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Sui pulsanti posti in alto alla finestra di disegno, andiamo a cliccare sul pulsante “file” quindi su “print” e poi su “data” per avere la stampa dei dati che abbiamo inserito e quelli calcolati dal programma, oppure su “drawing” per stampare il disegno in scala dell’insieme della vela ed infine su “panels autofit” per stampare i disegni dei singoli ferzi, sempre in scala e con le misure. Se poi avete a disposizione un plotter, cliccando su “panels scale 1” credo che il programma, sia in grado di disegnare anche i ferzi in scala 1:1. Per disegnare i ferzi sul Lankotex ed avendone la possibilità, conviene utilizzare un tavolo di lavoro con il piano in legno e di misure adeguate, anziché stare in ginocchio sul pavimento. Inoltre in questo modo, si ha la possibilità di puntare il Lankotex con delle puntine da disegno , tenendolo ben teso. Per una randa come la mia, ho utilizzato un tavolo da 2,50 x 0,90 metri. |
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La sezione del programma riguardante i rinforzi, nel nostro caso va presa in considerazione solo per l’eventuale forma e le dimensioni da dare ai rinforzi stessi, infatti costruendo la vela in Lankotex che rispetto al Dracon può tranquillamente essere definito un materiale “povero” gli strati di rinforzo, devono essere aumentati. | ![]() |
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A mio avviso ne vanno messi almeno quattro, uno, quello più grande da un lato della vela e gli altri tre a scalare sul lato opposto. Per quanto mi riguarda, ne ho messi appunto quattro, scalati di 30 mm. inoltre ho rinforzato gli angoli con del laminato di carbonio, cucito a mano sulla vela. Per la verità il laminato di carbonio l’ho messo più per un fatto estetico che per le sue proprietà meccaniche. Comunque dalla mia esperienza, ho potuto notare che grazie allo spessore formato dagli strati di Lankotex e dalle due lamine di carbonio, (ma và altrettanto bene anche del compensato o dell’alluminio) la messa in opera degli occhielli metallici, tramite l’apposito attrezzo, è risultata molto più semplice e facile da eseguire. |
Le guaine, ho
preferito costruirle
tutte separatamente alla vela in quanto a mio avviso, si è poi
più facilitati nella loro successiva applicazione, ottenendo
così un lavoro finale più pulito. Per le guaine dell’infieritura e della base, ho proceduto nel seguente modo: Premesso che per infierire la vela, utilizzerò una cima (gratile) da 10mm. di diametro, in quanto la canaletta interna all’albero l’ho realizzata con un diametro di 12mm. Ho misurato lo sviluppo della circonferenza della cima da 10 mm. avvolgendo un pezzettino di Lankotex intorno alla cima stessa ed il suddetto sviluppo è risultato essere di 32 mm. Ho poi considerato una striscia di 20mm per parte da cucire sulla vela e che funge appunto da guaina, quindi ho tagliato una striscia di Lankotex larga 72 mm. ( 32+20+20mm.) e lunga quanto serve, avendo cura di tracciare una linea a 20 mm. dal bordo. Poi ho piegato a metà la striscia larga 72 mm. bloccandola con il biadesivo ed avendo cura di inserire in mezzo alla piega un messaggero, (piccola sagola di circa 2 mm. di diametro) che servirà una volta che la guaina è stata cucita sulla vela, a tirare dentro la cima per il gratile. |
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Successivamente ho provveduto ad eseguire una cucitura a punto dritto, lungo tutta la lunghezza della guaina tenendo come riferimento la linea precedentemente segnata. Ho poi aperto i due lati che andranno cuciti sulla vela, togliendo anche il biadesivo messo in precedenza, per poi applicarne altre due striscioline, una per ogni lato che serviranno a tenere ferma la guaina quando andremo a cucirla sulla vela. (la guaina pronta per essere applicata sulla vela, la si può osservare meglio sulla foto) Per la guaina da applicare alla balumina, invece basta tagliare una striscia di Lankotex larga 40 mm. piegarla a metà ed applicare il biadesivo che servirà ad incollarla sulla vela per poi cucirla. |
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Dopo aver costruito le guaine, ho iniziato a montare e cucire sul giunto i pannelli (ferzi) incominciando da quello di penna e via via fino ad arrivare a quello della base, avendo cura di sovrapporre il ferzo, sempre dallo stesso lato. Una cosa importante, è contrassegnare in qualche modo (io ho utilizzato dei bollini rossi adesivi) il lato della balumina di ogni ferzo, in quanto con i ferzi staccati, è facile perdere l’orientamento e combinare dei bei pasticci. L’importante è che questa sorta di “marcatura” venga fatta prima di tagliare il ferzo e sempre dallo stesso, lato della vela. Poi una volta che la vela è cucita, ovviamente i bollini vanno tolti. Man mano che si procede nella cucitura dei ferzi, il materiale della vela aumenta in modo esponenziale ed ogni volta la cucitura è sempre più lunga e più difficoltosa da realizzare, ma con un po’ di pazienza, si riesce ad ottenere degli ottimi risultati, essendo i due ferzi bloccati insieme con il biadesivo. |
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A questo punto, ho iniziato a
cucire le guaine, partendo da quella dell’ infieritura, per poi
proseguire con la base e la balumina. La guaina della balumina, merita un discorso a parte, in quanto durante la sua messa in opera, ho inserito dentro la piega, un cordino di circa un 3 mm. di diametro per tutta la sua lunghezza. Il suddetto cordino, chiamato tendibalumina o meolo serve durante la navigazione appunto a tendere o a lascare la balumina e quindi a cambiare la forma della randa. Il meolo, come ho già detto, va inserito nella piega della guaina della balumina e sull’angolo di penna e và fissato alla tavoletta o cucito sui rinforzi, mentre sull’angolo di bugna viene strozzato con un apposito strozzatore fissato alla vela. |
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All’altezza del punto di mura dei
terzaroli, l’ho fatto uscire dalla guaina, per una lunghezza di circa
25/30 cm. In modo che anche con la randa terzarolata ho la
possibilità di regolare la caduta della balumina. |
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Una volta cucite le guaine sui tre
lati, ho inserito il gratile attaccando il messaggero che avevo
precedentemente inserito dentro le Adesso è la volta della realizzazione delle tasche portastecche e relative stecche. Secondo quanto appreso dai “sacri” testi, per questo tipo di randa è ottimale l’utilizzo di tre stecche equidistanti e perpendicolari alla lunghezza della diagonale. La lunghezza delle stecche e delle relative tasche, secondo il libro di E. Marino, va calcolata facendo in modo che la parte di allunamento in coincidenza con la stecca, risulti essere un terzo della lunghezza totale della stecca stessa. |
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Ho quindi tagliato un’altra
striscia di Lankotex larga 45 mm. e lunga circa 50 mm più della
stecca con un lato tagliato a mò di imbuto, che serve per
l’inserimento della stecca e dall’altro lato ho ripiegato i 50 mm.
eccedenti, cucendo all’interno un pezzo di
elastico, che ha lo scopo di tenere la stecca, una volta inserita a
forzare verso l’esterno della vela onde evitare la fuoriuscita
accidentale della stecca stessa, durante la navigazione. Per realizzare le stecche, avendo a disposizione un pezzo di laminato in carbonio delle misure adatte, ho provveduto a utilizzare questo materiale, ottenendo così delle stecche “hi-tech”, larghe circa 25 mm. e con uno spessore costante di 2,5 mm. abbastanza flessibili e difficilissime da rompere. |
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Il rinforzo
del punto di scotta del fiocco. |
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Il punto di
mura, sempre del fiocco |
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.. e la penna. |