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Qualcuno ha
letto una mia mail: "Passate a Fumicino: c'è uno sloop armato
con aerorig da vedere...". Una mail inviata di corsa appena tornato a
casa dopo averLa incontrata. Sollecitavo gli amici del Cantierino
in zona a scattare qualche foto. Era giovedì e non avevo con me
la macchinetta: sarei potuto tornare a Fiumicino solo Sabato e
rischiavo di perdermela. Massimo ha raccolto il mio invito e nel pomeriggio, di corsa, ha scattato alcune foto. Invece sabato, quando sono tornato era ancora lì: mi aspettava..... Nella mail non si poteva capire ma c'è dietro una storia.... Una storia d'amore... un amore infelice.. di tanto tempo fa. Cosi Giovedi mattina ero al volante per lavoro, e come in una splendida canzone di Chico Buarque(2), me la sono vista accanto. Così all'improvviso.... "la' , come stai?" "Non c'è male e tu?" Me la cavo, sto ancora augurandomi un sonno tranquillo...speriamo..." " quanto tempo..."ecc |
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L'aspetto generale non è entusiasmante... Tutto sommato l'attrezzatura appare pesante ed abbastanza sgraziata. Manca un collegamento estetico con il resto della barca... una cosa messa lì. Non vuol dire niente.. Ci saranno senz'altro dei grandi pregi. Noto e notate anche voi, l'imponenza dell'albero alare. Suppongo che la scelta dell'albero alare sia frutto più della necessità di irrigidimento longitudinale che della voglia di strafare. ![]() |
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Una bella
coperta completamente pulita di manovre. beh. questo è il
pregio.. ma il difetto? Nessun riporto delle manovre in zone riparate
senza ricorrere a sofisticate e complicate serie di rinvii. D'altro
canto, bisogna dire che una attrezzatura del genere, se realmente
efficiente, ha un bisogno di regolazioni veramente scarso una volta a
segno. |
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L'imponente
albero è in carbonio. Sul sito del produttore (http://www.freewingmasts.co.uk/) potete trovare molte informazioni sulla genesi di questo
tipo di attrezzatura, interazioni aerodinamiche, e le caratteristiche
costruttive oltre ad una interessante tabella di comparazione delle
proprietà dei vari materiali. Come è riportato sul sito del produttore, dalla semplice idea primitiva per arrivare alla realizzazione funzionante bisogna passare attraverso complicati calcoli strutturali e una realizzazione veramente sofisticata. Da notare nella foto la rotaia del fiocco autovirante. |
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Nel mio antico
progetto avevo previsto l'albero girevole nella scassa e su questo il
balestrone fisso. La vela era a tasca, come quella del laser. Qui
invece l'albero è girevole così' come il balestrone. |
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E come si regola
poi il tutto? Con un semplice paranco di randa. Niente trasto, non serve. Anche il paranco è di modesta dimensione, giusto un paio di bracci visto che l'armo è notevolmente compensato e gli sforzi sono modesti. |
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Guardo e
riguardo questa foto. A me da' l'impressione che l'albero sia leggermente piegato sulla sommità. Questo sabato sul canale ci sono una manciata di nodi di vento, l'albero è in posizione di riposo orientato alla minima portanza. Come si vedeva nalla foto della base, descrive un angolo di circa 45° rispetto al balestrone che a sua volta è orientato una decina di gradi rispetto alla longitudinale. Che siano riusciti a mantenere una flessibilità trasversale? O che non siano riusciti a irrigidire la struttura? O che ci vedo male? Ho cercato inutilmente sul sito del produttore una foto dell'albero in bolina dove si potesse vedere se effettivamente rimane rigido o si sventa sulla sommità. Non è un dubbio da poco... Se si sventa allora lo strallo fa la catenaria. Sarò sincero: sono combattuto da questo e da altri dubbi. Da un'idea semplice, dall'idilliaco regno del "meno c'è, meno si rompe" siamo arrivati un passetto alla volta ad una complicazione costruttiva davvero notevole. Certamente i costi saranno a dir poco sensibili se non proibitivi. Ma d'altro canto, se funziona, i vantaggi ci sono. |
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