Il "LEONE" e la chiodatura in legno
di  Giorgio Mussi

Sto costruendo "Leone" , proa di 14' in strip-planking e bambù. Il fasciame è di cedro rosso inchiodato con chiodi di legno su ordinate lamellari di acacia e larice.
Di bambù saranno le traverse e le terrazze e sarà armato con una unica randa steccata di c.a. 8,5 mq. Il peso totale sarà di c.a. 55 kg, quindi facilmente smontable e trasportabile anche su un auo di media cilindrata e maneggiato da una sola persona.
A bordo potrà ospitare due persone anche robuste (dov'è il confine tra magro e grasso?).
Le foto che seguono riprendono le prime fasi di costruzione e ad ogni successivo stadio di lavoro ne mostrerò altre.
Si noti bene la chiodatura in legno tecnica sulla quale idi seguito spiego tutti i noiosi particolari





Nella costruzione in strip-planking vengono usate le graffette per fissare i listelli di legno che compongono il fasciame contro le ordinate o seste, graffette che a lavoro ultimato vengono asportate.
Il problema che sorge é dato dall' aspetto antiestetico che si crea  in corrispondenza dei forellini di entrata delle graffette specialmente se come legno si usa il cedro rosso.

Sembrano tante macchioline più  scure, allineate che anche su una barca nuova fanno pensare ad infiltrazioni di acqua  nel fasciame e questo succede perché la resina epossidica  va ad impregnare le fibre più  in profondità in corrispondenza dei forellini.
In quel punto le fibre legnose sono state tranciate dalla graffetta e questa discontinuità, peraltro localizzata non a casaccio ma ben allineata  a seguire una sesta od una ordinata, crea a mio parere un brutto effetto , spiacevole ostico da  eliminare o nascondere.
Ho pensato quindi ad una chiodatura in legno con chiodi che rimangono in opera  di cui si vedrà la testa una volta che lo scafo sarà levigato.
Ovviamente tale sistema é possibile se tutte le ordinate o paratie vengono montate prima e  rimangono tutte nello scafo senza che fra di loro ci sia una sesta a perdere.

Un'  altro vantaggio consiste nel fatto che una volta terminato lo scafo e la sua  chiodatura non c' é più  nulla da togliere si leviga e si ottiene un gradevole aspetto estetico.
Quali chiodi?
In commercio non esistono chiodi di legno adatti allo scopo (ci sono ma sono grandi e brutti),
occorre quindi costruirseli.
Calma, é abbastanza facile: si ricorre agli stecchini degli spiedini.
In commercio  se ne trovano di diversi tipi, il diametro generalmente é di 3 mm e direi che vanno benissimo fino a reggere listelli di cedro di 20- 25 mm  ; ci sono di bambù  e di legno, io preferisco quelli di bambù (non potrebbe essere diversamente) perché sono più  duri e si spezzano con minore facilità essendo ricavati da fibre assolutamente parallele, mentre quelli in legno sono soggetti a rottura perché, a volte, le fibre sono divergenti o comunque non parallele.
Sui listelli e sulla ordinata sottostante occorre fare un foro di c.a 2mm se si usa il cedro,  per legni più  duri occorre un foro leggermente più  largo.
Le estremità di questi stecchini sono coniche ed appuntite, occorre eliminare la punta e tagliare gli stessi alla lunghezza desiderata appena un po'  più  lunghi della misura necessaria in modo che si possa usare facilmente il martello senza rischio che il nostro chiodo si spezzi.
Ovviamente si tagliano tutti assieme e si spuntano assieme raggruppandoli a mazzetti di c.a. 25 unità e tenendoli assieme con del nastro adesivo.
Prima di infilarli nel foro vanno imbevuti di epossidica così la chiodatura conferirà maggiore robustezza all' insieme.
Chi vuole disquisire su quanto esposto può farlo esprimendo le sue perplessità a fibrabamboo@yahoo.it
Giorgio Mussi