0.
Introduzione Questo “corso” rispondere alle
esigenze di chi vuole iniziare a conoscere il mondo della vela, ma
è spaventato dai termini e non ha mai tempo. Un corso con venti
minuti di teoria e un paio d’ore di navigazione, per prepararsi alle
più impegnative (e necessarie) sessioni su piccoli cabinati o
derive sportive, per avvicinarsi ai multiscafi o divertirsi in spiaggia
è la risposta alla richiesta che il velista si sente spesso fare: “Quando mi
porti in barca?”
1.
Obiettivi Questo corso di vela per
principianti s’intende orientato all’introduzione alla pratica della
vela di persone che vogliono avere un approccio diretto con la
disciplina. Si presta ed è stato ideato particolarmente per
piccolissimi gruppi (da uno a tre allievi). Il corso non pretende
d’essere esaustivo, ma vuole dare “materiale” su cui costruire ed
impostare le lezioni teoriche e pratiche, con la giusta dose
d’esperienza alle spalle, per non annoiarsi ed annoiare da subito con
interminabili lezioni di nomenclatura che, senza un minimo d’esperienza
diretta, è inutile. Solo con delle successive uscite in mare,
supportate da un’adeguata base teorica, la preparazione di base del
velista può dirsi completata.
2.
Occorrente Quest’approccio alla vela
solitamente ha luogo interamente in un’intera giornata, facendo leva
sulla semplicità ed intuitività delle imbarcazioni
impiegate e della progressiva difficoltà degli esercizi.
2.1. L’area La zona in cui si tengono le
lezioni deve essere protetta in proporzione inversa alle dimensioni
della barca scuola, ragionevolmente vicino a riva ed in una zona di
vento quanto più disteso possibile. Con le barche “singolo” si
faccia in modo che l’Allievo tenga la costa sottovento. Spesso anche le
aree portuali e i marina tollerano (benché sia generalmente
vietata) la navigazione di una piccola barca in una zona poco
trafficata: questi spazi sono perfetti per le piccole “derive”.
2.2. La barca Particolarmente adatte sono le
“derive”, con particolare riguardo a quelle “singolo”, con sola randa e
il minimo di regolazioni di base ed impegno fisico possibile. Ne sono
splendidi esempi il Laser, l’Optimist (anche per gli adulti) e la
classe Dieci Piedi tra i multiscafi, che non è difficile farsi
prestare o noleggiare a basso costo presso scuole di vela e centri
nautici. Non sono da escludere derive ad equipaggio più
numeroso, o i piccoli cabinati; sempre con la preoccupazione che siano
sinceri e manovrieri al timone, semplici da condurre e dall’aspetto
semplice. Mi sento di sconsigliare barche troppo grandi o ad alte
prestazioni, che a questo livello possono distrarre l’Allievo dagli
automatismi che deve acquisire.
2.3. I percorsi I percorsi indicati negli esercizi
(Capitolo 5) sono stati usati sia con punti di riferimento reali (boe o
gavitelli) già presenti in zona adattando i percorsi, sia
posando opportunamente dei galleggianti, sia mediante riferimenti a
terra. Non è necessario seguire rigorosamente l’ordine,
sarà conveniente sfruttare al meglio moli, strutture
galleggianti o punti cospicui di facile individuazione.
3.
I punti di riferimento
3.1. Il vento Deve essere chiaro che il vento (o
meglio la sua direzione di provenienza) è punto di riferimento
per ogni attività: l’Istruttore non perda occasione per rilevare
l’importanza di questo punto. Cercare di non far usare all’Allievo le
nozioni fuorvianti come “Porto il timone a destra” o “Porto il timone
verso di me” renderà più immediata la comprensione delle
andature, delle manovre e renderà più semplice evitare il
paragone automobilistico del freno, accelero, giro e parcheggio.
3.2. “L’esperto” L’Istruttore sappia procedere per
gradi, facendo trovare l’Allievo di fronte a dover scoprire la
soluzione a problemi via via più complessi (Tipo: “Poggiando
devo cazzare o lascare?”). La comprensione è la miglior forma
d’apprendimento. Nei “singolo” è necessario che l’Istruttore
guidi a voce i primi giri di ogni Esercizio, da un molo o un’altra
imbarcazione. Nelle situazioni con equipaggio, giunti in acque libere
è opportuno che l’Allievo stia quanto più possibile al
timone e/o alla randa, da subito e senza grossi preamboli.
4.
Sei parole fondamentali L’intera teoria richiesta è
costituita da quattro di queste sei parole: le prime due coppie sono
sufficienti a “telecomandare” l’Allievo nel primo giro di ogni
Esercizio, la terza coppia si rende evidente associando la direzione
del vento alle evoluzioni in acqua. Solitamente l’Allievo sale in barca
conoscendo solo le prime quattro e “scoprendo” le altre due. Utile
è usare la nomenclatura corretta durante l’armamento, ma non
ricorrere ad un pedante (e noioso) elenco.
4.1. Cazza / Lasca La prima coppia punta al lavoro
della scotta, solitamente è ricordata più facilmente.
4.2. Orza / Poggia La seconda coppia impegna la barra
del timone e ingombra la testa del principiante. È fondamentale
mostrare all’Allievo la direzione del vento prima di scendere in acqua,
per rendere chiaro cosa significa “Avvicinare / Allontanare la prua dal
vento”
4.3. Vira / Stramba L’ultima coppia spiega la
differenza tra i due cambi di mure, pur non introducendo angolo morto,
mure, abbrivio…
5.
Pratica Nella maggior parte dei casi la
brevissima infarinatura teorica è tenuta durante l’armamento o
in auto, recandosi al luogo prescelto per la lezione. L’armamento
stesso e l’esposizione delle principali norme di sicurezza completano
la preparazione necessaria. È fondamentale far comprendere
all’Allievo la centralità delle parole chiave espostegli, senza
accennare ad altri concetti che lo distrarrebbero. Ogni Esercizio
termina quando l’Allievo dimostra sicurezza e padronanza del concetto
chiave.
5.1. Primo Esercizio Il primo Esercizio prevede di
percorrere un bastone al traverso (Fig. 1) della durata limite di un
minuto per lato, il che permette all’Allievo di familiarizzare con i
comandi del timone, non preoccupandosi assolutamente della regolazione
delle vele. Può essere addirittura richiesto di disinteressarsi
alla scotta, una volta raggiunta la messa a punto corretta, e
concentrarsi sul timone. In questa fase è opportuno comandare da
bordo o da riva l’Allievo per le prime evoluzioni con ordini secchi:
es. “Orza ora!”. Può essere utile, in secondo tempo, portare
l’Allievo a percorrere un “otto” tra le boe per familiarizzare
maggiormente con le virate: anche se ancora il concetto non gli
è stato presentato, riscontrerà l’evidente tendenza della
barca ad “intestardirsi” su una direzione e questo aiuterà la
comprensione in seguito. 5.2. Secondo
Esercizio Il secondo esercizio pone
notevolmente l’accento sulle regolazioni della scotta: lega in modo
diretto “Poggiare – Lascare” e “Orzare – Cazzare”. Una volta accennato
al meccanismo, sarà l’Allievo a cercare di scoprire la giusta
combinazione delle regolazioni lungo il percorso Traverso – Lasco –
Bolina (Fig. 2). È importante che la bolina non sia troppo
stretta e i lati siano ancora una volta da percorrenza massima di un
minuto. Sarà utile agevolare le virate e le abbattute fornendo
punti di riferimento certi e spazio per compiere (e sbagliare) tali
manovre, e richiamare l’attenzione sulla grande regolazione da
eseguirsi alla boa 3. E’ spesso utile far percorrere il percorso anche
in senso inverso, per prendere confidenza sulle manovre da entrambe le
mure. 5.3. Terzo
Esercizio L’ultimo percorso, il bastone al
vento (Fig. 3), è il banco di prova di quanto acquisito in
precedenza. Fondamentale ancora una volta sarà far navigare
l’Allievo senza spiegare l’esercizio nei dettagli e lasciando che si
“inventi” il percorso. Solitamente questo è il momento in cui si
conosce la massima bolina e successivo stallo dopo l’orzata… un po’ di
vigilanza e un “Poggia deciso!” risolveranno il problema meglio di
tante spiegazioni. Accanto alla coordinazione in virata, è
importante porre l’accento sia sulle abbattute in poppa piena a
metà del lato di poppa, sia la scelta dei due laschi, sia il
giro di boa con abbattuta. Alcune persone poi trovano molta
soddisfazione nel ricevere, ad ogni passaggio in boa, il tempo sul
giro. 5.4. Quarto
Esercizio Quest’esercizio può essere
svolto su un percorso o in acque libere: l’attenzione andrà
sulla posizione di stallo prua al vento, sulle due boline e sulla
fermata e ripartenza sfruttando l’angolo morto. Molto spesso gli
Allievi si abbandonano a virtuosismi in questa fase, abbandonata la
concentrazione del percorso. Può essere divertente la
retromarcia, qualche bordo lungo, la circumnavigazione di un molo o di
un punto cospicuo, la prova di scuffia o qualsiasi attività che
aumenti la confidenza dell’Allievo con la barca.
6.
Adesso si fa sul serio… Dopo aver fatto esercizio ed aver
giocato, una volta sistemata e pulita la barca, solitamente è
piacevole sedersi ai tavolini di un bar e rispondere alle domande che
l’Allievo pone di continuo su questa o quella cosa che non ha capito:
portarsi carta e penna è un’ottima idea e ricordarsi di parlare
lentamente e usando solo termini appropriati è ancora meglio. L’Allievo ora è pronto a
capire se vuole “trovare il tempo” per seguire un corso di vela con il
suo attuale Istruttore o rivolgersi ad una Scuola Vela, per completare
la sua preparazione.
7.
Avvertenze
7.1.
Soggetti Nel testo sono indicati i due
soggetti come Allievo ed Istruttore, i principali utenti di questo
corso sono stati amici e parenti, dove la divisione non è
così netta. Si vive il corso come un gioco, in atmosfera di
relax e svago. È caldamente consigliato il coinvolgimento di chi
insegna: nelle barche “singolo” (Optimist, Laser; Europa…) anche
l’Istruttore vada spesso in barca, scambiandosi il ruolo con l’Allievo.
7.2. Sicurezza e comfort Sono caldamente consigliati (oltre
che previsti dalla Legge) giubbotti salvagente, anche nel caso di
buonissime condizioni meteorologiche, soprattutto per i neofiti o
chiunque dia segni di disagio o insicurezza. Sono inoltre
indispensabili una protezione dall’insolazione estiva o dall’ipotermia
nei freddi invernali, un corretto reintegro dei liquidi (acqua minerale
o integratori), e il rispetto dei tempi di digestione dopo i pasti. Per
il mal di mare sono efficaci, oltre ad un’alimentazione asciutta e
moderata, dei cerotti di Scopolamina reperibili in farmacia da
applicare qualche ora prima di fare attività, con le dovute
precauzioni specifiche.