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di John Shuttlewort per gentile concessione dell'autore
e-mail : john@jshuttleworth.fsnet.co.uk sito web: http://steamradio.com/JSYD/default.html |
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Velocità Se avete un piccolo computer o una buona calcolatrice programmabile potete usare la formula IOMR o la PMA per calcolare la velocità relativa. Comunque questo è un processo laborioso e dubito che molti siano propensi a provarci. Questo è un modo veloce per calcolare la velocità relativa usando :
La Figura 2 mostra l'MRII più il LWF
per tutte le barche della Fifura 1. La differenza tra i leggeri "regata"
e i pesanti "crociera" è più marcata in queste condizioni.
Per lo standard attuale, per essere in grado di vincere
una OSTAR, avete bisogno di un MRII da 1,25 a 1,5 e, per vincere
in una regata con predominanti venti leggeri, un MRII più
LWF di 1,65 o più alto.Si deve anche notare che le velocità
sottovento è misurata per mezzo del MRII più LWF
perchè nei multiscafi veloci il vento apparente in andature portanti
è molto basso. Spesso nell'ordine dei 3 o 6 Kn, ed in queste condizioni
il rapporto Potenza/peso è molto importante.
Venti Forti. La velocità data
da MRII e MRII piùLWF, sono validi fino al
momento in cui la vela deve essere ridotta. A quel punto la stabilità
della barca diventa il fattore limitante e la massima velocità è
stata raggiunta. Comunque, questa non è una condizione semplice
da calcolare e dipende da molti fattori. La formula semplice per la stabilità
è :
Dislocamento Apparente. Se la velocità
della barca (al limite della stabilità) è calcolata secondo
l' MRII, la massima velocità che può essere raggiunta
su Livery Dole IIi, a questo punto, dovrebbe essere di 33.9 Kn,
ma questo non tiene conto della forza di sbandamento che deriva dalle vele.
Come la barca sbanda ad un massimo di 22°, quando lo scafo principale
si solleva, l'intera barca sopporta un incremento nel dislocamento apparente
dovuto alla coppia sbandante delle vele (FD), guardate la Figura
3. Nel Caso di Livery Dole III, l' FD raggiunge un massimo di 1,3
Tonn.Usando il dislocamento apparente in MRII otteniamo una
velocità massima di 31,3 Kn.
Comunque la forza di sbandamento è associata con
una forza laterale di 3 Tonn che deve essere contrastata dalla portanza
della deriva. La deriva è anch'essa ad un angolo di 22° dalla
verticale, cosi che la pressione idrostatica della deriva decrementerà
la forza di sbandamento dello scafo principale di FD.
Utilizzo del pieno potenziale della barca.
Come ho menzionato prima, pensavamo che incrementando la superfice velica
e diminuendo il peso, la barca potesse andare più veloce,
e mentre questo è vero con un certo limite in condizioni dal vento
leggero a moderato, è certamente provato che non sia il caso in
regate come la Ostar, dove le prestazioni controvento e l'integrità
strutturale sono di vitale importanza.
In questi giorni quando i trimarani sono progettati con
amas con meno del 100% del dislocamento totale, la vela deve essere ridotta
prima che sia stato raggiunto il pieno potenziale dell'attezzatura. Questa
era una seria limitazione alla velocità, ma ha significato che una
barca leggera con una grande superfice velica non doveva essere sovrastressata,
e apparve che la tendenza sarebbe continuata. Comunque, non appena aumentammo
il galleggiamento degli amas al 130% (nel caso di Great Britan IV), ma
mantenedo ancora una una grande superfice velica su una barca veramente
molto leggera trovammo immediatamente che la potenza che la barca
poteva sviluppare era eccessiva per la struttura. Tenedo a mente che la
pressione sulle vele è pari al quadrato della velocità del
vento. Per esempio, se Brittany Ferries ha un ama con il 90% di galleggiamento,
invece del 140%, la vela dovrebbe essere ridotta quando la spinta sulle
vele raggiunge 3,88 Tonn., ma con un ama al 140% , quando la spinta sulle
vele è di 5,58 Tonn..
Un aumento del 44%, , così, incrementando
il galleggiamento degli amas, i carichi dell'attrezzatura possono essere
incrementati di circa un'altra metà. Così, al fine di utilizzare
il pieno potenziale della barca, questa deve essere più rigida,
più resistente e pertanto, più pesante.
Stabilità diagonale. Con amas più larghi, un'altro problema molto più serio viene alla luce in relazione al centro di galleggiamento degli amas e di come questo ha effetto sulla qualità longitudinale dello scafo principale. Una volta che le barche sono capaci di sviluppare il 50% in più di potenza, la stabilità diagonale diventa il fattore limitante da raggiungere. La Figura 4 mostra come si muove il centro di sforzo come le vele sono lascate.
Prestazioni controvento. Navigando duro
sottovento questa rotazione in su della prua permette allo scafo principale
di generare molta più portanza dinamica e mantiene le traverse anteriori
fuori dalle onde mentre il momento rotatorio generato dall' amas ha un
notevole effetto nello smorzare il beccheggio. Uno dei problemi più
significativi nelle barche molto leggere con una grande superfice velica
nell'andare controvento in condizioni di vento da moderato a forte era
, a parte il beccheggio (che adesso può essere in buona parte controllato
dagli amas), il momento che in una barca leggera è basso.
Al fine di essere in grado di navigare attraverso i flutti uno tende a
tenere su più vela per mantenere la velocità di avanzamento
ed evitare che le onde fermino la barca, il risultato finale è che
l'attrezzatura comincia presto a strapparsi dallo scafo.E in una barca
che sia capace di sviluppare il 50% in più di potenza a causa della
dimensione dei galleggianti, il controllo dell'attrezzatura si perde a
causa della extra flessione associata al maggiore carico di pressione.
La lezione è non essere troppo leggero a spese
della resistenza e della rigidità, se volete una barca all-around.
Se andrete a navigare sottovento o in prevalenti arie leggere dovreste
riuscire a spuntarla con un rapporto potenza/peso molto alto. D'altro canto,
se potete affrontare la tecnologia più costosa, è possibile
disegnare una barca leggera che sia forte abbastanza e poi aumentare il
peso con zavorra d'acqua.
L'unico momento di forze disponibile per contrastare
questo è il peso della barca moltiplicato la distanza tra il centro
di gravità (W) ed il centro di galleggiamento(CB) della parte immersa
degli scafi. Se la prua affonda a 20 Kn e una superfice di 9 sq.ft (circa
0,83 m2)di coperta si sommerge, la spinta può essere
di 3.000 lbs (circa 1360Kg)o più.
Nel frattempo, come la barca decelera, la spinta sullo
spinnaker aumenta del quadrato del vento apparente. Questo può facilmente
aumentare da 6 a 20 Kn che può causare un decuplicare della
pressione su un braccio di leva di metà altezza dell'albero.
Noi ignoriamo quanto ai punti 1 e 4, in una barca di 40', se il centro di galleggiamento si muove in avanti di 3' quando la prua va giù, i valori potrebbero essere in quest'ordine di grandezza:
Momento massimo della coperta sommersa | 45,000 ft lbs |
Decremento al rallentamento della barca | 15,000 ft lbs (A) |
Momento dello spinnaker | 5,000 ft lbs |
Aumento al rallentamento della barca | 45,000 ft lbs (B) |
Totale massimo momento rotatorio | 60,000 ft lbs (A+B) |
Se il dislocamento della barca è di 6,500 lbs il
momento raddrizzante di contrasto sarebbe di 19,500 ft lbs. Così,
anche senza i punti 1 e 4, la barca si ingavonerà molto presto.
Se lo spinnaker viene tolto la barca si riprende.
E' ovvio che se si può prevenire l'affondamento
della coperta , la primaria causa di ingavonamento sarà rimossa.
Per primo, l'effetto rallentante (inizialmente 8,000 lbs nell'esempio sopra)
sarà rimosso e se la barca non si rallenta allora la pressione sullo
spinnaker non aumenterà. L'altro fattore di vitale importanza è
che il centro di galleggiamento si muova più avanti possibile come
la prua precipita giù. Considerando i fattori 1 e 4, è ovvio
che una prua ben svasata e una poppa stretta aiuteranno a prevenire
il pitchpoling.
E' anche importante che la svasatura abbia inizio ragionevolmente
vicino alla linea di galleggiamento per rallentare il momento rotatorio.
Se la riserva di galleggamento nella prua è
proprio al livello della coperta non potrà mai essere usata prima
che la coperta vada sotto. Inclinare la prua in avanti e svasare lo scafo
in basso sono le più valide vie di prevenire il pitcpoling.
E' possibile un buon rapporto di riserva di galleggiamento
in avanti al dislocamento e l'area dello spinnaker per arrivare a limiti
di sucurezza. Al presente il fattore di sicurezza permesso è a cura
di ogni singolo progettista ma se le barche continueranno ad ingavonarsi
dovremo incorporare dei limiti di sicurezza nei regolamenti di rating.
Conclusione. Ho tentato di soffermarmi sui
trimarani in riferimento all' ottenimento di prestazioni. E' interessante
notare che nel caso di una catamarano da regata il massimo grado di sbandamento
sarebbe più o meno nell'ordine di 5° invece di 22° per i
trimarani. A 5° la spinta al rovesciamento delle vele è irrilevante
e quindi il dislocamento apparente non aumenta. Questo dà al catamarano
da regata un vantaggio superiore nel risalire, quando navighi vicino al
limite. Comunque, il trimarano ha le migliori performances in arie leggere
come risultato dall'avere meno superfice bagnata quando naviga orizzontale.
Il vantaggio (dei cat) quando si risale può essere pareggiato e/o
annullato usando dei folis per consentire al trimarano di navigare
tutte le volte in orizzontale. Sto pertanto sviluppando un sistema
di foils per i miei progetti di trimarani da regata. Come sviluppiamo la
conoscenza dei materiali e delle strutture le barche possono essere fatte
più larghe senza aumentare il peso, questo aumenterà la massima
velocità e migliorerà le prestazioni controvento. Mi sembra
logico aumentare la lunghezza dei galleggianti a vicino a quella
della L.O.A. della barca. Così uno scafo sottile può essere
disegnato con molto dislocamento e può essere aumentata la stabilità
diagonale. Ma molto importante è che l'effettiva L.W.L. in
navigazione veloce sia prossima alla L.O.A.. Negli anni passati abbiamo
dimostrato che il raggiungimento in sicurezza di ambiti di velocità
superiori sia più che solo una questione di aumentare il rapporto
potenza/peso.
Il disegno delle barche stesse deve cambiare affichè
questa potenza sia totalmente utilizzata. E' solo portando le barche da
regata al loro limite che sono venute alla luce imperfezioni di progetto
che sarebbero state riportate nei progetti da crociera. Se spingiamo il
limite delle prestazioni sempre più in alto, allora raggiungiamo
margini di sicurezza per il crocierista che non spingerà mai così
a fondo. Molti crocieristi dicono " non sono interessato alle prestazioni".
Io credo che dovrebbero esserlo. Una barca che in sicurezza possa
essere condotta alla massima velocità sarà più
sicura e confortevole in crociera e non c'è migliore test per un
progetto che regatare in una tempesta.
John Shuttleworth