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Il primo sistema -21,22- è
costituito da due alette
basettate inox-meglio se aisi 316-, fissate alla scassa, normalmente
rinforzata per sostenere gli sforzi scaricati dal piede, mediante
autofilettanti o, se possibile, bulloncini. Sia le alette che il piede hanno un foro -che qui manca- attraversato da una chiavetta, che rende solidale il complesso: sarà sufficiente mollare lo strallo perchè l'albero cominci ad abbattere verso poppa. NB E' necessario che il piede abbia in basso lo spazio necessario a compiere la rotazione ;il diametro del foro deve essere calcolato per contenere,oltre al passante, una boccola inox che faccia da distanziale ed eviti che strigendo il dado il piede venga deformato; questo sistema va bene per alberi di deriva sotto i 20 chili. ![]() |
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Il secondo sistema è costituito
da due alette piane,
stesso materiale, fissate ai lati di un troncone inferiore di
lega/legno, di forma quadrata o rettangolare, mediante 4 passanti
nella metà bassa, mentre quella alta ospita un solo passante, di
dimensioni adeguate, su cui insiste l'albero vero e proprio. Questo sistema è forse il più adeguato, perchè consente di regolare l'altezza del troncone in base a quella di altri punti cospicui della barca (tuga, pulpiti ecc) e va bene con alberi tra 20 e 30 chili, purchè lo strallo venga prolungato con una cima fatta passare attraverso un bozzellone fissato al suo attacco. ![]() |
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Il terzo è costituito da due
alette con una base comune,
tenute assieme anche da una piattina centrale su cui si fissano gli
attacchi di vang e caricabasso randa. Va imbullonato in tuga o in coperta, consente di lavorare alberi anche tra i 30 e 40 chili, prevede che sotto ci sia un reggispinta centrale che scarica in chiglia o comunque un rinforzo che scarica ai lati della tuga o dello scafo ![]() |
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