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Tutto ha
inizio circa 15
giorni prima, quando l'equipaggio, appena incontratosi, si pone
l'obiettivo
di partecipare al 6° Rally Velico del Lario con la barca di
Massimo,
il proprietario. La manifestazione prevede due regate: una pomeridiana,
con partenza da centro lago (1° tappa - Pescallo ? Lierna ? Dervio
? Acquaseria), un bordo a sud, lungo qualche miglio e uno a nord, con
arrivo
in località Acquaseria. La seconda regata parte a mezzanotte
(2°
tappa ? Acquaseria ? Pescallo ? Acquaseria). Nei 15 giorni precedenti
la
manifestazione riusciamo a fare un'uscita, con vento prossimo allo zero
e impariamo comunque a districarci sul D772, modificato, pieno di
sartie
e di regolazioni.
Nella rally dell'anno
precedente,
la barca aveva subito danni per qualche "zero", complice una giornata
burrascosa
e un equipaggio non proprio esperto ed anche in non buone condizioni
fisiche
(così mi è stato raccontato). Quest'anno qualcuno si
è
preso la responsabilità di indicare me come timoniere; l'onere
è
non è leggero, mi preoccupo di sapere se si è assicurati. |
Si
parte sabato 7 luglio da Blevio, vicino a Como, per trasferire la barca
a Pescallo, dopo Bellagio; la giornata appare incerta, tendente al
vento,
che quando c'è arriva da Nord, come del resto è tipico
nei
laghi prealpini. Saliamo a motore e a vela, alternativamente. Arrivati
quasi a Bellagio attorno a mezzogiorno, avvertiamo che alcune raffiche
saltano il promontorio e con violenza ci obbligano a ridurre, poi ad
azzerare
la tela, perchè siamo quasi arrivati. Passato Capo Spartivento
(ma
quanti Spartivento ci sono in Italì?) iniziamo a vedere che il
vento
è ora da sud ed è impegnativo, sui 20-25 kn, rafficato. |

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A
secco di tela ci facciamo raggiungere dalla organizzazione, che ci
assegna
il numero e istruzioni; scegliamo di non ormeggiare, sia perchè
il porticciolo è esposto, sia perchè non vogliamo correre
rischi nel raggiungere il corpo morto e restiamo perciò a motore
davanti a Pescallo. Ore 12 circa, la pioggia è violenta ed il
lago
incavolato; le foto si riferiscono a questa situazione; attorno a noi
incrociano
due Meteor di una scuola di vela, affidati forse ad allievi in
formazione,
altrimenti non si capirebbe perchè hanno tutta quella tela.
Le straorze infatti si
sprecano,
passiamo vicini e chiediamo se va tutto bene, ottenendo risposta
affermativa.
Ci fotografiamo ed
immortaliamo
in tutto questo ben di dio.
Ore 12,30 circa: in un
crescendo
da manuale, la pioggia è diventata più violenta,
insopportabile
sul viso, arrivano i primi fulmini ed avanzano da sud, in processione;
la barca procede con il solo motore, mostrando il mascone destro,
cinque
persone di equipaggio sono sedute sopravento, ciononostante la barca
è
sbandata sotto, al punto che più volte la falchetta è in
acqua. L'avanzare dei fulmini, il vento forte (55 kn saranno registrati
in una stazione aterra), la visibilità molto ridotta e
l'ingovernabilità
dell'imbarcazione, sono elementi che ci fanno decidere di scappare a
poppa;
impressionante fare i 5 kn a secco di tela. |

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Gli
elementi caratteristici di questa situazione :
i fulmini che
avanzavano
il vento che sollevava
l'acqua vaporizzandola
la visibilità
ridotta a qualche
metro
l'altezza delle onde
ci hanno fatto pensare
ad un evento
eccezzionale, o almeno inusuale. La conferma l'abbiamo avuta quando,
mezz'ora
dopo, finito tutto, tranne il vento che restava sui 25-30, sono
arrivati
gli squilli dei cellulari dei famigliari, che ci raccontavano della
tromba
d'aria scaricatasi su Vimercate.
Bilancio: regata
sospesa in attesa
di evoluzioni; nessun danno alla barca; un Meteor spiaggiato e
distrutto;
un altro con perdita di uomo a mare (giubbetto provvidenziale), per
fortuna
non lontano da riva; altro Meteor con timone spezzato.
Dei 45 iscritti, se ne
sono ritirati
25; alla pertenza della regata notturna, iniziata a mezzanotte, 10
partenti.
Nel circling prima della partenza decapitiamo una boa luminosa e questo
suscita l'ilarità dell'equipaggio, teso per il buio, per la
nervosità
della barca e per la stanchezza; qualcuno vuole rinunciare, ma per
fortuna
torna l'equilibrio prima della partenza: Partiamo bene, secondi. Nel
bordo
di lasco siamo primi (lei plana!) e conduciamo fino alla boa di bolina;
poi finiamo quarti per errori tattici e di velatura dopo due ore e
quindici
dalla partenza. |

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Questo
è tutto.
Mi resterà il
ricordo di
una regata impegnativa ma di notevole soddisfazione, dal punto di vista
umano e dal punto di vista tecnico.
Ora ci stiamo
preparando per le
regate invernali e di certo per l'edizione 2002.
Se qualcuno vuole
informazioni tecniche
sul bateau, possiamo anche accompagnarle da qualche foto.
Grazie
Walter |

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