RALLY 
di WALTER D'AURIA

 


Tutto ha inizio circa 15 giorni prima, quando l'equipaggio, appena incontratosi, si pone l'obiettivo di partecipare al 6° Rally Velico del Lario con la barca di Massimo, il proprietario. La manifestazione prevede due regate: una pomeridiana, con partenza da centro lago (1° tappa - Pescallo ? Lierna ? Dervio ? Acquaseria), un bordo a sud, lungo qualche miglio e uno a nord, con arrivo in località Acquaseria. La seconda regata parte a mezzanotte (2° tappa ? Acquaseria ? Pescallo ? Acquaseria). Nei 15 giorni precedenti la manifestazione riusciamo a fare un'uscita, con vento prossimo allo zero e impariamo comunque a districarci sul D772, modificato, pieno di sartie e di regolazioni.
Nella rally dell'anno precedente, la barca aveva subito danni per qualche "zero", complice una giornata burrascosa e un equipaggio non proprio esperto ed anche in non buone condizioni fisiche (così mi è stato raccontato). Quest'anno qualcuno si è preso la responsabilità di indicare me come timoniere; l'onere è non è leggero, mi preoccupo di sapere se si è assicurati.
Si parte sabato 7 luglio da Blevio, vicino a Como, per trasferire la barca a Pescallo, dopo Bellagio; la giornata appare incerta, tendente al vento, che quando c'è arriva da Nord, come del resto è tipico nei laghi prealpini. Saliamo a motore e a vela, alternativamente. Arrivati quasi a Bellagio attorno a mezzogiorno, avvertiamo che alcune raffiche saltano il promontorio e con violenza ci obbligano a ridurre, poi ad azzerare la tela, perchè siamo quasi arrivati. Passato Capo Spartivento (ma quanti Spartivento ci sono in Italì?) iniziamo a vedere che il vento è ora da sud ed è impegnativo, sui 20-25 kn, rafficato.
A secco di tela ci facciamo raggiungere dalla organizzazione, che ci assegna il numero e istruzioni; scegliamo di non ormeggiare, sia perchè il porticciolo è esposto, sia perchè non vogliamo correre rischi nel raggiungere il corpo morto e restiamo perciò a motore davanti a Pescallo. Ore 12 circa, la pioggia è violenta ed il lago incavolato; le foto si riferiscono a questa situazione; attorno a noi incrociano due Meteor di una scuola di vela, affidati forse ad allievi in formazione, altrimenti non si capirebbe perchè hanno tutta quella tela.
Le straorze infatti si sprecano, passiamo vicini e chiediamo se va tutto bene, ottenendo risposta affermativa.
Ci fotografiamo ed immortaliamo in tutto questo ben di dio.
Ore 12,30 circa: in un crescendo da manuale, la pioggia è diventata più violenta, insopportabile sul viso, arrivano i primi fulmini ed avanzano da sud, in processione; la barca procede con il solo motore, mostrando il mascone destro, cinque persone di equipaggio sono sedute sopravento, ciononostante la barca è sbandata sotto, al punto che più volte la falchetta è in acqua. L'avanzare dei fulmini, il vento forte (55 kn saranno registrati in una stazione aterra), la visibilità molto ridotta e l'ingovernabilità dell'imbarcazione, sono elementi che ci fanno decidere di scappare a poppa; impressionante fare i 5 kn a secco di tela.

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Gli elementi caratteristici di questa situazione :
i fulmini che avanzavano 
il vento che sollevava l'acqua vaporizzandola 
la visibilità ridotta a qualche metro 
l'altezza delle onde
ci hanno fatto pensare ad un evento eccezzionale, o almeno inusuale. La conferma l'abbiamo avuta quando, mezz'ora dopo, finito tutto, tranne il vento che restava sui 25-30, sono arrivati gli squilli dei cellulari dei famigliari, che ci raccontavano della tromba d'aria scaricatasi su Vimercate.
Bilancio: regata sospesa in attesa di evoluzioni; nessun danno alla barca; un Meteor spiaggiato e distrutto; un altro con perdita di uomo a mare (giubbetto provvidenziale), per fortuna non lontano da riva; altro Meteor con timone spezzato.
Dei 45 iscritti, se ne sono ritirati 25; alla pertenza della regata notturna, iniziata a mezzanotte, 10 partenti. Nel circling prima della partenza decapitiamo una boa luminosa e questo suscita l'ilarità dell'equipaggio, teso per il buio, per la nervosità della barca e per la stanchezza; qualcuno vuole rinunciare, ma per fortuna torna l'equilibrio prima della partenza: Partiamo bene, secondi. Nel bordo di lasco siamo primi (lei plana!) e conduciamo fino alla boa di bolina; poi finiamo quarti per errori tattici e di velatura dopo due ore e quindici dalla partenza.


 
Questo è tutto.
Mi resterà il ricordo di una regata impegnativa ma di notevole soddisfazione, dal punto di vista umano e dal punto di vista tecnico.
Ora ci stiamo preparando per le regate invernali e di certo per l'edizione 2002.
Se qualcuno vuole informazioni tecniche sul bateau, possiamo anche accompagnarle da qualche foto.
Grazie
Walter