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di John Shuttleworth
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Teoria
Questo articolo valuta come
un multiscafo si comporta sulle onde rispetto al rullaggio ed al beccheggio.
La stabilità è valutata sia in relazione al vento ed alle
onde. In particolare sarà fatto riferimento al lavoro del Prof Marchaj
“Seaworthiness the Forgotten Factor” (Le qualità marine di una barca).
I multiscafi sono studiati con gli stessi criteri con cui nel libro sono
valutati i monoscafi , facendo un chiaro confronto tra
vecchi e nuovi progetti di multiscafi e i monoscafi, con particolare riguardo
al rovesciamento per onde e vento.
Altri fattori che influenzano
la marinità come il beccheggio, il surfing, il rullaggio, lo yawing
(ndr vedasi “I movimenti della barca”) sono altresì trattati.
Viene presentata un’analisi
vettoriale dalle forze di portanza/resistenza che agiscono su un multiscafo
ed ogni fattore come la resistenza dello scafo, superficie esposta al vento,
efficienza della chiglia e dell’attrezzatura ecc sono direttamente messi
in relazione alla capacità di stringere il vento.
Questi fattori sono riferiti
a diversi tipi di multiscafi ed è chiaramente dimostrato perché
i vecchi multiscafi non stringevano bene il vento, e perché invece
quelli moderni lo fanno.
Viene presentato e riferito
a progetti reali un metodo per calcolare la velocità del vento alla
quale uno yacht smetterà di risalire il vento con la analisi
di come migliorare l’abilità controvento in condizioni di burrasca
e quindi come migliorare la “marinità”.
Sono presentate inoltre:
una breve analisi sulle moderne tecniche di costruzione per diminuire la
fatica dei materiali e le grandi concentrazioni di stress nonché
gli effetti di danno da collisione con una nota di come il CAD può
essere usato per migliorare l’aerodinamica di una barca al di sopra dell’
acqua.
Capacità marina - concetti
di base
La marinità di una
barca, nel senso più ampio, è la capacità di una barca
di assicurare sicurezza e confort al proprio equipaggio in tutte le condizioni
metereologiche. Il concetto di marinità non deve essere considerato
solo come condizione di sopravvivenza in una tempesta poiché le
imbarcazioni possono essere perdute sia in condizioni moderate
che sotto tempesta.
Gli effetti della fatica
nei materiali di costruzione e nell’attrezzatura possono risolversi in
un cedimento in venti moderati, e la fatica dell’equipaggio dovuta a movimenti
estremi può risolversi in un errore di valutazione o l’esaurimento
molto prima che si sia verificata una situazione pericolosa.
La collisione per esempio
può avvenire in qualsiasi momento ed è un motivo di perdita
di molti yacht e, secondo me, un pericolo maggiore che una tempesta.
I
n queste pagine spiegherò
alcuni dei molti fattori che influenzano la marinità dei multiscafi,
comprendendo le capacità in controvento, la stabilità, il
moto sulle onde e rollio e beccheggio. Spiegherò come la costruzione
può essere progettata per ridurre le concentrazioni di stress e
di come la fatica dei materiali è presa in considerazione.
Indicherò come differenti
multiscafi possono essere resi sicuri in caso di collisione in mare. Lungo
il percorso mostrerò come il computer può aiutare nel disegno
di forme di scafo per controllare il beccheggio, prevenire tendenze all’affondamento
della prua e migliorare la forma aerodinamica.
Il lavoro più approfondito
sulla marinità negli yacht moderni è dovuto a “Seaworthiness
the Forgotten Factor” di C.A. Marchaj. Sfortunatamente il libro si concentra
quasi esclusivamente sul disegno del monoscafo e molto poco è
detto sui multiscafi. Poiché lo spazio è limitato, non ridefinirò
le formule e i criteri per la marinità, che sono chiaramente spiegate
nel libro, invece andrò direttamente a mostrare come un multiscafo
si inserisce in questa rappresentazione.
Leggendo Seaworthiness the
Forgotten Factor non posso fare a meno di pensare costantemente quanti
pochi dei vizi e problemi attribuiti ai monoscafi riguardino i multiscafi
moderni.
Durante gli ultimi 20 anni
sono apparsi una quantità di diversi multiscafi tutti con
differenti caratteristiche di navigazione e qualità marine. C’è
stato un netto miglioramento nel comprendere i fattori richiesti per rendere
un multiscafo sicuro e veloce, producendo barche che sono estremamente
marine, come sarà dimostrato nelle seguenti analisi
I fondamentali tipi di multiscafi
sono elencati di seguito.
Ovviamente questi sono i
casi estremi, e molte barche andranno a cavallo di più categorie.Questo
raggruppamento rappresenta un ordine cronologico solo in modo molto generale.
Barche che hanno alcune delle caratteristiche dei tipi più moderni
possono essere trovate in multiscafi il cui disegno data più di
1000 anni. D’altro lato barche di tutti i tipi sono ancora progettate e
costruite. Da un punto di vista soggettivo, la sequenza qui
proposta segue strettamente la mia personale esperienza di navigazione
e progettazione. Dapprima ho traversato l'Atlantico circa 17 anni
fa sui “tipo 1”, più tardi l’ha attraversato di nuovo sui “tipo
2” e pochi anni fa sui “tipo 3” . Recentemente la maggior parte dei
miei viaggi oceanici di lunga distanza sono stati a bordo di catamarani
del “tipo 6”. Per cui le “generazioni” sono più applicabili a me
stesso che ad un criterio generale, sebbene molti osservatori dello sviluppo
dei multiscafi moderni siano d’accordo con le grandi linee dei singoli
tipi.
La chiglia nel senso usato
qui sotto è un’appendice per resistere sottovento. La chiglia non
è zavorrata come nei monoscafi e può essere fissa, retraibile
sia verticalmente che basculante. Il termine amas designa gli
scafi esterni dei trimarani , altresì spesso chiamati “outriggers”,o
designa lo scafo piccolo dei proa.
1) Il tipo più vecchio di trimarani; Relativamente pesanti. Molta superficie al vento. Inefficienti idrodinamicamente e nella forma della chiglia, spesso sia con chiglia fissa che del tutto senza. Piccola superficie velica. Spigoli vivi e molta superficie bagnata. Scarso controllo del beccheggio, Media volume di galleggiamento degli amas ( circa il 110% del dislocamento della barca). Gli amas di solito erano contemporaneamente entrambi in acqua . Baglio stretto (rapporto lunghezza/baglio = 2). Costruzione spesso incerta, spesso in fogli di compensato. Bassa resistenza alla fatica di lungo termine..2) seconda generazione di trimarani Diventano più leggeri. Piani velici più ampi. Minori spazi interni. Basso volume di galleggiamento degli amas (dal 75 al 90%). Baglio largo (Lunghezza/baglio =1,3) Superficie al vento considerevolmente ridotta. Miglioramento nel progetto della struttura.
3) trimarani di Terza generazione. Peso leggero (dovuto all’uso di materiali compositi).Grandi superfici veliche. Baglio ampio (Lunghezza/baglio da <1,5 a meno di 1.0 nelle barche più piccole). Amas a grande volume di galleggiamento (fino al 200% del dislocamento). Beccheggio molto ben controllato per mezzo dell’uso di differenti forme di scafo tra quello principale e gli amas. Miglioramento delle capacità di navigazione in tutte le condizioni di vela. Bassa superficie al vento. Netto miglioramento nelle strutture dovuto all’uso del CAD e la migliore conoscenza dei materiali compositi.
4) I primi Catamarani. Relativamente pesanti. Baglio stretto (Lunghezza/baglio spesso oltre 2). Poca superficie velica. Forme immerse inefficienti e chiglie fisse di basso profilo.Catamarani da crociera molto pesanti per gli standard attuali. Ampie e piatte finestrature nella cabina determinavano molta superficie al vento. Spesso erano facili al dondolamento e al beccheggio dovuto alla forma a dondolo e la simmetria degli scafi.
5) Catamarani di seconda generazione. Progetti a ponte aperto. Tutto lo spazio abitabile confinato negli scafi. Superficie esposta al vento molto ridotta. Forme di chiglia molto migliorate; derive retrattili. Larghe poppe e fini prue che causavano la tendenza a affondare la prua di bolina.Prestazioni controvento molto migliorate. Controllo del beccheggio ancora scarso; qualche tentativo di ridurlo usando prue a bulbo. Più larghi dei primi tipi. Pani velici maggiori.
6) Catamarani di terza generazione. Progetti con ponti aperti, con grande spazio di accomodamento negli scafi. Dondolamento eliminato dalla forma degli scafi. Affondamento della prua in bolina eliminato. Superficie al vento in gran parte ridotta per mezzo dell’arrotondamento e delle forme aerodinamiche dei fianchi della coperta. Potenti ed efficienti attrezzature.Derive e timoni sofisticati e rettraibili. Scafi con superfici bagnate minime. Prestazioni controvento eccellenti; Movimento sull’acqua veloce e facile. Molto stabili e baglio molto largo (L/B <1,5). Miglioramento del disegno della struttura come per i trimarani.
7) Catamarani di quarta generazione. Fondamentalmente come il tipo 6 ma con cabina di ponte molto aerodinamica per una grande abitabilità e bassa superficie al vento. Peso leggero mantenuto ma con grande capacità a portare peso per la crociera veloce.
8) Altri tipi.I proa (Atlantici con ama sul lato sottovento e Pacifici con ama sul lato sopravvento) e trimarani con foils. In generale questi sono modelli sviluppati solo per le regate e hanno problemi speciali che richiedono particolari conoscenze, esperienza e abilità di conduzione per la sicurezza. Per mancanza di spazio in questo articolo questi tipi non saranno trattati in nessun loro dettaglio .
Sebbene mi concenti specialmente
sui progetti da crociera, molti dei concetti di progettazione derivano
da progetti da regata di successo.
Infatti i progetti da regata
che spingono al limite le prestazioni sono un test eccellente per le barche
da crociera, particolarmente i regata progettati per le grandi manifestazioni
d’altomare come la OSTAR e la 2star, che sono entrambe prevalentemente
controvento attraverso il Nord Atlantico . In queste regate, la facilità
di governo e di navigazione, la capacità di andare controvento,
l’integrità della struttura e la marinità sono di suprema
importanza.
E’ interessante notare che
questo miglioramento, con il conseguente enorme aumento delle qualità
marine e della velocità, ha avuto luogo nello stesso periodo nel
quale si sono deteriorate le qualità marine dei monoscafi.
La ragione principale è
che lo sviluppo dei multiscafi ha avuto luogo senza le restrizioni di alcun
regolamento di rating, con il solo criterio per determinare il successo
di un progetto del miglioramento la tenuta al mare e le performances generali
con la conseguenza dello sviluppo di progetti di barche da crociera estremamente
marini.
I movimenti della barca in navigazione
e gli effetti sull'equipaggio.
Ci sono 6 forme principali
di movimento in navigazione (rif.1) che combinandosi in diversi modi
compongono il movimento dinamico di una yacht in mare
1. Rollio
Con l’eccezioni dei tipi
2 come sopra, i multiscafi sono virtualmente immuni dal rollio. Questo
significa che la barca sta sull’acqua come una zattera; seguendo la superficie
del mare, dando molto confort all’equipaggio in navigazione, specialmente
sottovento.
Quando si trovano a secco
di vele, i cat e i tri mostrano caratteristiche differenti. Inizialmente
i catamarani hanno un momenti di inerzia di rollio molto alto (Ir) perché
il peso della barca è principalmente concentrato sulla linea centrale
degli scafi.. La spinta di galleggiamento della barca è anche questa
concentrata alle estremità della linea di centrobarca, dando un
forte smorzamento del rollio. I catamarani da crociera a ponte aperto beneficiano
di più di quest’effetto mentre i trimarani con amas a basso
volume di galleggiamento meno.
Nei trimarani il peso è
concentrato vicino al centro di gravità (CG) riducendo l’Ir e gli
amas ci mettono di più per fornire galleggiamento allo sbandare
della barca e questo riduce lo smorzamento. In un tri con amas
a basso galleggiamento questo effetto può portare al rovesciamento
sotto onde (quando a secco di vele) come verrà mostrato più
avanti e differenti tecniche di conduzione sono richieste per assicurare
la sicurezza di questo tipo di multiscafo in una tempesta.
2.
Beccheggio e dondolamento
Molti dei primi multiscafi
erano inclini al dondolamento ed al beccheggio. Questo era causato dalla
forma a culla del profilo dello scafo troppo accentuata e dalla
stretta sezione a V sia a prua che a poppa. Con il miglioramento
delle forme degli scafi tendendo verso forme ad U specialmente a poppa
il beccheggio rimase ancora un problema, a causa della ampiezza delle sezioni
di poppa che facevano sì che il mare alzasse le poppe al passare
della barca sulle onde e portando la prua in giù.
Comunque noi sappiamo che
il beccheggio può essere fortemente ridotto da sezioni più
fini a poppa associate a un centro di galleggiamento che si muove
in avanti quando lo scafo si immerge ed all’indietro quando questo si solleva
(ref 2 and 3 ). Questo effetto può essere ottenuto in entrambi cat
e tri dando un movimento molto confortevole e facile nelle andature al
vento. Allo stesso tempo le prestazioni al vento sono migliorate perché
la direzione del vento apparente è più stabile sulle
vele.
3. Yawing.
Qualsiasi tendenza a straorzare
è stata virtualmente eliminata nei moderni multiscafi per il basso
pescaggio (per la forma ad U della sezione e per il basso peso) e per l’uso
di derive retraibili. Una volta che la chiglia è rimossa mentre
si naviga sottovento, non c’è virtualmente nessun rischio di straorzare,
fintanto che non affonda il forefoot (la parte più profonda e stellata
della prora). Questo effetto può essere prevenuto riducendo per
prima il forefoot e guadagnando rapidamente spinta di galleggiamento nelle
sezioni anteriori sopra la linea di galleggiamento.
Le simulazioni al computer
dello scafo con differenti tagli di prua e a varie posizioni della linea
di galleggiamento, sono adesso parte essenziale del processo di progettazione
per controllare propriamente le caratteristiche di navigazione sia sopravvento
che sottovento. Vedete la figura 1.( ref 4 ).
4. Surfing.
Un multiscafo può
surfare facilmente, facendo veloci navigazioni in oceano aperto.
Navigando sotto venti di più di 40 Kn è normale, confortevole
e facile. Il vento apparente viene ridotto dall’alta velocità della
barca. Comunque particolare attenzione deve essere riposta nella dimensione
e disegno del timone per mantenere un buon controllo a velocità
di planata superiori a 20 Kn.
Pale a sezione aerodinamica
a forma di vanga ellittica e bilanciata ridurranno il carico sul
timone e la resistenza alle alte velocità. Gli assi dei timoni devono
essere molto forti per essere in grado di fare consistenti timonate a così
alte velocità . Preferisco usare acciaio inox o titanio piuttosto
che carbonio per gli assi perché all’ultimo il timone si piega se
sovraffaticato invece di tranciarsi. Progetto con un fattore di sicurezza
di 1,5 con timone a 90° rispetto al flusso d’acqua a 25 Kn. Questa
situazione è abbastanza probabile se la barca comincia a straorzare
e sbandare sotto un’onda e il timone è girato a tutta chiusura (35
gradi).
Una volta che la velocità
del vento sia così forte che il planare sottovento diventa pericoloso
e se la barca non fa progressi controvento o giace a secco di vele (questo
può essere il caso per tipi 1,2 e 4) sarà essenziale impiegare
un’ancora galleggiante per controllare la velocità della barca.
Molto è stato scritto su questo soggetto e certamente è una
via di sopravvivenza per un multiscafo in un forte tempesta. Dal punto
di vista del progettista è essenziale fornire punti d’attacco sulle
prue e sulle poppe adeguatamente forti.
5. Swaying.
Un moderno multiscafo a
dislocamento leggero che sta di traverso al mare senza vele e con le derive
alzate, planerà trasversalmente con facilità su un
frangente. Sarà dimostrato più avanti che questa è
un’importante caratteristica nella marinità dei multiscafi sotto
tempesta. I primi multiscafi con le chiglie fisse e i trimarani del tipo
2 tendevano ad inciampare sulle loro chiglie o i loro amas quando venivano
colpiti da un frangente. Un baglio stretto aumentava il pericolo di rovesciamento
in questa situazione.
Se il moto laterale di uno
yacht deve essere fermato, per esempio a causa di un pericolo sottovento,
questo può essere ottenuto sia impiegando un’ancora galleggiante
o mettendo già la deriva sopravvento (questo si applica solo ai
catamarani). La deriva sopravvento può funzionare come un freno
senza impartire un momento rotatorio alla barca. Se la barca non ruota,
questa non si rovescerà.
6. Heaving.
Questo è un problema
complesso da definire per un multiscafo, perché i due scafi immersi
stanno in punti diversi di un’onda ad ogni momento dato. Nondimeno sono
meno affetti dall’heaving dei monoscafi perché gli scafi sono più
stretti, permettendo alla barca di tagliare l’onda in navigazione . Perdita
di dislocamento apparente sulla creste delle onde e momento rotatorio impartito
dell’effetto heaving sullo scafo sopravvento favoriranno il rovesciamento
di un multiscafi sovrainvelato a causa del vento e l’azione delle onde.
Del rovesciamento favorito dall’heaving si è fatta esperienza
particolarmente nei trimarani del tipo 2 e i catamarani del tipo 4. Questo
è di particolare importanza e ne tratteremo più diffusamente
nella prossima sezione.
Stabilità
Questo è generalmente
un soggetto molto contestato e un pò incompreso quando si discute
di qualità marine dei multiscafi ed è probabilmente la più
grande paura che i marinai inesperti hanno riguardo a questo tipo di imbarcazioni.
Mentre è vero che
alcuni multiscafi si sono rovesciati, è chiaro da quanto sopra che
ci siano differenti tipi di multiscafi, e non di meno ci sono differenti
modi nei quali questi possono rovesciarsi. Tenterò di mostrare che
attraverso accurate analisi e con la reale comprensione dei fattori che
contribuiscono alla vulnerabilità al rovesciamento, sia possibile
progettare un multiscafo che sia estremamente difficile da rovesciare e
uno che sia sicuro in tutte le condizioni.(Tenete a mente che fuori da
qui ci può essere un’onda che può sopraffare qualsiasi imbarcazione)
Stabilità dinamica (al vento)
La stabilità statica
è una misura della stabilità della barca in acqua ferma ed
è data dalla seguente formula: (Rif.2)
Ci sono due fattori che
possono ridurre SF. Primariamente se la barca ha un alto angolo di sbandamento
al punto di massima stabilità,(peggiore nei trimarani del tipo 2
e minima in tutti i catamarani) il corretto SF è dato sostituendo
B nella 1 con la larghezza fuori tutto x il coseno dell’angolo di sbandamento.
Tipici valori di SF possono variare tra 12 Mn/h per un catamarano da regata
Formula 40 ad oltre 40Mn/h per multiscafi da crociera. I moderni e leggeri
crociera/regata possono stare in un arco tra 24 e 30 Mn/h. E’ chiaro pertanto
che a seconda dei differenti tipi di multiscafi elencati più sopra
la stabilità iniziale può variare enormemente.
La Curva di stabilità e
la stabilità in mare mosso
Il momento raddrizzante
è la distanza dal centro di galleggiamento al centro di gravita
x il peso apparente dell’imbarcazione. Questa è la propria fondamentale
resistenza statica allo sbandamento. Le forze che fanno sbandare la barca
possono venire dal vento o dalle onde.
La figura 2 mostra le curve
del momento raddrizzante per l’angolo di sbandamento per un tipico
moderno catamarano e trimarano di 35’ regata/crociera di mio progetto.
Il trimarano (del tipo 3 con amas ad alto volume di galleggiamento) ha
una larghezza fuori tutto di 32’ e il catamarano (del tipo 6) una larghezza
di 23’. Il trimarano ha meno spazi interni ed è più leggero
del catamarano ma, per la maggiore larghezza ha una stabilità massima
più grande. E’ importante notare che la massima stabilità
del trimarano si verifica ad un angolo di sbandamento di circa 20°,
mentre il catamarano ha il massimo a circa 6°. Se il galleggiamento
degli amas è ridotto a meno del 100% del peso della barca ( come
nel tipo 2), la stabilità massima sarà ridotta non solo in
proporzione alla riduzione di volume dell’ama, ma anche per l’effetto di
aggiunta di dislocamento apparente per la pressione sottovento delle vele
ad alti angoli di sbandamento. A 20° questo causerà una perdita
di momento raddrizzante nell’ordine del 20%. Se il volume di galleggiamento
fosse solo l’80% , il momento raddrizzante sarebbe solo del 60% di un equivalente
trimarano del tipo 3.
La figura 3 mostra le stessa
curve del momento raddrizzante di un catamarano e di un monoscafo
moderno da regata/crociera. L’energia richiesta da applicare all’imbarcazione
per farla rollare da 0° al punto di rovesciamento (90° nel catamarano
e 135° nel monoscafo) è data dall’area circoscritta dalla curva.
Dal grafico è chiaro che l’energia richiesta per rovesciare il catamarano
sia del 50% più grande che nel monoscafo. Naturalmente in entrambi
i casi l’angolo iniziale di sbandamento ridurrà la riserva
di stabilità disponibile, e nel trimarano questa riduzione di energia
di resistenza al capovolgimento sarà più grande che in un
catamarano. L’energia per capovolgere un trimarano a 90° è maggiore
di una catamarano a condizione che sia del tipo 1 o del tipo 3.
Comunque in tutti i casi,
perché si verifichi il capovolgimento, l’energia del vento e delle
onde (uguale all’area sotto la curva del momento raddrizzante) deve essere
trasferita all’imbarcazione sotto forma di energia di rotazione. Nelle
sole onde, se l’energia dell’impatto delle onde non è trasformata
in energia di rotazione la barca non si rovescerà.
La seguente tabella mostra
il dislocamento del catamarano del trimarano e del monoscafo considerati
nel grafico.
Catamarano | Trimarano | Monoscafo | |
L.F.T. (in piedi) | 35 | 35 | 33 |
Larghezza Max (in piedi) | 23 | 32 | 10,8 |
Larghezza tra i centri scafo (in piedi) | 17 | 29 | - |
Dislocamento (in libbre) | 6700 | 5800 | 10080 |
Per primo consideriamo l’azione
isolata delle onde. I test nella vasca hanno dimostrato che il rovesciamento
dovuto all’azione delle onde non frangenti è impossibile.Pertanto
quando un’imbarcazione giace a secco di vele l’impatto delle creste frangenti
è la primaria forma di energia che si introduce nel sistema che
può essere trasformato in energia di rovesciamento. Un multiscafo
segue il fianco dell’onda esattamente come una zattera come mostrato nella
figura 4. Comunque, poiché il galleggiamento ed il peso dell’imbarcazione
sono concentrati alle estremità della larghezza (particolarmente
nei cat del tipo 6), i multiscafi saranno più stabili al rollio
che una semplice zattera. L’equazione 2 dà l’energia d’impatto trasferita
alla barca dalle onde.
fig. 4.
..........................................
2
..........................................
3
Ei = energia trasferita durante l’impattoL’equazione sopra ci dà gli strumenti per comparare il modo in cui le due barche trasformano questa virtualmente importante energia d’impatto in energia di rotazione. Queste equazioni sono in realtà molto difficili da calcolare, ma ci dicono che per ridurre l’energia di rotazione impartita alla barca da onde frangenti noi dobbiamo aumentare Ir e Ia e diminuire r e quindi Mi.
Mi = Momento dell’impatto
Ir = Momento rotatorio d’inerzia della barca
Ia = Inerzia dell’acqua caricata dallo scafo ( nota come massa aggiunta)
t= tempo
d=densità dell’acqua di mare
A= area della sovrastruttura dello scafo
Cd= coefficiente di resistenza dello sovrastrutture dello scafo
r=braccio del momento dell’impatto
vi=velocità dell’impatto
L’equazione sopra mostra
che in molti multiscafi, l’energia d’impatto non è trasferita in
rotazione ed infatti virtualmente tutta l’energia è assorbita dallo
scivolamento(surfing) laterale. Questo è esattamente lo stesso effetto
che salva i più vecchi tipi di monoscafi dal rovesciamento da onde,
l’unica differenza è che il monoscafo prima che la chiglia sia quasi
parallela alla superficie dell’acqua e quindi si riduca il braccio
di leva (r) permettendo all’energia di dissiparsi nel movimento laterale,
dovrà sopportare uno scontro violento
Il multiscafo che viaggia
peggio in questa situazione è il trimarano con amas a poco volume
di galleggiamento. Quando un’onda colpisce il lato della barca, dapprima
rollerà più rapidamente e molto di più di un cat e
se l’ amas si immerge al punto di affondare e quindi interrompendo il movimento
laterale, tutta l’energia sarà trasferita nella rotazione e un rovesciamento
è possibile. Anche avere chiglie fisse o lasciare abbassata la deriva
sottovento aumenterà grandemente il rischio di capovolgimento da
onde per tutti i tipi di multiscafi.
Naturalmente il problema può presentarsi quando sia necessario limitare la deriva laterale della barca per esempio quando ci sia un pericolo sottovento. In un catamarano questo può essere facilmente risolto con sicurezza abbassando la deriva sul lato sopravvento. Tutti gli altri tipi devono usare una ancora galleggiante. La scelta se filare l’ancora galleggiante da prua o dal lato dell’imbarcazione dipende dal tipo di barca e dalle condizioni. Diverse persone hanno scritto sull’argomento compresi i Cassanovas e Dick Newick, i quali entrambi hanno usato e sostengono questo metodo per controllare lo scarroccio e il rollio in condizioni di tempesta.
L’azione del vento e delle onde
Quando l’azione del vento
e delle onde sono combinate insieme , un catamarano è più
vulnerabile di un tri, perché quando una barca sta navigando a vela
l’azione di sollevamento dell’onda sullo scafo sopravvento impartisce un
momento rotatorio alla barca, riducendo la riserva di energia residua indicata
dal grafico del momento raddrizzante della fig.2. Se la barca ha una bassa
stabilità statica e viene fatta navigare vicino al limite, con le
derive abbassate è possibile che si rovesci per onde e con una velocità
del vento che sarebbe sicura in acque spianate. I catamarani sono più
vulnerabili dei tri perché in generale la stabilità statica
dei cat è minore di quella di un Tri equivalente.
Questa è la ragione
principale per la quale i tri sono considerati più sicuri per le
regate dure in quanto possono navigare al massimo in mare molto mosso e
con un margine di sicurezza maggiore. D’altro canto questa è una
ragione molto buona per costruire cat più larghi possibile per aumentare
la stabilità statica e quindi aumentare la possibilità di
portare vela con sicurezza.
Capacità di risalire il
vento
Un’altra area
tradizionale di modeste prestazioni nei multiscafi è la loro abilità
a risalire il vento. Infatti è vero che i più vecchi
tipi di multiscafi (del tipi 1 e 4) dovevano bordeggiare tra 100 gradi
e più e avevano una capacità di stringere il vento molto
inferiore rispetto ai monoscafi .
La capacità di risalire
è una misura della marinità molto importante e può
essere vitale se c’è un pericolo sottovento in una tempesta. A parte
la necessità di migliorare le prestazioni in regata, è essenziale
disegnare multiscafi con capacità di andare sopravvento molto migliorate.
Non è sufficiente essere capaci di navigare veloci in andature portanti.
Per capire come i moderni
multiscafi siano così buoni sopravvento, dobbiamo guardare il diagramma
di forze che agiscono su uno yacht quando sta navigando in modo fermo e
bilanciato. Guardate la
figura 5.
FT=La forza aerodinamica
totale e RT = la forza idrodinamica totale risultante. Si dice che la barca
è bilanciata quando FT=RT. Si può dimostrare facilmente da
questo diagramma che EA+EH=beta)
e dove:
EA + EH = (beta)
......................................4
and where:
....................5
..................6
..................7
Dove
EA=angolo di resistenza
aerodinamica
EH+angolo di resistenza
idrodinamica
CL=coefficiente di portanza
delle vele
Cd= coefficiente di resistenza
delle vele
VA=Velocità del vento
apparente
SA=superficie velica
CS=Coefficiente di forza
laterale
Vb=velocità dell
abarca
A=area della chiglia
il diagramma e l’equazione
ci dicono semplicemente che se noi possiamo migliorare il rapporto
portanza/resistenza dell’attrezzatura, noi miglioriamo la capacità
di stringere. Ma quello che è più significativo è
che noi possiamo calcolare esattamente di quanto possiamo migliorare la
capacità di stringere per mezzo del miglioramento della portanza/resistenza.
Per prima l’attrezzatura e la resistenza
aerodinamica
Il diagramma polare di una
tipica attrezzatura a sloop è mostrata sovrapposta sullo yacht
nella fig.6 (Rif.6 7). La linea continua rappresenta la sola portanza/resistenza
delle vele, e la linea tratteggiata è la portanza/resistenza
quando la resistenza parassita della parte al vento dello scafo è
presa in considerazione. In un multiscafo la resistenza degli scafi è
molto alta e la seguente equazione ci permette di calcolare la resistenza
totale delle vele e dello scafo (Rif.5)
Cdp = CP x AP / SA ..............8
CdTOT = Cdp + Cd ...............9
Cdp=coefficiente di resistenza
di elementi parassiti relativi alla superficie velica
Cp=coefficiente di resistenza
parassita dei singoli elementi.
Ap=Area degli elementi parassiti
CdTOT=Coefficiente totale
di resistenza aerodinamica per l’intera barca+attrezzatura
I fatto importante da notare
nelle equazioni 8 e 9 è che il coefficiente della resistenza parassita
(Cdp) è inversamente proporzionale alla superficie velica. In pratica
questo significa che se la superficie velica viene ridotta, l’effetto
della resistenza parassita aumenta e quindi aumentando l’angolo di resistenza
aerodinamica e riducendo la capacità di stringere il vento. La capacità
di stringere il vento viene ridotta anche se viene aumentata la superficie
dello scafo esposta al vento . In pratica un catamarano con ponte aperto
del tipo 6 ha CdTOT=0,33, mentre l’aggiunta di una cabina di ponte con
pareti piane aumenterà il Cdp del 35%. Questo determina un CdTOT
(inclusa la cabina di ponte)=0,39.
Se questo aumento viene
indicato sul diagramma polare nella fig.6 questo mostrerà un aumento
in EA di 3 gradi. Questo significa che la barca virerà con 6 gradi
di più. Se il Cp della cabina di ponte può essere ridotto
da 1,2 (coefficiente di una superficie piana) a 0,3 per mezzo di accurato
disegno aerodinamico, Cdp aumenterà solo dell'8,7% determinando
una perdita in angolo di virata di solo 1 grado. Pertanto è di vitale
importanza prestare attenzione alla resistenza parassita e di disegnare
superfici pulite ed aerodinamiche.
Per interrompere ogni progresso
della barca in direzione sopravvento l’angolo di resistenza aerodinamica
deve aumentare a circa 60 gradi, e se l’effetto delle onde che battono
sulla barca sottovento è compreso, questo può cadere a diciamo
55 gradi. Perché questo accada il rapporto tra portanza totale e
resistenza deve cadere a 0,700. Questo è abbastanza possibile nei
catamarani con cabina di ponte a pareti piatte con un coefficiente di resistenza
totale (CdTOTO) di 0,392. Infatti questo accade in alcuni multiscafi quando
la superficie velica viene ridotta al 27% del piano totale . Quando considerate
che la proporzione normale del fiocco da tempesta e di una randa terzarolata
al massimo è circa il 20% del piano velico totale, è ovvio
che l’aerodinamica della barca deve essere presa in seria considerazione,
non solo per migliori prestazioni in navigazione ma per le capacità
marine fondamentali.
Ancora peggio nel più
vecchio tipo di multiscafi dove il migliore angolo di virata era solo 100
gradi (che implica un angolo di resistenza aerodinamica da 28 a 30 gradi)
era che la superficie velica deve essere ridotta solo al 36% prima che
si perdesse la capacità di risalire il vento. E’ stato provato che
questo era il caso di molti dei progetti più vecchi.
Computer Aided Design
Adesso abbiamo la capacità
di progettare uno scafo e coperta per un completo multiscafo direttamente
su uno schermo di computer (ref 4). Il computer ci permette di ruotare
lo scafo e disegnare sezioni ad ogni angolo con lo scafo. Possiamo
quindi vedere la forma che il vento dovrà percorrere nella
esatta direzione con la quale il vento colpisce la barca. Ricordate che
il vento non viene mai dal punto morto in una barca a vela. Infatti la
barca in realtà si muove obliquamente attraverso l’aria, al meglio
il vento percorre la barca ad un angolo di circa 30 gradi con la prua.
Resistenza Aerodinamica
Se applichiamo lo stesso
trattamento alla forma sommersa ed alla chiglia di una multiscafo sovrapponendo
i risultati di test in vasca sulla barca, allo stesso modo come noi facciamo
per le vele nella figura 6, troviamo che l’effetto della resistenza della
chiglia e dello scafo sulla capacità di stringere il vento è
come segue:
Se confrontiamo un catamarano
a ponte aperto del tipo 6 con uno del tipo più vecchio, questa è
esattamente il tipo di differenza nella capacità di stringere il
vento che osserviamo.
Quando confrontato ad un
progetto del tipo 1 o 4 il moderno multiscafo è molto più
aerodinamico, con circa la metà del peso e una deriva efficiente,
ampia larghezza per una maggiore stabilità e capacità di
portare tela e più vela. Tutte queste caratteristiche si combinano
fra loro per dare prestazioni controvento migliori di quelle di un monoscafo
di taglia equivalente.
In un vento di forza 4,
un moderno trimarano navigherà sopravvento a 16 Kn virando con un
angolo di 75 gradi. Mentre un catamarano da crociera a ponte aperto come
lo Spectrun 42 virerà con un angolo di 80 gradi a circa 10 Kn.
L’implicazione di questo
tipo di prestazioni è anche l’indicazione che i moderni multiscafi
navigheranno ancora sopravvento in una burrasca molto dopo che i monoscafi
abbiano dovuto mettersi alla cappa..
Infatti questa superiore
capacità nelle andature sopravvento è stata dimostrata definitivamente
in tutte le gare controvento del Nord Atlantico e questi è un fattore
di grande significato del miglioramento delle capacità marine dei
progetti moderni.
Sicurezza in caso di collisione
o rovesciamento
Sebbene sia diventato un
caso estremamente sfortunato che un multiscafo propriamente progettato
si rovesci, la possibilità esiste ancora, allo stesso modo che questa
esiste per un monoscafo. La valvola di sicurezza di un monoscafo è
che c’è la possibilità che la barca si raddrizzi da sola
prima di affondare.
Il multiscafo, d’altro
canto, può diventare una sicura zattera per l’equipaggio per vivere
in posizione inversa, premesso che gli appropriati provvedimenti per questa
eventualità siano stati presi in fase di progetto. In termini di
ultima sicurezza per un equipaggio nella più estrema tempesta -
credo che un multiscafo rovesciato abitabile offra migliori prospettive
di sopravvivenza che un monoscafo parzialmente affondato, disalberato
che si è rovesciato di 360 gradi ed è in pericolo imminente
di farlo di nuovo.
Se possibile andrebbero
costruiti dei compartimenti stagni negli amas di un trimarano e dove sia
possibile in un catamarano. Un trimarano può essere reso virtualmente
inaffondabile rendendo stagne le traverse e dividendo l’ama in compartimenti
stagni, in modo che se ogni sezione fosse bucata, il volume residuo sia
più del 120% del dislocamento dello scafo principale. La prua dovrebbe
essere foderata di schiuma ed una paratia di collisione può essere
di solito posta a circa 6 piedi dietro dalla prua senza influenzare l’
abitabilità.
Le traverse strutturali
di un catamarano possono essere progettate per essere stagne, con il loro
volume complessivo grande abbastanza da sopportare il peso totale dell’imbarcazione.
Nello spiacevole evento di un rovesciamento, questa assicurerà che
la barca galleggi alta sull’acqua, che riduce lo sforzo sulla struttura
e permette al’equipaggio di vivere nello scafo rivoltato. Normalmente inserisco
dei boccaporti di fuga in tutti i miei progetti.
Costruzione e Fatica - Struttura
integrata
Durante il suo arco di vita
un multiscafo è soggetto a molti cicli di una complessa gamma di
carichi, e se la barca deve sopravvivere in tutte le condizioni senza danno,
accurata attenzione deve essere posta nell’evitare concentrazioni di sforzi
nella struttura e alla fatica di lungo termine nei materiali
che con la quale è costruita.
Ringraziamenti: A Richard Boehmer per la sua cortese assistenza nel rivedere questo articolo e per i suoi utili suggerimenti.
John Shuttleworth
e-mail : john@jshuttleworth.fsnet.co.uk
sito web: http://steamradio.com/JSYD/default.html
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