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E' innegabile che a bordo delle nostre
barche, piccole o grandi che siano, é sempre un piacere poter disporre
di una bevanda ghiacciata o poter conservare delle derrate nelle pur brevi
crociere.
Refrigerare una cella coibentata
esistente o costruire un vero e proprio frigorifero non é una operazione
complicata, anzi oggi sul mercato sono reperibili tutti i componenti necessari
per assemblare un gruppo refrigerante in grado di funzionare anche senza
l'intervento di un frigorista per caricare l'impianto di gas.
Analizziamo allora quali sono i componenti necessari:
UN GRUPPO FRIGO E' COMPOSTO DA:
UN COMPRESSORE DA 12 O 24 Volt | ![]() Foto 1 |
UN EVAPORATORE della misura relativa al volume in litri del vano da refrigerare | ![]() Foto 2 |
UN CONDENSATORE
(quello illustrato é del tipo raffreddato meccanicamente con l'accoppiamento di un ventola |
![]() Foto 3 |
UN TERMOSTATO CON REGOLATORE | ![]() Foto 4 |
gruppo frigo composto da compressore
montato con condensatore
raffreddato meccanicamente. |
![]() Foto 5 |
compressore e condensatore raffreddato
per ricircolo naturale d'aria. |
![]() Foto 6 |
IL PRINCIPIO DI FUNZIONAMENTO
DEL SISTEMA E' IL SEGUENTE:
Il gas viene pompato dal compressore e si riscalda arrivando al condensatore dove, raffreddandosi, rilascia calore e si condensa allo stato liquido (freddo). Da qui, attraverso una valvola di espansione, ritorna allo stato gassoso e passa nell'evaporatore all'interno della cella dove assorbe calore e raffredda quindi il contenuto. Dall'evaporatore il gas ritorna al compressore ricominciando il ciclo. Appare evidente che i punti critici del sistema sono essenzialmente due: il condensatore deve sottrarre calore e quindi a sua volta si riscalda molto, se non c'ei una adeguato raffreddamento sul condensatore il sistema va in crisi consumando molta energia e non raffreddando mai abbastanza. L'altro punto ancora più nevralgico é che se il vano non é ben coibentato, o ha delle "perdite" dovute a ponti termici aperti, farà molta fatica a raggiungere la temperatura impostata e comandata dal termostato, con lunghi cicli di attività continua del compressore e consumi di corrente enormi. Allora prima di tutto bisognerà pensare al vano e a dove sarà posizionato il compressore con annesso condensatore. La ghiacciaia, se esistente, poco si presta a modifiche sul coibente usato sia come qualità che come spessore, a meno di non smontare tutto e rifare! |
![]() disegno 7 |
Possiamo però assicurarci che almeno non ci siano ponti termici, cioè punti in cui l'aria fredda contenuta all'interno possa "scappare" via, quindi grande attenzione dovrà essere prestata al portello di chiusura e alle relative guarnizioni sostituendole se deteriorate o mettendole se addirittura mancanti.
Per vani costruiti ex novo, non bisogna
lesinare sul coibente!
Sappiamo che all'interno dei cabinati
d'estate si raggiungono temperature alte e l'areazione é spesso
scarsa per cui il nostro frigo avrà un coibente almeno doppio rispetto
a quello di un normale frigorifero.
In commercio ci sono pannelli coibenti
di tutti i tipi e tutti i prezzi, si possono usare anche quelli normalmente
utilizzati in edilizia e facilmente reperibili, ma per avere un risultato
discreto bisognerà utilizzare spessori importanti (minimo
4 cm) del migliore disponibile (informarsi presso i rivenditori con schede
tecniche alla mano)
Migliori sono i pannelli in polistirene
a cellula chiusa ed alta densità reperibili più facilmente,
in piccola quantità, presso i produttori di fabbricatori di ghiaccio,
sempre tenendo presente che dovremo raddoppiarne lo spessore.
Anche presso i cantieri si potrà
elemosinare qualche pannello....
Potendo scegliere, é preferibile
fare l'apertura del vano a pozzetto, quindi con "tappo" sulla sommità
del vano, considerando che l'aria fredda tende a stare verso il basso,
avremo meno fuoriuscita di prezioso freddo ogni volta che apriremo il frigorifero.
Un altro vantaggio della apertura
dall'alto é che a barca sbandata non rovesceremo tutto se vogliamo
prelevare una birra fresca.
Per quanto riguarda lo spazio dove
installare il compressore si deve tenere presente, in fase di progettazione,
che questo é collegato all'evaporatore dentro la ghiacciaia, da
tubi, che come abbiamo visto prima permettono la circolazione del gas.
Sono tubi coibentati e non possono
essere molto lunghi sia per non perdere pressione nell'impianto che per
non disperdere troppo.
I tubi sono in rame, si possono
piegare ma con curve non strette per cui il percorso va studiato con attenzione.
Il nostro compressore dovrà
inoltre essere installato in modo da poter ricevere aria per "rinfrescarsi
" un pochino durante il pompaggio del gas, fase in cui si scalda parecchio.
Abbiamo detto che il condensatore
deve sottrarre calore per cui non deve essere caldo, altrimenti ne sottrae
meno e non raffredda a sufficienza il gas che deve arrivare all'evaporatore.
Per tenere raffreddato questo componente se ne sono studiate di tutti i colori. Oggi il mercato offre condensatori la cui serpentina di raffreddamento si può installare fuori scafo (raffreddati dall'acqua) e quindi che necessitano di forare lo scafo, operazione sempre un po' antipatica e che inoltre sottopone la serpentina a rischi di collisione e usura notevoli. Altri condensatori con serpentina raffreddata ad acqua sono disponibili montati all'interno dello scafo ma necessitano comunque di una presa e uno scarico a mare dedicati e naturalmente una pompa elettrica. Un sistema intelligente, prodotto in Svezia, é la presa a mare "ISOTHERM", é una normale presa a mare che può essere utilizzato per esempio per lo scarico del lavello che incorpora la serpentina di raffreddamento del condensatore. Se posizionata a centro scafo consente risultati ottimi (così dicono) ma ha l'inconveniente di non essere facilmente reperibile...io non riuscii a trovarla, e nessuno sapeva cosa fosse! Il sistema più semplice e
che comporta meno interventi sulla barca rimane quindi quello di montare
il condensatore con la serpentina unitamente alla piastra dove é
fissato il compressore e attraverso la ventola (foto 5) costringere l'aria
in un percorso forzato che preveda un ingresso e l'uscita.
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![]() Foto 8 |
E' importante sottolineare che montando
il compressore con il suo condensatore in un vano anche piccolo,
la ventola dovrà lavorare non soffiando aria sulla serpentina ma
sottraendo aria (e quindi calore) dal vano creando un flusso che investa
sia il compressore che il condensatore.
Quindi estrazione forzata con ingresso,dell'aria,
protetto da griglia, in posizione possibilmente opposta all'estrazione.
Il sistema illustrato nella foto
6 invece non prevede la ventola ma il raffreddamento naturale con ricambio
d'aria. E' un sistema che va bene però solo dove abbiamo ampi spazi
arieggiati per installare il gruppo, e non é proprio il caso nostro.
Si tenga inoltre presente che la
ventolina é silenziosissima, lavora in parallelo al compressore
e consuma veramente un'inezia.
Bene, una volta costruito il nostro
vano coibentato non resta che assemblare il sistema.
Abbiamo detto che si può rinunciare all'intervento del frigorista, questo perché si può acquistare il compressore precaricato di gas e che monta, sulle estremità dei tubi che andranno all'evaporatore, un coppia di attacchi rapidi. Una eguale coppia é montata sui tubi dell'evaporatore. Una volta posizionato il tutto, e mi raccomando prima di trovarvi a non poter più passare i tubi perché avete chiuso tutto...basterà con mossa rapida e precisa accoppiare le estremità e avvitare velocemente i dadini di bloccaggio degli attacchi. L'impianto andrà in pressione e il frigo é pronto per l'accensione. L'operazione di accoppiaggio non vi deve preoccupare, é semplice, un filo di gas uscirà comunque ma sarà una quantità insignificante , é calcolata dal produttore. |
![]() Foto 9 |
Per controllare il funzionamento
del frigorifero e impostare una temperatura desiderata si usa inserire
un termostato regolabile.
L'apparecchietto ha la sonda che
é posizionata aderente all'evaporatore vicino all'attaccatura dei
tubi dove si nota nei rilievi della serpentina, un disegno della stessa
a nido d'ape o quadrettato.
la manopola di regolazione ovviamente
deve essere posizionata all'esterno del vano e considerate che deve essere
raggiunta da due fili elettrici.
Per quanto riguarda il collegamento
elettrico per l'alimentazione e il termostato attenetevi strettamente alle
istruzioni allegate al quadretto montato insieme al compressore.
Questo quadretto che poi é
una vera e propria centralina ha anche dei contatti, per fastom da utilizzare
per decidere la velocità (giri) del compressore e per impostare
(con ponticello) per determinare la soglia di intervento per staccare
l'alimentazione nel caso di batteria stanca.
Non mi soffermo sul metodo costruttivo del vano e della relativa coibentazione in quanto, amici costruttori, sono certo che saprete bene come fare, mi limito ad alcuni suggerimenti forse utili.
Il coibente deve ovviamente essere
rivestito per avere una superficie resistente e finita, si tenga presente
che per applicazioni alimentari il prodotto che utilizzerete deve essere
compatibile.
Vanno bene l'acciaio (lucido o opaco)
o, per un lavoro più facile, anche la resinatura tradizionale a
patto di smaltare poi con gelcoat alimentare o altri smalti certificati
alimentari (ce ne sono in commercio facilmente reperibili.)
La cordonatura di raccordo fra le
pareti del parallelepipedo é meglio sia fatta in solido piuttosto
che in sigillante, garantisce più solidità d'insieme e se
fatta per esempio con epossidica e microsfere di vetro garantisce anche
la totale eliminazione di ponti termici.
E' utile predisporre sul fondo del
pozzetto frigo un foro per l'evacuazione dell'acqua di condensa.
A meno che non si rompa una bottiglia
piena, l'acqua non sarà mai molta e potrà defluire tranquillamente
in sentina o addirittura, tramite un tubicino, farla arrivare ad una vaschetta
posizionata sul tubo caldo di uscita del compressore, favorendo così
una naturale evaporazione.
Il tubicino però é
bene che faccia un collo a sifone, che rimarrà quindi sempre pieno
d'acqua evitando in tal modo una via di fuga all'aria fredda.
L'EVAPORATORE.
Esistono fondamentalmente due tipi
di evaporatori: Le piastre normali (come quelle della foto) esistenti in
varia misura per adattarsi al vano, e anche fatte a scatola all'interno
della quale si riesce, se l'impianto é correttamente dimensionato,
a produrre cubetti di ghiaccio, e le piastre eutectite ad accumulo di freddo.
Queste sono delle piastre scatolate
riempite di un liquido particolare che accumula freddo fino a congelare
il contenuto e rilasciare quindi freddo progressivamente.
Quest'ultimo tipo é molto
efficace ma ha l'inconveniente di richiedere una pre-accensione prolungata
e hanno un consumo di corrente importante. Inoltre il loro costo é
assai elevato.
Nel caso non si riesca ad inserire
un evaporatore della misura esistente in commercio nel proprio vano, tenete
presente che la piastra può essere piegata.
Attenzione però, per non
ostruire le canallette di passaggio del gas all'interno della piastra ,
il raggio di curvatura deve essere ampio, almeno 4 cm, e la curvatura deve
essere eseguita dolcemente e progressivamente.
Un buon sistema é quello
di posizionare un tubo, del diametro di 8 cm e di lunghezza almeno pari
alla larghezza della piastra, nel punto di piegatura desiderato e,
tenendolo ben fermo, cominciare a piegare un'estremità della piastra
fino ad avere la piegatura desiderata, normalmente 90 gradi.
COSTI DEL SISTEMA
i costi sotto elencati sono per
un acquisto effettuato direttamente dal produttore che ha offerto oltre
allo sconto del 30% anche l'assistenza e consulenza necessarie, e si riferiscono
al gennaio del 2001 e sono comprensivi di iva
COMPRESSORE 12V Lire
525.000
EVAPORATORE (per vano fino
a 100lt) Lire 46.000
DOPPIA COPPIA DI GIUNTI RAPIDI
lIRE 110.000
TERMOSTATO Lire
23.000
KIT 4 VELOCITÀ + SOGLIA BATTERIA
(kit assemblato nella centralina
del compressore) Lire 12.500
Francesco Costantini
radioflorida@libero.it