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II legno è un materiale naturale costituito di cellule allungate essenzialmente a base di cellulosa e di lignina che si riuniscono in canali dove scorre la linfa e in fibre (legni duri) secondo la direzione generale del tronco e che rappresentano il filo del legno. Altre cellule poste perpendicolarmente alle prime, in strati più o meno importanti formano i raggi legnosi.
La crescita del legno avviene partendo dalla periferia del tronco, sotto la corteccia. Tutti gli anni, in primavera e in estate, si forma un nuovo strato di accrescimento (rappresentato, in sezione trasversale, da un anello), mentre in autunno e in inverno la crescita si arresta Nelle regioni tropicali il fenomeno si ripete due volte l'anno.
Nei legni eterogenei (quercia, frassino, olmo), si distingue una zona di legno iniziale a pori visibili, corrispondente alla crescita del principio della stagione e una zona di legno finale, compatta e dura, di fine stagione. Nei legni omogenei (acero, faggio), compare soltanto quest' ultima zona.
La larghezza dello strato di accrescimento indica la rapidità della crescita. Nelle essenze resinose, gli anelli stretti sono indicativi di un legno denso e di buona resistenza meccanica. Al contrario, nelle essenze eterogenee sono gli anelli larghi che fanno riconoscere i legni più densi e più duri.
Soltanto la parte centrale del tronco (detta durame), di solito la più scura, possiede buone caratteristiche meccaniche e di conservazione. La parte esterna (detta alburno) situata sotto la corteccia, deve essere eliminata.
Per la sua stessa costituzione, il
legno possiede un certo numero di proprietà, variabili a seconda
dell'essenza e dell' origine (clima, natura del terreno, esposizione, densità
della vegetazione). Di tutte le proprietà del legno a noi interessano
quelle tecnologiche, fisiche, meccaniche e di messa in opera.
Tutte le caratteristiche del legno dipendono, prima di tutto, dalla sua essenza che deve essere identificata con esattezza.
II legno viene generalmente classificato secondo tre criteri: latifoglie o resinoso, duro o tenero, europeo o esotico.
Alcuni legnami, il cui aspetto e quasi uguale, possono essere di essenza molto diversa. Anche il nome del legno può essere diverso a seconda del luogo di origine. Pertanto ci si dovrà sempre riferire alla denominazione ufficiale.
Dovranno essere definite anche le caratteristiche particolari della struttura dipendente dall'età al fine di poter utilizzare o eliminare alcune parti del legname. Ad esempio, il cuore e l'alburno che, nella maggior parte dei legni europei (quercia, olmo, pino), sono di cattiva qualità, possono essere accettati in altre essenze (abete, mogano) in cui soltanto l'aspetto è diverso, mentre in altri legni (frassino, abete rosso) difficilmente possono essere distinti a vista.
Le qualità tecnologiche del legname si riferiscono ai vari difetti o alterazioni che determinano la loro classificazione.
I DIFETTI sono naturali. Sono i nodi che vanno dal piccolissimo di meno di 5 mm di diametro a quello molto grande di più di 40 mm; le anomalie di crescita come il filo torto o la curvatura del tronco che causa delle irregolarità nel filo, I'eccentricità del cuore, il controfilo (tipico del sapelli) che rende difficile la piallatura, le ferite, le fenditure di origine diversa (colpi di vento, gelate, abbattimento ecc.), oltre ai difetti dovuti alla porosità o agli insetti.
Fra le ALTERAZIONI possiamo citare la colorazione azzurra che possono assumere i legni resinosi, dovuta a un fungo, ma che ha influenza soltanto nell'aspetto.
La secchezza o l'imputridimento non possono essere accettati nelle costruzioni navali.
II legname è classificato in diverse " scelte" in base alla quantità dei difetti che presenta. Ovviamente il prezzo varia secondo la qualità. La migliore qualità detta " fuori scelta " per le piante resinose e " scelta eccezionale " per le latifoglie, dovrà essere senza difetti, senza nodi apparenti e diritta di filo.
Sarà riservata a quei pezzi che dovranno essere sottoposti a sollecitazioni notevoli: dormienti, alberi, serrette. Per il resto della costruzione, è sufficiente la " prima scelta " che comprende i legni quasi senza difetti. I nodi piccoli e poco numerosi, e le fenditure che non interessano la parte utile, possono essere accettati.
La durevolezza, proprietà del legno di resistere agli agenti esterni, dipende dalla sua composizione chimica. E' molto importante nella scelta delle essenze che dovranno essere utilizzate nella costruzione della barca.
La linfa che alimenta l'albero è costituita essenzialmente di acqua la quale, anche quando la pianta è tagliata dopo il periodo di accrescimento, mantiene una importante UMIDlTA' nel legno. L'umidità si ridurrà progressivamente per evaporazione dell'acqua contenuta nelle cellule (nei nostri climi fino al 30 %): è il punto di saturazione. Successivamente, l'acqua trattenuta nelle cellule del legname commercialmente secco, va dal 17 al 22 % del peso totale. Questo tasso di umidità è ancora troppo alto per le costruzioni incollate e dovrà essere abbassato al di sotto del 13 %.
Per arrivare al 13 % è sufficiente far seccare il legname all'aria; per scendere sotto il 13 % e necessario farlo seccare artificialmente.
Nel corso della stagionatura, il legno subisce un ritiro che è inversamente proporzionale alla sua durezza. Le latifoglie come la quercia, perdono dal 15 al 20 % del volume, mentre le resinose perdono dal 10 al 15 % e i mogani dal 5 al 10 %. Questo ritiro, variabile secondo le tre direzioni del legno (assiale, radiale e tangenziale) comporta delle tensioni che provocano spesso delle fenditure. Per questo motivo, la corteccia deve essere immediatamente tolta per ridurre la massa del legno e quindi il pericolo di fenditure e, nel tempo stesso, per facilitare la stagionatura.
Contrariamente al ritiro dovuto alla stagionatura, la ripresa delI'umidità del legno secco comporta un rigonfiamento, fenomeno ben noto nelle costruzioni classiche per assicurare la tenuta stagna del fasciame.
La DENSlTA' o massa volumetrica del legno dipende, quindi, dal suo tasso di umidità. L'umidità normale dovrà essere intorno al 15%.
CARATTERISTICHE
MECCANICHE
Sono variabili a seconda della direzione
dello sforzo.
La RESISTENZA in trazione e, per esempio, da tre a cinque volte più forte nel senso assiale che nel senso radiale o tangenziale. La resistenza in compressione e inferiore da due a tre volte.
La DUREZZA, cioè la proprietà di resistere alla penetrazione e in funzione della densità.
La FACILITA' A FENDERSI è in rapporto non alla durezza ma alla struttura più o meno compatta delle fibre e di conseguenza alla coesione trasversale.
Benché la DUTTILITA' del legno sia debole (il limite di elasticità si confonde spesso con il carico di rottura), la resistenza agli sforzi bruschi e alle vibrazioni è molto buona.
Se il legno è mal stagionato o è attaccato da muffe si può facilmente spezzare. E questo un test per controllare la qualità del legno.
CARATTERlSTICHE Dl MESSA IN OPERA
Il legno fornito in tronchi viene, poi, smerciato dopo essere stato segato. I diversi modi con cui viene effettuata la segatura hanno rilevante importanza per il senso secondo il quale il legno si deformerà nel corso della stagionatura.
Normalmente il legno viene smerciato in tavolame ricavato dal tronco privo della sola corteccia o dal tronco previamente squadrato (sciavero), in elementi paralleli . In questo tavolame se le assi centrali, quasi perpendicolari agli anelli, si deformeranno poco nel corso della stagionatura, le assi intermedie (dette " falsi sciaveri ") si incurveranno a causa dell'obliquità degli anelli . Nel corso della stagionatura, il peso dell'asse non è sufficiente per impedire la deformazione.
E' questo il motivo per cui quando si desidera avere del legno indeformabile, si preferisce il tavolame ricavato su " quartiere " o su "maglia " dove, in maggior numero, si trovano le tavole più strette. Per le costruzioni navali si debbono preferire sempre quest tavole .
Secondo la destinazione dei pezzi, la sezione dovrà essere orientata in maniera diversa, per lo meno per i pezzi di struttura importanti. Cosi per il trave di chiglia o per i corsi di fasciame si preferirà una tavola ricavata da tronco squadrato, mentre per i dormienti si sceglierà un legno su quartiere o su maglia e per le serrette di spigolo un legno su falso quartiere .
Le dimensioni secondo le quali il legname viene smerciato sono, in teoria, normalizzate a seconda delle essenze in pannelli o travetti (meno di 22 mm), in tavole (da 28 a 55 mm), in travi (più di 55 mm).
Questi elementi si distinguono in: sgrossati, quando i bordi sono segati parzialmente; allineati, quando i bordi sono segati, parallelamente o no.
La tavola è un elemento allineato
a bordi paralleli la cui larghezza è uguale a quattro volte lo spessore,
come minimo.
La trave è un elemento da
18 a 35 mm di spessore e da 40 a 120mm di larghezza.
Si possono anche utilizzare delle
tavole il cui rapporto di dimensione dei lati è compreso fra 2 e
3, cioè fra 75 x 205 mm e 105 x 225 mm; dei panconi delle stesse
proporzioni, ma di dimensioni comprese fra 55 x 155 mm e 65 x 185 mm.
Le travi e i murali sono quasi quadrati e di dimensioni comprese fra 40 e 120 mm per le prime e fra 15 e 50 mm per i secondi.
Quando acquistate del legname grezzo,
non dimenticate che le tavole dovranno essere piallate. Questa operazione,
in base alla lunghezza del materiale e alla sua stagionatura, farà
perdere al legno da 2 a 4 mm di spessore. Pertanto, la cubatura che comprerete
dovrà essere superiore di almeno il 20 % a quella che avete calcolato
secondo i piani. Le perdite saranno tanto più ridotte quanto migliore
sarà la scelta del legname e meglio studiata la sua destinazione.
LA STAGIONATURA
Nella stagionatura naturale le tavole sono accatastate, separate da traversini di spessore almeno uguale a due terzi lo spessore delle tavole e spaziati al massimo 15 volte detto spessore .
I traversini saranno, di preferenza, della stessa essenza delle tavole, comunque mai di legno resinoso. A ogni estremità sarà inchiodato un tassello per evitare rischi di fenditure. Gli alburni saranno eliminati poiché contengono sempre vermi o larve di insetti.
Le cataste saranno poste ad almeno 20 centimetri dal suolo, protette dal sole e dalla pioggia e, se possibile, orientate nel senso del vento dominante nel luogo dove si trova la catasta.
Per arrivare ad un tasso di umidità dal 15 al 20 %, si deve calcolare un anno per centimetro quadrato di spessore, fino a 10 centimetri.
Per una costruzione incollata quesla slagionatura è insufficiente, pertanto dovrà essere completata con una stagionatura artificiale. Comunque è preferibile che questa stagionatura segua quella naturale.
Industrialmente, quest'essiccamento
artificiale si effettua in essiccatoi dove il vapore acqueo viene eliminato
a mezzo di ventilazione naturale o meccanica.
Per essiccare il legname sono necessari
da 15 a 20 giorni. Se il legno è già stagionato naturalmente,
bastano alcune ore. I risultati saranno migliori se l'operazione è
fatta " dolcemente ".
I commercianti seri dispongono di apparecchi di misura elettrici che consentono di stabilire il grado di essiccamento del legname.
Quando fate i vostri acquisti, informatevi
se il legno sia stato stagionato all'aria e chiedete anche la durata dell'essiccamento,
il tasso di umidità e, se è necessario, esigete un supplemento
di stagionatura artificiale per portare l'umidità al 12 % circa.
Successivamente lo accatasterete nel luogo dove dovrete intraprendere la
costruzione, per fare assumere al legname un corretto equilibrio. Così,
una temperatura di 18 gradi e una umidità del 50 % sono sufficienti
perché il legno abbia un tasso di umidità di circa il 10
% a seconda dell'essenza e dello spessore.
Anche se non si può parlare
di assoluta precisione, il tasso di umidità H può essere
controllato pesando un campione prima e dopo averlo posto in un forno di
cucina con una temperatura compresa tra 105 e 110 gradi.
(P1-P2)
H=100------------
P1
P1 = peso prima dell'essiccamento;
P2 = peso dopo 1'essiccamento;
H = tasso di umidità in %.
Essendo variabile la durata dell'essiccamento,
P2 dovrà essere misurato diverse volte finchè non si stabilizzi.
La tabella che segue dà alcuni
valori utili per una temperatura di 15, 18 e 21 gradi.
Umidità del legname in funzione delle condizioni ambientali
Umidità ambiente
Temperatura ambiente
15°C 18°C
21 °C
40%
10% 9 %
8%
50%
12% 10,5%
9%
60 %
14 % 12,5 %
11 %
70%
16% 14,5%
13%
Un legno destinato alla costruzione navale non deve essere troppo essiccato poiche, riprendendo l'umidita, non riprende piu le caratteristiche del legno non essiccato. E anche importante che tutto il legname utilizzato sia essiccato alla stessa maniera.
Dopo quanto e stato detto, risulta evidente la necessita di programmare con precisione la costruzione della barca. In tal modo sara possibile curare personalmente la stagionatura del legname. Infatti si puo comprare il legno in tavolame e prowedere all'essiccamento, a condizione di disporre di un locale adeguato e di tener presenti le precanzioni indicate piu sopra. Se si ha tempo, si poo fare a meno della fase intermedia dell'essiccamento artificiale.
D'altra parte, ciò vi permetterà, fin dall'inizio, di aspettare che il vostro fornitore di legname disponga della qualità e delle dimensioni corrispondenti alle vostre necessita. Il mercato dei legni esotici è soggetto a contingenze economiche e politiche, per cui alcune essenze possono non essere reperibili per periodi di tempo talvolta molto lunghi.
Essenze utilizzabili nelle costruzioni
incollate
I legni
duri
Parleremo soltanto delle essenze
relativamente disponibili e che presentano un interesse reale per la costruzione
incollata. Troveremo pertanto poche essenze europee.
AFROMOSIA.
Cresce nell'Africa occidentale. Giallo bruno a grana compatta, venatura
fina e stretta. Sebbene moderatamente duro, e un legno molto resistente,
molto stabile, non imputridisce ed e inattaccabile dagli insetti. Si lascia
lavorare facilmente, ma ha tendenza a fendersi sotto inchiodatura. Riceve
bene colla e vernice. E un sostituto del teck, spesso migliore, in particolare
per quanto riguarda la resistenza meccanica e la qualita dell'incollaggio.
Un poco piu rosato del teck, una volta verniciato e un magnifico legno
per gli abbellimenti interni. Ad un prezzo sensibilmente equivalente, sara
sempre preferibile al teck, ma e difficilmente reperibile sul mercato.
ANGELICO. Detto anche teck
della Guyana. Legno della parte settentrionale dell'America meridionale,
e di colore dorato su fondo bruno, rossastro o violaceo. Ha grana compatta
ed e dritto di filo con buona resistenza alla compressione e alla flessione.
E elastico e imbarca facilmente: molto stabile e resistente agli insetti
e alle teredini. Si lascia lavorare con facilita ma, a causa del silicio
che contiene fa perdere rapidamente il filo degli utensili. Si lascia incollare,
inchiodare, awitare e verniciare molto bene. Un legno eccellente, ma raro.
FRASSINO.
Di colore bianco madreperlaceo, con venatura diritta e grana grossolana,
e un legno molto duro ed elastico. Tuttavia, la sua durata nel tempo e
debole e, se la sua stabilita e buona se essiccato correttamente, ha tendenza
ad attorcigliarsi e a deformarsi. Molto duro da lavorare, riceve difficilmente
l'inchiodatura, ma le viti tengono perfettamente. Anche questo e un legno
ricco in tannino e pertanto presenta gli stessi inconvenienti della quercia
anche se ben preparato. Ha le stesse caratteristiche della robinia, ma
e preferibile quest'ultima.
IROKO.
Spesso ed impropriamente viene chiamato teck africano. Di colore bruno
giallastro a riflessi verdastri, invecchiando tende al rosso. Ha grana
compatta a venatura grossolana ed e molto stabile anche se puo deformarsi
se il filo e irregolare. E molto duraturo ma, in presenza della quercia
della quale e un sostituto, da luogo a fenomeni di corrosione. Non bisogna
pertanto mettere le due essenze vicine. Si lavora molto difficilmente poiche
il carbonato di calcio che contiene danneggia gli utensili. Si incolla
molto bene salvo alcuni pezzi male essiccati, ma e duro da inchiodare.
Le viti tengono bene. La sua linfa puo causare delle allergie.
MAKORE.
Cresce nell'Africa occidentale. Di colore da bruno rosato a rosso scuro,
ha grana fine, e diritto di filo con venatura regolare. Duro e tenace come
la quercia e molto stabile, duraturo e molto resistente agli insetti. E
difficile da lavorare e, a causa del silicio che contiene, fa perdere l'affilatura
agli utensili. Si lascia inchiodare ma con precauxione. Tiene bene la colla
e la vernice. E un legno eccellente per i corsi di fasciame modellati a
raggi di curvatura non troppo deboli. Fare attenzione alle mucose sensibili
poiche la sua polvere e irritante.
MOGANO AFRICANO. Piu noto
con il nome di Grand Bassam o Khaya e un legno dell'Africa occidentale.
Di colore rosa bruno o rosso a riflessi satinati, a grana piuttosto grossa,
venature fitte con controfilo piu o meno pronunciato e regolare; di media
durezza, moderatamente stabile e poco resistente agli insetti. Non imbarca
ma si fende piu facilmente del suo omonimo americano. Si lasci lavorare,
incollare e verniciare bene, dopo un accurato trattament per chiudere i
pori. E facilmente reperibile ad un prezzo conveniente.
MOGANO
AMERICANO (Honduras). Di colore bruno tendente a rosso o al giallo
ha grana fine. Lucido a venatura distinta, e duro resistente anche se si
screpola; molto stabile ha, verso gli insetti, un resistenza media. Si
lascia lavorare bene e altrettanto bene inchioda re, avvitare, incollare
e verniciare. Per la sua rarita e per il prezzo lo riserva per gli abbellimenti
interni.
NIANGON.
Legno originario dell'Africa occidentale ed equatoriale. Di colore da rosa
sporco a rosso bruno scuro, viene utilizzato per l'intelaiature di porte
e finestre e può esservi proposto in sostituzione del makore o del
sipo. Tenete presente che mal si presta per le costruzioni incollate a
causa della sua natura oleosa.
OLMO.
Ha caratteristiche intermedie fra la quercia e il frassino. Diritto di
filo con venatura fina e duro, solido ed elastico, ma purtroppo e poco
duraturo soprattutto in acqua dolce e poco resistente agli insetti. Si
lascia facilmente lavorare, inchiodare, avvitare e verniciare. Di bell'aspetto
quando e verniciato, può essere impiegato per i pezzi non a contatto
con l'acqua.
QUERCIA.
Si presenta in tre varietà che possono essere utilizzate indifferentemente:
quercia pubescente, farnia e rovere. La quercia nostrana di buona qualità
e rara, per tale motivo viene spesso importata dall'Europa centrale. Di
colore bruno chiaro, diritta di filo, ha venatura irregolare. E un legno
molto duro, resistente e stabile benché abbia tendenza ad attorcigliarsi.
E poco resistente agli insetti, molto difficile da lavorare, si inchioda
e si avvita bene, ma il tannino che contiene intacca il metallo e rende
spesso insicuro l'incollaggio e, a causa della larghezza dei suoi pori,
la verniciatura scoppia se esposta al sole. In altri tempi la si lasciava
immersa in acqua di mare per &versi mesi, per liberarla dal tannino;
oggi la stessa operazione, fatta in forni, e più rapida ma non da
lo stesso risultato della precedente.
RAMIN.
Legno originario di Borneo e della Malesia. Di colore bruno rosato e diritto
di filo e ha grana molto fine, s~ da farlo somigliare al Grand Bassam.
Molto resistente alla flessione, e stabile ma mediocremente duraturo. Si
lascia lavorare, inchiodare, avvitare e verniciare molto facilmente. E
adatto per le serrette e l'alberatura quando la leggerezza non e richiesta.
ROBINIA.
E uno dei rari legni nostrani utilizzabili. Di colore grigiastro a riflessi
gialli o verdi, ha venatura grossolana. Grazie ad una buona coesione assiale
ha un'eccellente resistenza alla flessione come il frassino del quale e
un sostituto migliore dato che contiene meno tannino ed e più duraturo.
Nonostante la sua durezza si lavora facilmente. Si inchioda e si avvita
bene, ma gli incollaggi debbono essere sorvegliati. Essendo molto raro
viene fornito in piccole quantità. E adatto per i bagli e gli elementi
lamellati, in alternativa con i legni rossi (mogano, maore, sipo). Poiché
riceve bene la vernice e indicato per elementi decorativi.
SAPELLI.
Legno originario dell'Africa occidentale. Simile al mogano per il colore
rosso bruno a riflessi dorati, ha pero venatura più fine. 11 suo
controfilo alternato gli da un aspetto marezzato caratteristico che, pero,
non facilita la piallatura e la finitura. E resistente, ma spesso non sopporta
la curvatura; e duraturo, ma poco stabile. Si lascia lavorare, inchiodare,
avvitare e verniciare molto bene, ma richiede una mano di appretto per
turare i pori. Anche se un po' scuro, e un legno molto bello per decorazioni
interne, tuttavia l'uso smodato che se ne e fatto in questi ultimi tempi
lo rende un poco volgare.
SIPO.
Legno originario dell'Africa occidentale, e di colore mogano con riflessi
violacei. La grana molto fine e il controfilo regolare gli danno un aspetto
<< striato >> simile al sapelli. Tenero e poco nervoso e solido,
anche se poco resistente agli urti. Ha buona stabilita e durata di media
resistenza agli insetti. Si lascia lavorare facilmente, ma rovina il filo
degli utensili. Si inchioda, si avvita e si vernicia bene. Le sue qualità
generiche sono uguali a quelle del mogano africano.
TECK.
Legno originario del Sud Est asiatico, ha colore dal bruno dorato al verdastro.
Alla luce diventa scuro, al tatto e grasso. Di filo generalmente diritto,
ha struttura eterogenea e grossi pori. Nonostante ciò e impermeabile.
Da semiduro a duro ha resistenza variabile piuttosto media. E stabile e
duraturo. Si lascia lavorare facilmente, ma toglie il filo agli utensili.
Buono da piallare, si inchioda e si avvita bene, ma gli incollaggi sono,
a volte, difficoltosi. D'altra parte si lascia verniciare molto bene.
TOLA.
Più noto col nome di Agba, e originario dell'Africa equatoriale.
Ha colore bruno chiaro leggermente rosato. Ha odore di pepe. La sua grana
e simile a quella del mogano, ma più fine, con un controfilo più
o meno accentuato. Più leggero del mogano, ha resistenza analoga
a quella del Grand Bassam, stabile con buona durata e molto resistente
all'umidità e agli insetti. Si lascia lavorare, incollare e verniciare
bene nonostante una certa tendenza a sollevare << peli >>. E un buon
sostituto del Grand Bassam, in particolare per il compensato e per i corsi
di fasciame in legno modellato. Attenzione alle sacche di gomma che vi
si possono trovare.
I legni duri si trovano in commercio in panconi o tavole di 120, 105, 75, 65, 55, 45, 40, 35, 22, 18, 15 e 10 mm.
Contrariamente ai legni duri, le specie nostrane o per lo meno europee sono più numerose anche se quelle di migliore qualità vengono dall'America del nord. Si tratta quasi sempre di essenze resinose la cui qualità e assai variabile anche per la medesima specie.
Le caratteristiche specificate sono valide soltanto per i legni di prima qualità.
ABETE
BIANCO o EPICEA. E un legno che cresce alla quota di 800-900 metri.
Di colore bianco con anelli rossastri e regolari e con filo diritto. Spesso
viene assimilato con l'abete bianco. Nonostante la leggerezza, ha qualità
meccaniche eccellenti. E elastico, resistente e si incurva bene. Stabile
ma moderatamente duraturo, si lascia lavorare inchiodare, avvitare e incollare
bene anche se si fende facilmente. E indicato per serrette e dormienti.
L'epicea di importazione e spesso chiamata impropriamente abete bianco
del nord.
ABETE DOUGLAS. Se importato
dall'America del nord e chiamato pino dell'Oregon. Bianco beige, a grana
compatta e regolare, ha filo ben rettilineo. Spesso èil solo legno
fornito in grandi lunghezze e senza nodi. E' interessante soltanto nelle
qualità le cui caratteristiche meccaniche siano superiori a quelle
dell'epicea, anche se un po' più pesante. Semiduro, e stabile, ma
di moderata durata. Si lascia lavorare, inchiodare e avvitare bene e se
è poco resinoso - come lo è normalmente - si incolla bene.
E un legno ideale per serrette e dormienti ma, come tutte le conifere,
da qualche problema con le resine epossidiche. Nell'America del nord è
spesso utilizzato per tutta la costruzione, dalla chiglia all'albero.
ALBERO DELLA VITA GIGANTE
(Western red cedar). Della stessa origine dello spruce, è
il legno delle matite di qualità. Bruno rosato più o meno
chiaro, poco resinoso. Stabile, di lunga durata, ha buone caratteristiche
meccaniche, tenuto conto della sua densità. Si fende facilmente.
Si lascia lavorare, inchiodare, avvitare, incollare e verniciare molto
bene. E' un legno ricercato per le costruzioni leggere, sebbene le sue
caratteristiche in flessione lo facciano somigliare più all'okoume
che allo spruce.
BALSA.
Legno originario dell'America tropicale. Di colore beige chiaro, molto
tenero e molto leggero. Non e un vero e proprio legno per costruzioni,
ma le sue buone caratteristiche in compressione permettono di utilizzarlo
come anima nelle realizzazioni a sandwich. A questo scopo, viene fornito
in tavolette unite con sottili strisce di tessuto di vetro.
LARICE.
Cresce sulle nostre Alpi. Di colore da beige a rosso bruno a crescita diritta
e regolare ha fibra diritta. E molto resinoso e poco deformabile. Le sue
caratteristiche meccaniche sono molto buone e, benché sia molto
pesante, ha lunga durata. Si lascia lavorare, inchiodare, avvitare e incollare
bene, anche se e facile a fendersi. E un buon legno, ma la sua rarità
lo rende costoso.
OKOUME.
Legno originario dell'Africa equatoriale. E l'essenza di base per la fabbricazione
del compensato comune. Ha colore rosa salmone; di fibra omogenea e di lunga
durata. Tenuto conto della sua durezza, ha caratteristiche meccaniche molto
buone. Alla macchina si lavora con difficoltà, poiché toglie
rapidamente il filo agli utensili; si lavora, invece, bene a mano essendo
tenero e diritto di fibra. Si inchioda e si avvita bene e, soprattutto,
tiene benissimo la colla. E assai indicato per i corsi di fasciame intermedi
nelle-eostruxioni in legno modellato e per i tasselli di collegamento delle
sistemazioni interne.
PINO
SILVESTRE. E chiamato, impropriamente, anche abete rosso. Bianco con
anelli rossi molto pronunciati, e buono se proviene da zone montuose e
se ha fibra diritta. Più e resinoso più lunga e la sua durata,
ma maggiore e la difficoltà di tenere la colla. Resiste agli insetti
meglio dell'abete. Lo si adopera quando non si disponga di essenze migliori.
PITCHPINE.
Legno originario del sud degli Stati Uniti e dell'America centrale, si
da questo nome al pino giallo a lenta crescita. Da giallo seuro a bruno
rosso, presenta spesso delle cipollature e delle fibre sollevate. Ha tendenza
ad attorcigliarsi e si ritira considerevolmente. E di lunga durata, ma
e facilmente attaccabile dagl~i insetti. Malgrado il suo peso, ha buone
caratteristiche meccaniche. E duro e si incurva bene, ma si lascia lavorare
molto difficilmente a causa della resina. Utilizzato, talvolta, per il
fasciame, può essere interessante per serrette e dormienti a causa
della sua lunghezza.
SPRUCE
SITKA. Chiamato anche spruce rosa, e originario della costa occidentale
dell'America del nord. Di colore rossastro, ha fibre rettilinee. E sano
e stabile, ma ha poca durata e poca resistenza agli insetti. Malgrado la
sua densità, ha buone caratteristiche meccaniche. Si lascia lavorare,
inchiodare, avvitare, incollare e verniciare perfettamente. Una volta,
era molto impiegato in aeronautica per il suo ottimo rapporto resistenza
meccanica/peso. Resta sempre interessante nelle costruzioni incollate,
quando si cerca la leggerezza. Buono per dormienti, serrette, tasselli
di legamento e, ovviamente, per l'alberatura. A causa di malattie nelle
foreste di origine, e divenuto molto raro e quindi molto caro. Di solito
e fornito ancora verde e in panconi che bisogna segare rapidamente per
facilitarne l'essiccamento.
I legni resinosi sono forniti, in
Italia, in tavole spesse mm 20, 25,30, 35, 40, 45, 50, 55, 60 e, da 60
sino a 100 mm, con il passo di un centimetro; in murali lunghi 4 metri
e sezione di 40 x 40 mm; in travi piramidali di lunghezza variabile.