Perle Bianche e perle nere al
Marina di Porto S.Giorgio
corrispondenza di Mario Marti
Porto S.Giorgio - 8 Dicembre 2002
Mentre si bighellonava nella
speranza di essere raggiunti da Pietrobas prima dell'inevitabile
congelamento dovuto alla situazione meteo, siamo stati colpiti
dal
cancello, aperto, di un cantiere che si affaccia sul Marina di Porto
S.Giorgio.
Dopo aver guardato cautamente in giro ed esserci reciprocamente
invitati
a passare per primi, siamo riusciti a passare assieme -nonostante che
il
Webmaster sia leggermente ingrassato- e siamo precipitati in un mondo
diverso.
Molte barche- le più interessanti
le abbiamo fotografate affinchè i posteri sappiano- soffrivano
di
malformazioni di origine probabilmente reumatica, o erano state fatte
oggetto
di abbellimento e migliorie da parte dei costruttori.
Una, che mi permetto di commentare
più ampiamente, è riuscita ad avere entrambe
le cose.
L'andamento degli spigoli denuncia
chiaramente una sindrome di Peyronie- già nota ai lettori del
"Cantierino"-
in stadio avanzato.
L'a piombo della barca è
comunque mantenuto dal mezzo marinaio appeso al mascone prodiero di
dritta. |
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Sopra la tuga, in posizione panoramica,
è stata ricavata una colombaia destinata ad alloggiare alcuni
piccioni
viaggiatori. Il progettista ritiene che, in caso di tilt di VHF e
cellulari,
sempre possibile, il piccione possa essere vantaggiosamente utilizzato
per dire alla moglie di buttare la pasta. |
L'albero è stato dotato,
come nelle migliori tradizioni baleniere, di gradini per consentire
l'avvistamento
di cetacei in Adriatico. |
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Questo cutterone,invece, ha visto
i primi passi di Sandokan....
E dopo una vita intensa e avventurosa,
come dimostra il suo fasciame, si è ritirato a Porto S.Giorgio
sotto
falso nome per vivere gli ultimi anni in
tranquillità.
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E qui, confesso, siamo rimasti
pensierosi.
Le nostre nozioni ruotavano
ancora attorno a: derive mobili, imbarcazioni a chiglia, imbarcazioni
bichiglia,
queste ultime rigorosamente in Gran Bretagna e Germania..
Mai avremmo immaginato una
barca -a tre chiglie- in Italia, e ho dovuto documentarne
l'esistenza
con alcune foto per non restare nel dubbio il giorno dopo.
Ps: a terra a poppa, poco più
avanti del timone, c'è un grosso buco: che sia stato fatto
per permettere la collocazione di una quarta chiglia? Mah! |
Mentre così riflettevamo sui
pericoli che corrono le barche al giorno d'oggi, sono accadute due cose
che ci hanno consentito di guardare al futuro con maggior
fiducia:
l'arrivo di Pietrobas- il che ci ha salvato dal congelamento- e
l'impatto
con la perla bianca di Porto S.Giorgio.
Si tratta di un'elegantissima barchetta
a chiglia lunga, sui 7/8 metri, due tonellate il 50% delle quali
presumibilmente
in chiglia, appena uscita da un refitting completo che ne evidenzia lo
splendore. |
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Molto apprezzate le perfette fughe
sulla coperta in teak,l'inusuale passo d'uomo il cui aspetto mi sembra
proprio delle barche tedesche, la luminosa dog-house a poppa
dell'albero. |
Ben visibile il tambuccio scorrevole,
alle spalle del quale il piccolo pozzetto è riparato dal
paraonde
circolare. |
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Evidente la cura posta dal cantiere
nel trattare i legni. |
Il paraonde, robusto e bello, fa
da spalla al winch in bronzo. |
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Altra finezza, la falchetta
aperta a poppa che consente alla cima d'ormeggio di dare volta alla
galloccia
in bronzo e teak, mentre tra questa ed il paraonde c'e un bozzello in
tufnol
con mordiscotte per la scotta spi.
Ciao a tutti Mario Marti |
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Il bompressino retraibile con il
paranco che mette in forza il controvento |
Ohibò?!
Un piattaforma petrolifera a vela?
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Bellissima questa possente carena,
impeccabilmente restaurata...una barca marina e abitabile che
darà
grandi soddisfazioni ai suoi passeggeri |
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