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Le vie dell'acqua
- Olanda -
di Mario Marti
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Quella olandese è, come tutti sanno,  una specie di mammiferi acquatici che non ha ancora completato il passaggio alla terraferma;  parente stretta di  foche e leoni marini (dei quali conserva ancora parte della fisionomia), nasce, vive e muore sull'acqua, in barche/appartamento..Se gli va male,  ripiega su case alte e strette (progenitrici degli skycrapers americani?) dal tetto delle quali immagino lanci al mare, nei momenti di nostalgia, richiami e sospiri olandesi.
Dopo avere dominato per secoli, assieme ai dirimpettai, le rotte commerciali ,  l'Olandese si è in parte ritirato per dedicarsi alle seguenti attività:
produzione di tulipani;
taglio e vendita di diamanti;
costruzioni navali (che è quanto  interessa i nostri fini associativi).

Qui la ricchezza in tipi, qualità e quantità di imbarcazioni è  straordinaria perchè pensata in parte per dare sfogo all' amore per le barche classiche,  in parte per dare risposte concrete ad esigenze diportistiche  di nicchia, in parte per fornire mezzi di lavoro : il tutto  moltiplicato per due (inshore ed offshore)
Per tali motivi, quindi, questa  breve rassegna di notizie e fotografie è assolutamente inadeguata, io mi sento frustrato e per scaricarmi sgriderò Ugo, il mio cane, che è un cane di mondo e queste cose le capisce.
Direi che una ouverture adeguata possa essere costituita dalla foto 1.


Si tratta dell'evoluzione diportistica di due barche da lavoro- in primo piano una Staverse Jol, dietro uno dei numerosi tipi di Schow-, colte nel momento magico che precede un temporale. La velocità è ridottissima, le vele ancora tutte a riva, gli equipaggi chiaccherano rilassati- forse  si punzecchiano,l'ultima fase di una regata tra amici-.
La forma della randa è molto interessante (oltre che esteticamente apprezzabile): la curvatura del picco consente di smagrire il centrovela senza chiudere la balumina, la base non inferita può essere lavorata meglio alle portanti Se qualcuno tra Voi ha già navigato sui bellissimi Tiki dell'Associazione, capterà subito il family feeling tra questa e la randa alare di Wharram: il progettista scozzese la prese infatti come base di riflessione e di confronto per arrivare alla propria.


La foto 2 mostra uno dei due tipi più diffusi di barche autoctone, il Grundel (l'altro è lo Schouw, che appartiene anch'esso alla grande famiglia dei Plattbodem- barche a fondo piatto- usati prevalentemente in acque interne).
Qui si tratta di una barca piccola (  può arrivare fino a 8 metri, quasi sempre con  randa aurica aurica, fiocco, spesso controfiocco), aperta, di peso ragguardevole . E' un mini double-ender, la cui connotazione principale è data dalle due derive esterne ad orecchio di Topolino, che consentono di  avere un pozzetto straordinariamente abitabile in rapporto alle dimensioni. Di bolina, al traverso, è la pressione laterale che spinge la barca sulla deriva sottovento.  Ma poichè la parte alta della fiancata non è verticale ma leggermente  rientrante,  per consentire alla deriva di lavorare in piano è stato applicato un  massiccio listello orizzontale (vasolino), ben visibile nella foto, che ha la duplice funzione di sostegno della deriva, quando essa lavora,  di bottaccio quando è a riposo.

  Se poi date un'occhiata dalla parte opposta,  noterete che la bella pala, decorata e protetta da un labbro metallico,  può essere fatta scorrere su di una breve rotaia, allo scopo di  trovare o modificare il centro di deriva (una  finezza da regatanti,  il Flying Dutchman è nato qui).

Anche  in questo caso, l'idea/deriva è  stata raccolta ed elaborata da  progettisti stranieri, il più noto  dei quali, Bolger, l'ha applicata al suo Martha Jane.

 Raccolta ancora  da Wharram, l'idea della barra del timone incastrata sulla coloratissima - un po' Klimt un po' barocca-  testa della pala: alla civetteria del pomolo rotante sotto la mano del timoniere si accompagna quella della rotaia (!)  di scotta della randa, e poi le bitte di ormeggio, e poi il portello di chiusura del gavone poppiero, e poi l'albero abbattibile, e poi e poi e poi.....un piccolo capolavoro!).

Alla base della nautica da diporto  c'è, ovviamente, la deriva: anche  qui gradevoli connotazioni di indipendenza e creatività.


Il Flying Dutchman, troppo noto per avere bisogno di presentazione, si accompagna al Solo, un bel singolo  adottato dai pesi medioleggeri , albero rotante, divisibile, randa steccata (già quarant'anni fa!)




e alla splendida  "jol"  vela/remi  in foto 5, che usa ancora le caviglie al posto delle gallocce  - il termine jol, yawl, jolle, che, nelle aree anglosassoni e scandinave definiva inizialmente piccole imbarcazioni  non cabinate a remi e/o a vela, uno o due alberi, con la mezzana alle spalle del timoniere, si è nel tempo estesa anche a cabinati di media grandezza  ; l'italiano jole invece, usato inizialmente in modo proprio, si è poi limitato all'area del canottaggio (e ad un nome  femminile)-.


Un gradino più su, cercando  un mezzo che unisse alle prestazioni sportive una maggior stabilità gli Olandesi hanno creato  la BM 16




barca aperta a chiglia fissa, apprezzata anche in Granbretagna (il bello e diffuso Flying Fifteen di Uffa Fox è una BM in vetroresina, armata Marconi ) ed in Germania; da noi arrivano, pochi e smorzati, gli echi di tanta bellezza : sono i Soling,  gli Yingling, gli Etchells,  i Trias,  misure diverse, medesimo concetto.

Non mancano gli oldtimers a vela  in grado di affrontare un mare assai poco amichevole,  lo Skerenkruizer in foto 9 e 10 ad esempio, barca con una zavorra superiore al 50 e poca presa al vento (ma molta agli schizzi e ballerina in poppa!),



lo spigolone chiglialunga in foto 11 e 12;




o il piccolo ma tosto  Beulakkermeer Kruizer -7 metri di eleganza- in foto 13 e 14;



 e lo Zeilschip in cerca di un padrone migliore delle foto 15 e 16.



Il mercato? Grazie ai grandi numeri, vastissimo e ricco di occasioni.
Se vi capita di andare in vacanza in Olanda, portatevi dietro un carrellone stradale: i prezzi delle barche a vela mediopiccole,  in vetroresina, legno o acciao (materiale nell'uso del quale gli Olandesi sono maestri) nella maggior parte belle e costruite  molto bene, sono inferiori ai nostri mediamente del 35-40%; nelle derive si arriva ad oltre il 50.
E per darVi elementi di verifica:
boten.nl
boten.2dehands.nl
botentekoop.nl
bootanbod.nl
De Nationale Botenbank
Marktplaas.nl
La conoscenza del Tedesco aiuta un po'; una volta entrati, bisogna cercare  "Aanboden van Particuliere" ossia offerte di privati, che sono assai più trattabili (spesso anticipano  spontaneamente la richiesta di abbattimento del prezzo) dei  chandlers, anche di quelli piccoli. L'eventuale trattativa può essere svolta in Inglese, raramente in Tedesco (ho il sospetto che gli Olandesi non amino troppo questi loro- talvolta ingombranti- vicini).
E se qualcuno ha bisogno di una mano....... che diavolo, ci sono qua io!
 
Mario Marti, Forlì
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