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Pare che tra le tante preoccupazioni
che turbano il giusto sonno del costruttore amatoriale di barche ( terrà
quel giunto? - attacca quella colla? Sarà orziera o puggiera? affonda?
ecc) adesso ci sia anche la "visita".
Voi state li che smadonnate appresso
ad un pannello di compensato che non vuole saperne di farsi torturare ed
ecco che vi squilla il telefono : -"Ciao, pensavo di farti una "visita"...disturbo?"
- E che puoi rispondere? : -"No ci mancherebbe.....mi fa piacere...."-
Sta' volta è toccata a Claudio
Viccione.
Il cantiere di Claudio occupa integralmente la veranda quindi senza problemi di aereazione forzata (la moglie: sbrigati co' sta' barca che devo stendere i panni...). | ![]() |
Ecco lo scafo centrale. Si tratta di una elaborazione delle idee di Gabriele D'Alì. Il guscio è stato prodotto curvando e torturando due pannelli di Okumé da 6mm giuntati in chiglia e con un "cugno" verso la poppa per migliorare l'uscita delle linee. Il "naso" tronco dello scafo è il prodotto della necessità di aumentare il volume di prua e di avere lo spazio sufficiente per resinare l'interno. Un profilo in polistirolo darà una forma più aggraziata garantendo anche un valido assorbimento d'energia in caso di collisione. Maggiori dettagli della costruzione potete vederli al sito http://web.genie.it/utenti/i/ik0mox/ |
Inutile nasconderlo: Claudio, non
solo è un appassionato costruttore di barche (al suo attivo una
tavola a vela e un cat di 14') ma è anche uno sperimentatore. Il
punto focale della sperimentazione di Claudio è l'armo. Innanzi
tutto qui si parla di albero abbattibile e non insartiato. Potete notare
il tronco fisso opportunamente resinato alla paratia e a due paratie longitudinali
che a loro volta ospiteranno il piede dell'albero. Potete notare inoltre
nella paratia longitudinale una serie di buchi in linea discendente. Questi
sono le sedi variabili del bullone di bloccaggio del piede. L'albero è
uno scatolato di due strati di cm da 9mm. La vela prevista è un
genova di 18mq già di un j24. La vela è ingarrocciata
e verrà fissata all'albero su un cavo d'acciaio (strallo?). Claudio
ha scartato la prima ipotesi di fissazione tramite una cima intorno all'albero
in quanto la sezione spigolosa dell'albero non consentirebbe un agovole
scorrimento della cima stessa con conseguenti problemi di armo e di regolazione
di tensione della vela. La soluzione dello strallo parallelo all'albero
si presta anche ad ospitare un eventuale frullino che proprio non sarebbe
una cattiva idea. L'inclinazione dell'albero verso prua è variabile
e regolata dal bullone al piede. L'albero è diviso in due pezzi
per facilitarne il trasporto. Se non avete capito quasi niente potete vedere
qui in basso un mio disegnino così potete eliminare il "quasi"
dalla frase precedente.
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A poppa é previsto un
roll-bar per ospitare la scotta della randa, salvo una migliore e più
semplice soluzione ma comunque Claudio ci tiene a sottolineare che trattasi
di sperimentazione. Centro Velico, punto di scotta, inclinazione
dell'albero e posizione della deriva sono tutti elementi che andranno testati
attentamente.
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Claudio ha tentato ripetutamente
di sottrarsi al mirino della mia istamatic ma come vedete non c'è
riuscito. In questa foto lo vedete che pazientemente mi spiega come
ha piegato un pannello di cm da 3mm per fare la copertura della tuga.
Si tratta di un primo foglio di cm da 3mm curvato sulle ordinate (laminate) e di un secondo incollato sopra. |
A che punto siamo?
A buon punto direi. Rimangono da
costruire le traverse, il fondo del pozzetto e qualche piccola modifica
agli interni.
Per la verniciatura Claudio ha utilizzato
una pittura della Boero ad acqua che già aveva sperimentato sul
cat di 14' e che sta alle intemperie da due anni. Una mano di fondo (sempre
Boero e sempre all'acqua) e tre mani di pittura con la promessa di una
quarta e magari quinta nei punti di maggiore usura.
A Claudio, come un po' a tutti manca
il tempo...
eh.. bella scoperta!
si però con un'aggravante:
Claudio ha anche la passione (supportata dalla professione) per l'elettronica
e per la radio.
Eccolo qui che tira fuori dal cilindro
un progettino che sta portando avanti parallelamente al Tri.
Il circuito che vedete è un ricevitore Navtex che si collega al pc. Tre integrati, una decina di resistenze, condensatori quanto basta e con pochi spiccioli potete leggervi il bollettino meteo dal vostro computer via RS232. "Un regalo agli amici del Cantierino" ha detto Claudio - che significa che metterà a disposizione di chi è interessato il progetto e relative istruzioni. Il circuito è finito e funziona, qualche prova per verificare le reazioni al caldo e freddo e ci siamo. Ma allora si possono ricevere anche le cartine meteo? "beh è un'altro circuito.. ma si può fare..." La pulce nell'orecchio di Claudio l'ho messa..
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