![]() |
|
Benchè ci siano molti
tipi di piccole barche a vela da lavoro americane che si sono fatte
notare per le loro capacità marine, è possibile che alcuni
scafi, da queste influenzati, siano costruiti per l’uso in mare aperto
o per lunghi viaggi.
Cos’è una piccola
barca “marina”? Si suppone qui che una barca così sia una barca
che possa tenere il mare in tutte le ragionevoli condizioni, senza cedimenti
dello scafo, dell’attrezzature, dei meccanismi e senza mettere eccessivamente
in pericolo un ecquipaggio competente, in breve, una barca sicura in mani
esperte.
Due punti devono essere
messi bene in evidenza al principio di una discussione di marinità
per barche inferiori ai 40 piedi di coperta.
Il primo è che nessun
tipo conosciuto di barca può essere considerato completamente sicuro
in condizioni dure in quanto ci sono condizioni di mare e di vento che
possono far rovesciare anche la migliore surfboat e battelli di salvataggio.
Fortunatamente condizioni così sono relativamente rare e, con accortezza,
di solito possono essere evitate dai marinai di piccole barche. La seconda
è che una buona barca non è mai più marina del
proprio equipaggio - in altre parole, l’abilità nella conduzione
è parte della marinità delle piccole barche.
Per un principiante, o un
marinaio relativamente inesperto, avventurarsi in mare e vento
agitati, su qualunque piccola barca, è da pazzi e provoca il disastro.
Essere ragionevolmente sicuri in queste condizioni richiede un’esatta conoscenza
del governo dei piccoli scafi e questa si può ottenere solamente
attraverso il graduale apprendimento di come governare una barca
cominciando in acque calme e mano mano fino alle condizioni più
estreme. Ci sono molti trattati sulla navigazione sulle piccole barche
che possono essere di aiuto al principiante ma l’apprendimento dal libro
deve essere complementato dall’esperienza pratica.
L’armatore di una piccola
barca “marina” talvolta soffre di eccessiva confidenza nel mezzo: può
derivarne un disastro. Troppa vela non dovrebbe essere a riva in condizioni
di burrasca.
A dispetto della romantica
idea che “cavalcare” una barca a vela in condizioni dure sia evidente segno
di abilità, la verità è che è più comunemente
segno di ignoranza o di folle temerarietà. Non solo questo porta
la barca ad essere sovrainvelata o stesa in una posizione che piace a lei
ma che esaurisce l’equipaggio - e quando le braccia su una piccola
barca sono stanche è allora che si verificano gli incidenti.
Sono rare le occasioni quando sia necessario portare una buona quantità
di vela in condizioni dure, ma questo avviene di solito per brevi periodi.
Per esempio, per evitare una costa sottovento, può essere veramente
necessario portare vela per superarla.
Questo conduce a un ben
conosciuto fraintendimento circa la forma dello scafo. Molti pensano che
una barca debba avere una profonda immersione per essere marina in condizioni
dure e così insistono sulla profondità e per scafi
relativamente stretti.
Attualmente la marinità
in condizioni dure esiste solo quando una barca porta la necessaria quantità
di vela con vento forte e rimane in assetto di navigazione, che sarebbe,
con un moderato angolo di sbandamento.
Uno scafo profondo e molto
stretto sbanderà in maniera decisa quando pressato dalle vele, anche
se non in pericolo di rovesciamento, e in questa posizione le sue vele
non svilupperanno il potere di spinta richiesto e questa scivolerà
sottovento a causa dell’inefficienza del suo piano laterale ad un eccessivo
grado di sbandamento. La stabilità iniziale è infatti assai
necessaria se una barca deve portare tela in un colpo di vento.
L’autoraddrizzamento in
una piccola barca è creato da una combinazione di forma dello scafo
e distribuzione dei pesi. In linguaggio semplice questo significa che i
pesi come le ancore, la catene, serbatoi, provviste, motore e pesi strutturali,
non propriamente la zavorra, devono stare in basso nello scafo. Se questa
condizione è soddisfatta e se lo scafo è di una natura adatta,
una barca pontata dovrebbe essere autoraddrizzante ad estremi sbandamenti.
Comunque, deve essere ricordato che una barca sbattuta ad un grande angolo
di sbandamento può essere fatale per il suo ecquipaggio sia che
si rovesci o no. L’equipaggio può essere spazzato via da lei o essa
può allagarsi. Mancanza di attenzione o ignoranza possono
portare a siffatti disastri anche le barche più pesantemente zavorrate
e profonde. Alcuni ben conosciuti disastri negli yacht da crociera possono
essere fatti risalire al verificarsi di questi fatti. L’allagamento in
burrasca è la causa più comune di incidenti nelle piccole
barche, a motore o a vela. In una barca aperta questo può accedere
perchè l’equipaggio è stato distratto per un momento, a causa
del logoramento, di ignoranza o di sovracconfidenza oppure la barca può
trovarsi in condizioni di mare e di vento troppo grandi per le sue capacità.
In uno scafo pontato, l’allagamento
può essere ricondotto a un certo numero di cause, tra le quali,
primariamente, dovuto ad aperture della coperta troppo grandi o a debolezza
delle strutture di coperta. Le grandi aperture nello scafo come i boccaporti,
prendiluce, ventilatori, oblò o finestratura della cabina e l’apertura
della tuga verso poppa (la dog-house) nelle quali può entrare il
mare sono comunemente la causa di incidenti di questo tipo. Pozzetti molto
ampi favoriscono l’allagamento in quanto non possono eliminare da soli
l’acqua prima che la barca sia colpita da un’altra onda e quindi la barca
affonda per le infiltrazioni dal pozzetto per la rottura della struttura
di coperta.
Deboli strutture di coperta
sono state troppo comuni negli scafi da crociera degli ultimi anni,
la causa di questo è la domanda di confort e di comodità
nelle normali crociere estive. Per cui grandi doghouse, più o meno
aperte nella parte posteriore, grandi pozzetti, grandi boccaporti o prendiluce
e grandi oblò e grandi finestrature sono usati, anche in barche
che si suppone sia adatte a essere esposte alle intemperie. In condizioni
severe, queste ampie strutture e aperture possono portare all’allagamento
per l’inacapacità di renderle ragionevolmente stagne o per il loro
danneggiamento a seguito di duri colpi di mare. E’ improprio cercare nelle
piccole barche di costruire grandi strutture di ponte resistenti
semplicemente massimizzando la costruzione, perchè il peso superiore
diventa subito proibitivo nei suoi effetti sulla stabilità.
Dunque è necessario progettare propriamente tutte le strutture di
coperta, e se si dovesse trovare che non si riesce ad ottenere una struttura
adeguatamente forte e ben fatta allora questa va soppressa.
L’attrezzatura è
un fattore importante nella marinità. La mera scarsa invelatura
non è evidenza di capacità di tenere il mare. Molti cruiser
e barche con alberi corti non possono navigare abbastanza bene da essere
sicuri senza l’uso di un motore nell’ambito di acque con ostacoli. Non
sembra faccia molta differenza che tipo di attrezzatura sia usata, se è
progettata propriamente per condizioni difficili ed è ben capita
dall’ecquipaggio della barca. Sloops, shooner, yawls, ketches, o cat e
meno conosciute forme di attrezzatura si possono trovare nel panorama
mondiale delle piccole barche da lavoro che sono capaci di affrontare condizioni
difficili. La condizione comune tra queste è la semplicità
di manovra e di installazione. Non importa quanto convincenti possano essere
gli argomenti teorici a favore di una attrezzatura piena di “aggeggi”,
il fatto è che una attrezzatura velica complicata e molto
meccanizzata è inerentemente pericolosa in condizioni “dure”.
Nessuna barca, che si avventuri lontano dalla costa e dipenda da un’attrezzatura
velica, è sicura se la sua attrezzature non stiano su sotto prolungato
sforzo e senza costanti attenzioni e che non possano essere prontamente
riparate in mare qualora si verifichino relativamente minori danneggiamenti.
Infatti, c’è bisogno
di maggior resistenza, superiore di molto da quanto è richiesto
teoricamente per soddisfare gli sforzi della navigazione, poiché
in un prolungato periodo di condizioni difficili non è realistico
aspettarsi che l’ecquipaggio mantenga costante attenzione alla tensione
degli stralli, delle sartie e dell’attrezzatura in alto.
I deterioramenti si
verificano e di questo bisogna tenerne conto nella scelta dell’attrezzatura
e il suo sistema di governo. Tutte le attrezzature hanno in sè
difetti e pregi, in teoria almeno, ma tutte tranne quelle estremamente
leggere e complicate possono lavorare bene se sono fatte forti, semplici
e sono ben comprese dai loro utilizzatori, se sono della superfice velica
adatta alla barca per cui sono destinate.
Sopratutto, l’abilità
al governo è il fondamentale fattore nella sicurezza dei piccoli
scafi in mare aperto o in acque agitate. Anche le baie, le lagune
e i laghi possono spesso offrire acque pericolose per una piccola barca
se questa non è propriamente costruita, attrezzata, armata e condotta.
Riproduciamo la tavola di fig. 105. Si tratta del piano di un esempio della cosidetta "Felucca" o "Dago Boat" , un tipo di imbarcazione diffusasi nella costa vicino S.Francisco ad opera di una colonia di pescatori di origine Italiana. Ricalca le linee e l'attrezzatura del gozzo sorrentino.