10x10 mt3 n.
4
2,00
8,00
compensato betulla 6mm  (cassa deriva, timone e rinforzi scafi) mq
1,5
5,00
7,50
tavola abete (albero+boma+deriva+rinforzi vari      
mc
0,04
250,00
10,00
tubi alluminio 40x2 (sostegno amas)      Rottamatt 
kg
4
2,00
8,00
telo agricolo verde h1.50
ml
1
3,00
3,00
telo copriauto blu (vela) 
n.
2
7,50
15,00
occhielli Ø16 N.
2
0,32
0,64
filo poliestere  
N.
1
1,00
1,00
Stecche ml
2
0,93
1,87
nastro biadesivo 
n.
1
2,00
2,00
viteria varia  
tot


6,00
ritagli acc inox e alluminio  Rottamatt tot


5,00
cima Marlow 3mm (tenditerrazze)    m
10
0,57,57
5,70
cimetta Ø4mm ml
5
0,30
1,50
scotta
ml
8
0,60
4,80
fondo nitro grigio kg
0,5
8,00
4,00










Totale


193,50
i materiali in rosso sono di recupero (prezzo stimato)





          
E qui ci sono alcune foto della lavorazione e dei particolari


Lo scafo in lavorazione


Sede dell'albero


Gli amas


Bozzellame


Pulegge in lavorazione


Gli agugliotti


Prove di assemblaggio


Il timone


Il vang


Pronta al varo

Commenti finali.

La barca è andata decorosamente bene. Nelle regate di classe non sono arrivato tra i primi, ma neppure ultimo. I principali problemi sono stati due: la vela che non rendeva, per via del materiale troppo leggero che non ha consentito un buon taglio dei ferzi, e quindi una buona forma della vela, e la mia assoluta inesperienza nella classe e nella conduzione di un trimarano.
Anche gli amas sono fortemente criticabili, sia per la forma che per il volume.

Se dovessi oggi rifare la stessa barca, con gli stessi obbiettivi, distribuirei il budget diversamente.
Costruirei lo scafo in compensato di pioppo, meno costoso, ma che va benissimo per l’uso. Così risparmierei circa 25 €
Gli amas li rifarei in compensato di pioppo: l’uso dell’espanso dà qualche piccolo vantaggio di peso, ma notevoli svantaggi sulla robustezza. Inoltre, tra espanso, tela di vetro e resina, si spende di più. Così risparmierei un'altra decina di €. Poi la forma dovrebbe essere più bananata, e con un volume maggiore.
Il risparmio fatto lo investirei tutto nella vela: la farei in Lancotex, che pur essendo un materiale analogo (laminato di polipropilene), si trova in spessore doppio (e quindi di prezzo doppio), con un sicuro vantaggio sulla stabilità della forma.

Tutto il resto: timone, bozzelli, agugliotti, femminelle,  strozzascotte, attacco boma, va piuttosto bene, con costi assolutamente irrisori.

In conclusione, quest’anno rifarò gli amas e la vela, e con un po’ di allenamento spero di piazzarmi più decorosamente nella classifica diecipiedi