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L’ultimo paio di
motivazioni è forse un po’ meno razionale: vedere in mare un
biplano
che, strambando, apre le sue vele a farfalla riserva un’emozione forte
ed insolita, che non lascia indifferenti; infine, in un mare pieno di
barche tutte uguali, bianche, di plastica e con lo stesso piano velico,
una volta decisi a farsela da soli, la nostra amata barchina,
perché
non farla un po’ diversa? |
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La randa sopravento spinge alla poggia, quella sottovento all’orza. | ![]() |
Uscendo da una situazione di cappa, con barca traversata al vento (1), si cazza prima la randa sopravento, finché non si è ben abbriviati (2); poi, lentamente, si cazza pure la randa sottovento (3) e quindi si mettono a segno entrambe le vele, controllando gli indicatori di flusso. |
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Uscendo da una
virata (1), sulle nuove mure, lasceremo in bando la scotta sottovento e
abbrivieremo la barca con la sola randa sopravento (2), poggiando per
accelerare. Solo ad abbrivio acquisito, cazzeremo la randa sottovento e
metteremo a segno le vele (3). |
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In navigazione
di bolina, i mostravento ci dicono di portare la randa sottovento
lievemente più cazzata rispetto a quella sopravento. Ricordiamo
che una randa totalmente steccata non fileggia, o quasi, e ci comunica
pochissimo della situazione dei suoi fenomeni circolatori: le stecche
la tengono sempre ferma e tesa nella sua forma, persino quando è
in stallo: l’unico modo per capirci qualcosa è leggere
attentamente le indicazioni dei mostravento. Il biplano in quanto tale
non penalizza le prestazioni di bolina, non influisce sulla
capacità di stringere il vento e sulla VMG, insomma, non
comporta, in questa andatura specifica, alcuna restrizione alle
prestazioni della barca. Offre piuttosto il vantaggio di una maggiore
superficie velica, grazie all’abbassamento del centro velico. Cuoncio
Cuoncio ha la sua migliore VMG intorno ai 50 gradi al vento, ma volendo
è in grado di stringere fino a 30 gradi. Queste caratteristiche
sono tuttavia da imputare alla sua natura di multiscafo, alle elevate
velocità di crociera e alla scelta di un piano di deriva senza
appendici, piuttosto che al suo armo. |
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Al traverso, in
un settore di una quindicina di gradi (tra i 90 e i 105 gradi al vento)
la randa sottovento smette di portare fino al punto di essere
completamente risucchiata dalla depressione di quella sopravento. Il
fenomeno, cosiddetto di back-wind, può essere spiegato, anche
senza ricorrere a prove in galleria del vento, con le note teorie del
flusso circolatorio. Comunque, evitando di annoiarci in questa sede con
trattazioni troppo scientifiche, basti sapere che nel settore descritto
potremo veleggiare con la sola randa sopravento, a tutto svantaggio di
velocità e VMG, oppure scegliere, come già spiegato, di
tirare un bordo di bolina larga e uno al lasco. |
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Al lasco, non
ci sono particolari differenze dalla regolazione di una qualsiasi
randa. Continuando a poggiare, portandosi in fil di ruota, la randa
sopravento abbatterà: le vele sono ora a farfalla. L’andatura in
poppa è ovviamente più lenta del lasco, ma sicuramente
molto più suggestiva. |
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Questa è la rappresentazione convenzionale di quello che succede ad un flusso quando incontra un profilo o, in questo caso una vela. La linea retta in tratto-punto è l’asse dello scafo, la vela è quella più scura. La linea curva in tratto-punto è chiamata linea di ristagno e costituisce il confine tra le due zone di alta e bassa pressione, rispettivamente sopravento (+) e sottovento (-). Le altre linee ci indicano, con la loro vicinanza, la velocità del flusso: più sono vicine, più aumenta la velocità e quindi, ci dice Bernoulli, più diminuisce la pressione. Tutto chiaro? Speriamo! | ![]() |
Ora, se accostiamo, ad una certa distanza, un’altra vela, queste si influenzeranno a vicenda, inevitabilmente. In particolare, l’area con bassa pressione sul lato sottovento della vela sopravento tenderà a risucchiare aria dall’alta pressione vicina del lato sopravento della vela sottovento, come indicato dalla freccia nel disegno. Oltre a modificare l’andamento delle linee di flusso, questo fenomeno provoca in modo evidente un abbassamento della differenza di pressione tra le due facce di ogni vela e quindi una diminuzione della portanza. Non c’è da scandalizzarsi: anche in un armo tradizionale la randa si…sacrifica, lavorando in uno ‘scarso’, per regalare portanza al fiocco che lavora invece sempre in un ’buono’. Si tratta sempre e comunque di ottimizzare il rendimento generale dell’insieme, come se si trattasse di un’unica ala, anche perdendo qualcosa della portanza ottimale di ogni singola vela. I termini fondamentali di questo gioco al compromesso sono, nel caso del biplano, la portanza, e quindi l’allungamento o, meglio, l’altezza delle singole vele, e la distanza trasversale che le separa. |
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uoncio Cuoncio: Superficie randa 15,3mq Inferitura 7,5m Base 2,8m Distanza tra gli alberi 3,0m Rapporto distanza/inferitura 0,4 |
ydroplaneur: Superficie randa 150mq Inferitura 22m Base 9m Distanza tra gli alberi 11m Rapporto distanza/inferitura 0,5 |
Team Philips: Superficie randa 380mq Inferitura 41m Base 12m Distanza tra gli alberi 21m Rapporto distanza/inferitura 0,5 |