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Cosa succede ai Raduni degli
autocostruttori?
Ci sono varie fasi....
la prima vede l'ormai tradizionale
infruttuosa ricerca della chiave a brucola da 6......
Mario Falci alle prese con il
Nova
la seconda vede un poderoso sforzo mnemonico per cercare di ricordarsi come caspitaccio si monta sto' coso.....
Karschulin monta il P5
Ed ecco il P5 che inizia
la sua
avventura...avventura che finisce impropriamente sulla spiaggia
dell'Arzilla,
un paio di km a Nord perché purtroppo c'é stata una
scuffia
(sabotaggio del Marti?) e la rottura dei supporti delle cinghie che
trattenevano
le traverse sullo scafo principale. L'ing.Othmar Karschulin c'é
rimasto molto male: da buon tedesco non è preparato agli
insuccessi.
Noi invece, che dell'insuccesso facciamo pratica quotidiana, l'abbiamo presa meglio, abbiamo identificato immediatamente la leggerezza della costruzione dei supporti ed eravamo pronti a rimediare. Invece a Othmar c'é voluta mezza giornata. |
Smontate le barche, una
sommaria
rassettata e via al ristorante...
A rimettere in sesto il morale di Karschulin, più che le manifestazioni di solidarietà e le parole di comprensione é stato il risotto alla pescatora del Califfo (il ristorante). Comunque il risultato é stato raggiunto e dopo cena ci siamo radunati in una sala dell'Hotel Amelia (ancora grazie per la gentile concessione) per partecipare alle conferenze di Karschulin e di Francesco De sanctis. |
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Oggetto della conferenza
é
stata la teoria del proa nelle sue varie storiche interpretazioni e
l'uso
di vele "a delta"
e i risultati delle prove in galleria del vento. In particolare sono stati prese in esame le risposte a vari gradi di inclinazione del delta. Karschulin ci ha anche mostrato una foto di un Hitia costruito in un'isola caribica che é stato armato con una delta basculante ossia una "Achelon" al 100%!. Nella foto potete osservare l'ing che cerca spiegare concetti abbastanza complessi in Inglese/tedesco/italiano, Mario Marti (di spalle) che concorre a confondere le idee e il grandissimo Franco Bertozzi che non solo é riuscito a tradurre il simpatico ed incomprensibile idiona ma é riuscito a spiegare il tutto in maniera intellegibile mettendoci molto del suo (che non è poca cosa...). |
Dopo Kartiulin e le discussioni
che
sono seguite, Francesco De Sanctis ci ha raccontato la sua
costruzione
di uno NIS 29 di Kirby. I tre anni di costruzione sono stati
puntualmente
documentati così come una parte delle 7000 miglia di navigazione
compiute. Francesco è stato tecnico e comprensibile al punto
giusto.
Il suo Nis é stato recentemente venduto per far posto ad una
barca
di serie più grande e più comoda. Non ho la pretesa di
essere
un buon conoscitore di uomini, ma ho il fondato sospetto che Francesco
prima o poi ci farà vedere qualcosa di nuovo (!). Del resto come
recita il proverbio?....quando ci si bagna di resina.....
La cosa é finita ben oltre
la mezzanotte ma alcuni più caparbi hanno fatto anche gli
straordinari....
Domenica mattina
In piedi di buon mattino (si fa
per dire..) i nostri valorosi autocostruttori di precipitano in
spiaggia
a preparare le loro creature.
Da sx, Scarnicchia (io),
Campanelli,
Prina, Falci, Marti, Karschulin di spalle e signora
Alle dieci circa si comincia ad andare in acqua. Il sottoscritto, per far contenti i maligni che pretendevano di vederlo in navigazione sul Tico ("ma che fai, costruisci barche e poi non ci navighi?) , si è esibito un una mezza scuffia in 10cm d'acqua riuscendo a placare gli animi (ah!...popolo..panem et circenses...) dopodiché ha affidato la barca a Mario Marti che ha partecipato alla regata (le famose "paid hands"!).
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Da dx, Lodigiani, Fausto (del
Bohemé) e un simpatico amico (purtroppo non ricordo il nome) che
sta costruendo un catamarano di 11 metri a Fiumicino - prossima vittima
di una "visita"....
Andrea (del circolo), Prina,
Campanelli e Mario Puppo che sfacciatamente manipolano i risultati
della
regata
Com'é andata la regata?
La regata si è svolta in
due prove su un percorso a bastone quasi parallelo al braccio del porto
canale. Questo ha dato la possibilità agli accompagnatori ed a
un
folto pubblico di seguire la regata come fossimo allo stadio, tifo
compreso
(incidenti e accoltellamenti vari esclusi) . L'indagine sul
perché e percome ci si riesca ad entusiasmare per le regate
delle
nostre "ridicole" barchette non é di mia competenza.
Comunque
é certo che viene soddisfatta appieno quella famosa e universale
legge economica del "massimo risultato con il minimo sforzo".
[Bertarelli,
Bertelli, Onorato ecc, capita l'antifona!?]
Primo in tutte e due le prove
é
arrivato Paolo Lodigiani con il suo "Gerovital", secondo Fabio Retali
con
l'F10 , recentemente modificato, (3° e 2°) e terzo Mario Marti
con il mio Tico (2° e 4°).
Nella foto Roberto Prina, impareggiabile segretario di classe, premia Paolo Procesi per l' ultimo posto che sospetto sia dovuto non tanto a problemi tecnici (cazzando le sartie il catamarano si stringeva diventando progressivamente sempre più monoscafo) quanto piuttosto ad una scelta deliberata finalizzata a guadagnare popolarità ( in regata si sa, tutti amano gli ultimi!) |
Roberto premia Fabio Retali per il suo secondo posto |
Malgrado si siamo assai spremuti non siamo riusciti a trovare uno straccio di scusa per squalificare il Lodigiani. Ecco Roberto che con un sorriso premia Paolo Lodigiani, il vincitore. |
I primi tre , oltre alla calorosa stretta di mano di Roberto e l'applauso del pubblico hanno ricevuto in premio una bella pezza di Lankotex messa gentilmente a disposizione da Mario. Tutti i partecipanti invece hanno ricevuto un attestato di partecipazione (da conservare gelosamente) , un piccolo contenitore stagno per effetti personali stile Papillon e una comoda sedia da spiaggia per far passare meno tragicamente il tempo alle rispettive "vedove bianche".
Federico Pansieri, il
presidente
dell'Associazione Albergatori che ci ha amichevolmente organizzato la
manifestazione,
era abbastanza sconcertato della totale anarchia del popolo degli
autocostruttori.
Dopo aver cercato di radunarli per dire due parole ha rinunciato
vedendo
che l'unico che era riuscito a fermare era già fuggito a
duecento
metri. Loro del resto sono abituati a congressi di medici, Festival,
raduni
di ex-alunni, seminaristi ecc, tutta gente "quadrata" e malleabile...
Anarchici, ingovernati e
ingovernabili
gli autocostruttori sono però virilmente riconoscenti. Un
caloroso
ringraziamento alla cittadina di Fano che ha ospitato questo piccolo e
strambo popolo nonché al già citato Federico Pansieri che
, in veste di presidente dell'Associazione Albergatori ma ancor di
più
come amico ci ha messo tutto sè stesso e il suo tempo
stornandolo
da cose più serie e fruttifere.
Grazie ancora al Club Nautico
Fanese
G. Viviani per l'ospitalià, l'assistenza e la logistica della
regata.
Smontate e caricate le barche,
abbracci
e stette di mano, qualche pezzo di pizza al volo e il popolo si
è
disperso, ognuno per la sua via... e (Iddio mi perdoni) stanco ma
felice!
due note :
la prima è che pare che la
conferenza di Karschulin abbia convinto o comunque rafforzato le
convinzioni
di Mario Falci che ha annunciato la futura la costruzione di un proa
tipo
Harry-Proa. A nulla sono valse le accorate e scientifiche
raccomandazioni
di Lodigiani né le mie che , tra l'altro, uno straccio di proa
l'ho
già costruito. Non ci resta che sperare in un rinsavimento in
quanto
Mario é uno di quelli che più cerchi di convincerlo,
più
ottieni l'effetto contrario (a ben guardare si tratta di una
caratteristica
molto diffusa tra gli autocostruttori).
L'altra nota da rilevare
é
il tormentone "..é carbonio o é una ca##ata?".
Questo nasce da un dubbio che
avevamo
manifestato mentre osservavamo il P5 prima del varo. In effetti ad
alcuni
il famoso supporto della cinghia che bloccava la traversa é
sembrato
"leggerino". Però, siccome era ben verniciato e rifinito non
siamo
stati in grado di esprimere un giudizio definitivo e la cosa é
stata
liquidata con formula dubitativa: "forse é carbonio...".
Alla luce di quanto é
successo
in seguito, la formula dubitativa é stata riproposta nel
seguente
modo : "é carbonio o é una ca##ata?".