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..due chiacchiere con Nino
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di L.Scarnicchia


Ehi Doc... si va a fare due chiacchiere con Nino?
Doc mi guarda interrogativo...
Nino.. Nino Biasi.. sta finendo un catamarano.. sta qui dietro... ho la macchinetta e vorrei fare due foto... La barca è interessante e poi Nino ci spiega un po' di cose...
Doc, un po' perchè deve - dovrebbe - andare a fare dei lavori sulla sua barca (e non gli va) e un po' per curiosità, accetta di buon grado.
Attraversiamo una fitta boschina e arriviamo al catamarano.



In dispregio alle più elementari regole di etichetta saliamo e cominciamo a girare per la barca. Nino non c'è.
Mentre siamo intenti a ispezionare la costruzione - manco fossimo due tecnici del Rina - un signore di affaccia alla porta della dinette chiedendo educatamente: "E' permesso?"


-Prego Nino, accomodati !

In verità non è stata una vera e propria violazione di domicilio... con Nino c'eravamo incontrati prima e avevamo concordato la visita..
Due parole su Nino: Nino è Nino Biasi  attualmente è un autocostruttore. Atipico, senz'altro. Diversamete da molti autocostruttori che sono diventati costruttori  tout-court, Nino è diventato autocostruttore da costruttore. Nella sua ormai lunga carriera di costruttore ha prodotto circa duecento barche: progetti di Schiomachen, Tiberi e Vallicelli ed altri affermati architetti. Barche da crociera, da crociera-regata  e da regata pura.  Poi ad un certo punto della sua vita è rinsavito e ha smesso l'attività industriale dedicandosi ai catamarani.
Chiaramente, anche se ha cambiato strada, non ha rinnegato il passato. Piuttosto ha messo a frutto la sua grande esperienza... Oltretutto Nino è uno di quelli che sono proprio ma proprio proprio appassionati di barche e che godono (anche se non lo ammettono) a passare la vita tra resina, legno e acciaio... sempre sporchi di trucioli a giocare col tornio per un asse o con la pialla a modellare una barra di timone.
Personalmente considero Nino uno dei miei primi punti di riferimento nell'arte nautica e ... finiamola qui con il panegirico perchè altrimenti mi toglie il saluto.


Questo progetto è un'evoluzione di un cammino iniziato ormai da quasi dieci anni con tredici realizzazioni che sono state modificate nel tempo aggiungendo, togliendo modificando e mettendo a fuoco certe caratteristiche piuttosto che altre. A questo punto il progetto, almeno a mio avviso, è maturo. Siamo di fronte ad una comoda barca da crociera. Una crociera veloce come solo un catamarano può dare ma senza esasperare gli aspetti velocistici e conservando occhio attento alla comodità, alla facilità di gestione sia a vela che a motore.. il tutto in una barca di dieci metri.
Perchè dieci metri? ... perchè sono facilmente gestibili, non essessivamente costosi e abbastanza semplici da costruire e mantenere.
La sfida era quanto mai ardua... un catamarano di dieci metri, al quale vengono richieste spiccate caratteristiche di abitabilità  facilmente finisce per apparire tozzo e sgraziato. Direi, e potete giudicare dalle foto d'insieme, che la sfida sia stata  portata a termine con successo.





La barca appare ben proporzionata e la visione d'insieme è piacevole. Cantieri blasonati si sono arrischiati su questa strada ottenendo risultati molto incerti. Nino c'è riuscito.


Gli scafi, come dicevamo, sono lunghi 10 metri ed hanno una rapporto lunghezza/larghezza (al galleggiamento) di 10/1.  Gli scafi sono dotati di una deriva fissa che si sviluppa per circa 4,5m di lunghezza per una quarantina di cm di profondità limitando il pescaggio totale a circa 80cm.

La scelta della deriva è un argomento molto trattato nelle nostre chiacchiere di autocostruttori  e vale si spenda qualche parola in più.  Si tratta infatti di un nodo progettuale assai critico  che va sciolto ricercando un compromesso  tra l'esigenza di limitare lo scarroccio, evitare complessità,  evitare perdite di spazi interni, mantenere la caratteristiche di basso pescaggio e non ultimo una modesta resistenza laterale che non pregiudichi la capacità di scivolamento laterale in condizioni critiche. La risposta di Nino a tutta questa molteplicità di esigenze è l'adozione di una deriva lunga e poco profonda.


L'adozione di questo tipo di derive ovviamente non è invenzione originale. Quello che vorremmo rimarcare è che si tratta di una risposta tutto sommato semplice e efficace alla ricerca di compromesso tra una lunga serie di esigenze avendo ben preciso in mente il compito  che vogliamo che questa barca assolva.
Parlare di compito da svolgere significa in primo luogo capire quali siano le esigenze di navigazione della crociera. Normalmente intendiamo per crociera una navigazione comoda in condizioni meteomarine normali con tratte di trasferimento relativamente brevi.

Nel progetto di una barca da crociera si pongono quindi in primo piano caratteristiche di accomodamento,  di semplicità d'uso in un ambito di  prestazione non esasperate.

Un altro elemento di grande importanza nella richiesta di navigazione comoda  e sicura è rappresentato dalla motorizzazione.
Nelle barche da crociera c'è la tendenza generale ad aumentare le potenze disponibili. Questo è reso anche possibile dal miglioramento dei propulsori nel rapporto peso/potenza.  Attualmente le barche da crociera pura si stanno avvicinando molto all'ambito dei motorsailer.
Molti elementi giocano a favore di questa tendenza. Uno tra questi, legato ad un aspetto  non marginale del nostro vivere quotidiano è dato da una certa necessità di mantenere  entro limiti temporali ben precisi le nostre navigazioni.  Avendo a disposizione pochi giorni di ferie va da sè che quando il vento non c'è o viene da dove non vorremmo si accenda il motore.  I navigatori come Moitessier  che non dovevano rientrare lunedì in ufficio potevano permettersi rotte e barche sicuramente molto diverse da quelle delle quali noi abbiamo necessità. Questo non è un piccolo particolare... Di fronte ad una data precisa possiamo affrontare la navigazione soltanto se abbiamo la possibilità di mantenere tale data altrimenti o non possiamo  navigare o dobbiamo limitare di molto  il nostro raggio di  escursione.
 


Il motore quindi è un elemento importante in questo progetto. Date le premesse il motore deve avere una potenza tale da garantire una ragionevole sicurezza. Precedenti soluzioni avevano visto l'adozione di motori fuoribordo. Il motore fuoribordo rappresenta una soluzione economica resa oggi ancor più valida dalla disponibilità di motori a quattro tempi con buoni valori di economicità e sicurezza. Resta il problema della protezione dei motori  che si trovano  ad essere disposti necessariamente sotto il bridge in posizioni molto esposte.
I vari sistemi di carter di  protezione ed eventuali meccanismi di ricovero non si sono rivelati  validi su barche di questa taglia. Pertanto si è scelta la soluzione del motore entrobordo diesel.

Il miglioramento del sistema consiste nell'adozione di un sistema di trasmissione idraulica. Al posto dell'invertitore il motore trasmette la forza a due pompe idrauliche che a loro volta azionano due motori separati, uno per scafo. Il sistema di unico motore centrale con trasmissione idraulica consente di evitare l'adozione di due singoli motori alloggiati in spazi angusti degli scafi, difficilmente accessibili, divoratori di spazio e fonte di rumore.  Il sistema complessivamente pesa molto meno di due singoli motori di minor potenza anche considerando che si evitano i pesi di due invertitori.



 Il motore, un Lombardini da 40cv è stato posizionato nel pozzetto, ben riparato, facilmente accessibile e scollegato dalla abitabilità generale per evitare che rumore e vibrazioni vengano amplificate dalla struttura chiusa. I motori idraulici negli scafi occupano pochissimo spazio tanto da poter essere sistemati sotto un pagliolo senza perturbare l'abitabilità.


Il sistema viene pertanto governato da una leva dell'acceleratore del motore diesel e da due leve che azionano i motori idraulici con le tre posizioni; folle, avanti e indietro.
Il posto di guida è all'interno del salone ma eventualmente potrebbe eseere sdoppiato con relativa facilità. Vista comunque la condizione di ottima visibilità garantita dall'ampia vetratura del salone, un posto di manovra esterno appare abbastanza superfluo.
L'adozione della trasmissione idraulica consente ovviamente libertà di  posizionamento del motore. Approfittando di questa libertà forse il prossimo catamarano potrebbe ospitare il motore in un vano ricavato a piede d'albero migliorando la distribuzione dei pesi.

La struttura del catamarano è monolitica ed è costituita dall'assemblaggio rigido di circa 8 stampate. Sono presenti due grosse travi di rinforzo una a poppa....


....ed una a mezza barca che serve anche a sorreggere l'albero. Nella foto potete notare nel piano appena sotto la traversa tre comodi gavoni; quello centrale è destinato ad ospitare la catena dell'ancora


La terza traversa si trova a prua e non è collegata rigidamente.


In quest'altra foto della prua potete notare la passarella per la discesa a mare ed i comodi trampolini prendisole.

In questa foto il particolare del gavone di prua. Il gavone è profondo circa una ventina di cm. La restante parte dello scafo è stata riempita di schiuma così come il terminale delle poppe. Questi riempimenti oltre che costituire  efficaci  crash-boxes consentono al cat di essere  inaffondabile in virtù dei circa 4 mc di spinta. Il valore dell' inaffondabilità ha anche un ulteriore  aspetto pratico diminuendo le esigenze burocratiche in termini di dotazioni.



Il sistema timone è costituito da due barre  accoppiate. Sulla barra di destra insiste il pistone della timoneria idraulica manovrata dalla ruota nel posto di guida interno. Quindi all'interno si timona con la ruota ed all'esteno lavorando sulla barra d'accoppiamento o con uno stick su una barra a scelta. Un eventuale autopilota  potrà essere quindi sia del tipo a barra che a ruota.


Entriamo (anzi rientriamo) nell'ampio salone. Le sedute sono stampate ed irrigidiscono la struttura. Nella foto a sinistra notate la discesa allo scafo di sx. Si scende con tre scalette comode che possono essere discese anche in avanti avendo cura (ricordandosi) di abbassare leggermente la testa: se state parlando con qualcuno e guardate attraverso il display della macchinetta fotografica ve ne potreste scordare....


Il corridoio per il passaggio alla discesa è sfruttato anche per la cucina che si trova pertanto nel salone addosso dalla vetrata che da sul pozzetto. Lavello e piano cottura sono ospitati in due stampate. Questa versione del catamarano dovrebbe essere destinata ad un uso semi charteristico. A tal fine si è scelto di destinare uno spazio in uno scafo (il dx) ad una cabina spostando la cucina nel salone. Certamente l'idea di avere una cucina a sei fuochi in una cabina autonoma è allettante. Una cucina in una cabina separata consente una quasi totale assenza di odori e la  possibilità, non da poco,  di lasciare in disordine, chiudere la porta e chi s'è visto s'è visto. La cucina a vista nel salone obbliga infatti ad una gestione più attenta e faticosa. Peraltro personalmente preferisco la disposizione nel salone sia per un migliore momento sociale  ( si può cucinare insieme agli ospiti senza sentirsi  schiavizzati) che per un più razionale sfruttamento dello spazio. Va detto peraltro che noi autocostruttori siamo noti per essere anche ottimi cuochi e, come tutti i grandi chef, estrememente ordinati e puliti nel cucinare (beh... ci proviamo...).



Siamo scesi nello scafo di sx e guardiamo a prua. In questa cabina il letto matrimoniale (dimensioni casalinghe) si sviluppa per baglio sotto le sedute del salone. Molti cassetti e stipi di fronte al letto, di lato e sotto  offrono un posto facilmente accessibile per ogni cosa.
A prua, oltre la cabina matrimoniale, una cabina singola con lavandino e wc per dei figli  o un marinaio avendo un accesso separato dal passauomo.


Nella foto lo sviluppo del letto matrimoniale sotto le sedute ed il retro dell'armadio destinato ad ospitare un gavone accessibile dal salone. Il lavoro dei posa dei pannelli foderati è quasi ultimato.




Verso poppa  il bagno comune. Il locale bagno è diviso in due parti: la prima, passante e con piena altezza, è destinata a cabina doccia come non l'avete neanche a casa, Il lavandino ed il wc sono più a poppa. Anche qui comodi stipi e gavoni.



La discesa allo scafo di dx passando davanti alla timoneria interna.




All'estrema prua il comodo bagno armatoriale con accesso diretto dalla cabina e dal passauomo. Abbiamo avuto parecchio da ridire sulla tonalità del rosa.... Nino ha confessato che si è trattato di un momento di debolezza: buttare o non una latta di bianco cui si è aggiunto un po' troppo rosso. Sono cose che capitano agli autocostruttori. "Vabbè intanto lascio così e vado avanti poi quando ho un attimo lo sistemo..". Di solito le cose momentanee durano un paio di secoli (!). Comunque non è detto che il bagno della Signora Delle Camelie non trovi qualche estimatrice o estimatore....




Il letto matrimoniale per baglio,  speculare a quello nello scafo di sx.




Verso poppa l'altra  cabina matrimoniale. Si tratta di un matrimoniale più "intimo" visto che ci eravamo abiutati ad altri standard...
Questa è la zona dove in alternativa avrebbe preso posto la cucina.
Matrimoniale o meno che sia... questa è un'ottima cabina di guardia per le eventuali navigazioni notturne grazie alla vicinanza con il posto di guida interno e la facilità d'accesso.




Torniamo nel salone e ci godiamo per un po' la comodità di questo vasto spazio. Il salone è dotato di ampie finestre che garantiscono una buona visibilità esterna. La sporgenza dello spiovente della tuga garantisce una modesta insolazione dell'ambiente evitando l'eccessivo riscaldamento. Un piccolo oblò frontale, un' apertura del cielo e la porta d'ingresso garantiscono una ventilazione ottimale.
Il sistema sedute/tavolo è ruotato di una quindicina di gradi in senso orario In questo modo se ne è potuta aumentare la larghezza ed al tempo stesso conferire un senso di fluidità spaziale uscendo dai canoni del rigido simmetrismo. La sensazione finale è piacevole, ariosa ed al tempo stesso intima.





Il lavoro di sistemazione degli interni procede abbastanza speditamente anche grazie alla progettazione delle stampate che integrano gran parte del mobilio. Anche la base del tavolo del  salone. è compresa nella stampata. Il salone quindi è già quasi pronto: un piano per il tavolo, sistemare piano cottura, lavello e basta.
Beh... basta è una parola grossa.... una barca, lo sappiamo, non è mai finita...





Tornando all'esterno a pensando alle tre-quattro fotomodelle che potrei lasciare sdraiate al sole sulla tuga mi scappa:
- "Me ne fai uno?"
-"Fossi matto!" - risponde Nino. - "Adesso voglio finirlo e godermelo un po'.... Tutt'al più posso affittarti gli stampi e te lo fai da solo."
-"Nino.. che dici... questa mica è una cosetta che si fa da soli.. almeno un modesto autocostruttore come me! "
-"Posso seguirti la costruzione como ho fatto con altre barche"
-".. e quanto mi costi?"
-"Possiamo metterci d'accordo..."
-".. e se interessa a qualcun'altro? "
-"Beh vediamo... fammi chiamare al telefonino.."
-"posso dare il numero?"
-"Forse me ne pento... 3208048886"