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Il Salone di Genova 2002
di Luigi Scarnicchia & compagni di merende
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Ebbene SI!
Siamo andati a Zena!
Il viaggio è stata la solita impresa....
La già mitica 127, ora eletta dall'Unesco Patrimonio dell'Umanità, si è comportata come al solito benissimo, a dispetto dei suoi  venticinque anni (eh... cara Fiat..)
Il tempo non è stato proprio clemente... un monsone a Civitavecchia ci ha costretto a viaggiare a venti all'ora e uno (io) teneva il volante, uno (Pio) cercava di vedere la strada e l'ultimo (Ale) sgottava.

Comunque dopo due giorni di viaggio siamo arrivati a Zena. Siccome avevamo deciso di andarci Venerdì perchè Venerdì c'é meno casino, proprio per punirci, ci siamo fatti DUE ORE dal casello alla Fiera e UN'ALTRA ORA per arrivare ad un parcheggio.
Il parcheggio, dovete sapere, a Genova non si affitta ma si compra direttamente.
 

Nel disegno potete vedere me che orgogliosamente mostro l'atto di proprietà del posto macchina in Via Frugoni.

Un signore gentilissimo (forse il Notaio?) ci ha assistito pazientemente nell'operazione di pagamento.
Poi abbiamo trovato una corriera.
Sulla corriera, al sedile alle spalle di Pio si è seduto quello pelato degli Addams che parlava da solo ed era furibondo con sé stesso. Pio non si è mosso di un millimetro ed è stato molto teso..
..finalmente la corriera ci ha scaricato al NAUTICO.!
Siccome le barche esposte al Nautico sono sempre più grandi, l'Ente Fiera ha deciso di ingrandire lo spazio espositivo creando una struttura avveniristica per ospitare quelle più prestigiose.

Il disegno, abbiate pazienza, è incerto e infantile ma vorrebbe evidenziare  che si tratta di barche tutte uguali. Grandi, bellissime, velocissime, elegantissime, esclusivissime, raffinatissime, accessoriatissime, curatissime e.... costosissime!
Qualche giorno fa, un amico mi chiedeva: "ma non andate a Genova? Guarda che aspettiamo la cronachetta...". Io, che un po' l'andazzo l'ho capito, gli rispondevo: "Caro Marco, speriamo di avere qualcosa di cui parlare...".
E, a pensarci bene, dei disgraziati come noi, di che dovrebbero parlare?
Dei vantaggi dei nuovi cambi ZF a due velocità? Del migliorato rapporto peso/cavalli dei nuovi motori Seatek?
..MMMMa fatemi il piacere.....
Comunque se non ci credete che le barche sono tutte uguali, guardate questa foto:

Chiaramente i poveracci come noi si sentono meno che polvere di fronte a cotanta ricchezza...
In questa foto potete vedere due  poveracci (Pio e Ale) che sono rimasti particolarmente colpiti dallo stand (stand? a me sembrava il grattacielo delle Nazioni Unite..) della Ferretti.

Ma andiamo avanti con la nostra visita....
 I gozzi....
Si! adesso vanno di moda i gozzi...Beh , uno potrebbe rallegrarsene... dice: "gli italiani hanno riscoperto un modo tradizionale per andare per mare..."
beata ingenuità. Quelli che vengono chiamati "gozzi" sono degli off-shore travestiti da gozzi. Travestiti, consentitemi, è la parola giusta. Del resto pare che in genere i travestiti riscuotano un certo successo...
L'altr'anno avevo commentato uno di questi "gozzi" disegnandone uno con due missili cruise a poppa. ..e avete detto che esageravo....
Chi pensa che sto esagerando come al solito si contempli questa foto che ritrae quello che c'è sotto la gonna di uno di quelli...

Poi però quando stai per fare un bel sermone sulle tradizioni, d'improvviso ti imbatti in un gozzo vero o almeno una interpretazione "gentile" del gozzo vero;
Questo lo costruiscono a Ponza al Cantiere Parisi. Ne sono orgoglioso anche perchè amo molto Ponza e la vedo spesso (quando è molto sereno) da casa mia e mi fa sognare..
A parte i sogni, questo gozzo mantiene certe caratteristiche tradizionali di barca aperta, molto ben rifinita e motorizzata con una sessantina di cv che ne fanno un mezzo veloce e sicuro ma sempre nell'ambito della "normalità".
 

Le piccole barche (ovvero : Il Sermone)
C'è poi la riflessione che mi ha confidato un amico, Roberto. Dice: A me non sembra di essere un poveraccio...Ho un negozio ben avviato, una bella casa, il camper, insomma non credo di essere una "poveraccio". Ma perchè quando vado a Genova mi devo far venire anche i problemi esistenziali?
E si! Proprio i problemi esistenziali. Perchè uno lavora tutta la vita, cerca di dare un discreto benessere alla famiglia ( e il benessere costa sacrifici) e poi si deve chiedere:"ma allora non ho capito niente?".
In realtà il discorso è un po' più complesso.
A Genova ogni anno che passa mancano sempre più le barche "normali" cioè le barche che si compra la gente normale.
E uno potrebbe pensare che le cosiddette barche normali non si costruiscano più..
Nooo!  E' solo che non possono essere messe in mostra al Nautico.
Con l'eccezione di qualche grande cantiere che ha una produzione che va dal 20' al 56' e di qualche irriducibile appassionato, gli altri cantieri che producono barche piccole non possono permettersi di esporre.
A meno di non voler fare un azzardo e si sa che spesso gli azzardi nel settore nautico si pagano molto duramente.
Ne parlavo tempo fa con un amico, Daniele, che costruisce barche sui 20'. Lui voleva esporre  a Genova. Cominciamo a fare due conti: dai mille ai duemila € per uno spazio a condizioni di assoluto favore, una decina di giorni di albergo (qualcosa appena di più dell'ospizio dei poveri) altri 1500€ e se poi sei un tradizionalista e pretendi di mangiare una volta al giorno allora ci vogliono anche altri 300€. Il trasporto di una barca, un collaboratore perchè è impensabile poter caricare sulle spalle di una persona sola otto giorni di salone, montaggio e spontaggio del tutto ecc, insomma non te la puoi cavare con meno di 8000E€. Se costruisci una barchetta che vendi a 10000€ e per ogni barchetta, se sei bravo, te ne restano puliti 1000€ significa che per le prossime otto barchette ci sei andato pari. Fin qui uno potrebbe anche provarci. Se va male che non vendi una barca allora hai buttato bei soldi e amen. Se invece la tua barca riscuote successo allora cominciano i guai. Sei in grado di far fronte alle richieste? Perchè se uno in fiera prenota una barca di 20' non gli puoi dire che gliela consegni fra un anno. Devi essere in grado di consegnargliela in tempi "normali" , almeno tre mesi, al massimi sei, cioè all'inizio dell'estate prossima. Se il tuo cantiere ha una capacià di una barca ogni quattro settimane allora sei proprio inguaiato, devi ricorrere a terzisti spendendo di più e rischiando molto sulla qualità del prodotto.
Insomma, alla fine se ti poni la domanda "ma chi me lo fa fare?" non hai torto.
Visto così in effetti il problema è notevole.
D'altro canto non è pensabile che abbattiamo lo stand Ferretti per far posto al cantiere Pizza&fichi che espone un paio di gusci di noce. I numeri sono numeri e siccome dietro ai numeri ci sono migliaia di famiglie che ci campano, allora non si può scherzare. L'industria della nautica da diporto in Italia (che è il secondo produttore mondiale per fatturato) pare che dia lavoro a quasi centomila persone. Quindi un'industria del genere ha bisogno di una vetrina. E siccome è un'industria importante anche la vetriva deve essere importante.
Questi in sintesi sono i problemi del Nautico. O meglio. Il Nautico va bene per la sua strada. I problemi  semmai li abbiamo noi che vorremmo poter vedere qualche barche che , magari con uno sforzo, un finanziamentino, ci potremmo anche permettere.
Non aspettatevi che vi dica ; "...ed ecco la ricetta per risolvere il problema!".
Magari potessi...
Forse qualche risposta potrebbero darla i saloni "minori", quelli locali che non hanno pretese.
E'un 'idea... ma solo un'idea perchè poi uno va al Nauticsud ed è un pianto, Il Nautex, lasciamo perdere, il Velashow s'è estinto, al Navalia, bello ma non espongono neanche i cantieri di Venezia, Montichiari ecc ecc ecc.
Spero che qualcuno con delle idee e capacità si faccia avanti e cominci a dare delle risposte perchè se continua così ci giochiamo la nautica minore.
Tanto la tendenza è stare per 11 mesi e mezzo a guardare Sailing Channel o giocare con computer e l'emulatore e per le restanti due settimane a passarle in mare su un charter insieme ad altri 6 o 7 sconosciuti (velisticamente).
Beh.. ALLEGRI !
il sermone è finito...
continuiamo a gironzolare per il salone...
 

Le linee.....
Bel colpo d'occhio le prue di questi Minorquin, imbarcazione moderne compendiate dalla tradizione di Palma di Maiorca, danno un'impressione molto marina....oceanica....

 e che dire della linea del MAS?
deh.. è proprio bella! Da l'impressione di scapparti dalle mani tanto è veloce...Qui non si possono fare altre considerazioni tipo ma è marina? e l'ancora dove la metti ecc ecc. Ahimé, noblesse oblige (si scrive così?).
Sempre in tema di linee, non so se si possa parlare di "classico" riferendosi a qualcosa che più o meno è mio coetaneo ma , a parte queste considerazioni, ve lo devo proprio dire: a me gli scafi di Levi piacciono!
Il padre del "settimo velo" e della "speranzella" continua imperterrito a disegnare belle barche. E un cantiere inglese continua imperterrito a produrle. Tanto di cappello!
 

Anche quest'anno si è fatto notare il Centro Nautico Calasetta (http://www.centronauticocalasetta.com). L'altr'anno c'era la novità del gozzo tris (quello smontabile in tre parti) e la ripresa del Farr 'via col vento' . Quest'anno, oltre a esporre questi esponeva anche un interessante trimarano progettato dall'arch.Lombardi

....
con la randa armata tipo surf.
Aggiungo anche la foto del Farr (winning Cat) che piace tanto a Mario.

Non mi ricordo proprio con chi parlavamo di derive sui piccoli catamarani..Questa risposta della Hobie con il modello Teddy  mi sembra interessante Se una ditta importante come questa ha scelto questo compromesso...

Belle queste due realizzazioni del Mo.Mi con una discreta folla di curiosi e appassionati. Siccome però poi succede che in giro di queste barche se ne vedono molto poche, qualcosa mi fa supporre che questi curiosi  o sono i famosi "perditempo" ( quelli degli annunci: "astenersi perditempo") o sono poveracci come noi...

Quando stavamo per andare a vedere il proa in bambù di G.Mussi è scoppiato l'ennesimo monsone. Risultato: manco una foto. Cercherò di rimediare anche perchè Mario me lo aveva raccomandato..(anche qui, dico ANCHE QUI ci vogliono le raccomandazioni...eh?).
Quindi mi sono perso il proa e tutte le barche ormeggiate in banchina **. Per quelle poco male anche se ci sono un paio di catamarani che mi fanno sognare....tipo il Mattia 51 o 56 ma qui è una questione di superenalotto.
 
  

**[aggiunto dopo: Mario Marti - nostro impareggiabile inviato speciale - si è dato da fare per colmare la lacuna e abbiamo preparato una paginetta tutta per il Proa di Giorgio Mussi]
Segnalo (tra gli irriducibili) il cantiere Ernesto Riva che mette in mostra dei piccoli capolavori

Oltre ad essere costruiti bene e con buoni materiali costano più o meno come analoghe barche in plastica. Siccome molti di quelli che bazzicano su queste pagine un'ideuzza del lavoro per fare certe barche c'è l'hanno..allora caro Sig.Ernesto Riva, mi vuol dire come fa?
Non c'è risposta e temo che il Sig.Riva sia irrimediabilmente "ammalato" di barche in legno...
 
Una delle rare barche piccole è l'R18. Paiardi che lo costruisce (www.paiardi.com) ha sicuramente fatto un grosso sforzo per essere presente al salone e spero vivamente che ne tragga buon profitto. La barca è semplice ed appare costruita bene. Mi dà l'impressione di essere divetente..

Nel frattempo ci aveva raggiunto Walter arrivato via mare col traghetto avendo trovato parcheggio vicino Sanremo (sempre che "venerdì c'è poco casino..").
 
Mentre si passeggiava a guardare cerate il Walter mi cade svenuto folgorato dal "personalino" di una standista di una nota casa di pullover...
Mentre Walter boccheggiava io ho rapidamente preso la macchinetta per farvi partecipi di questa "esperienza". Mentre stavo per scattare (a distanza ravvicinata) la ragazza si è voltata e io mi sono vergognato che mi sarei sotterrato almeno 10m sotto. Mi sono sentito un pervertito tipo compagni di merenda ecc...La foto non ho avuto il coraggio di scattarla e sono scappato via. Riflettendoci dopo mi sono detto che tutto sommato non c'era niente di male se ritraevo le grazie della signorina che del resto se lo meritava e magari le avrebbe anche fatto piacere..ma che devo dire..m'è mancata la faccia....contentatevi del disegnino...

Visto che non c'è molto da vedere (visto..vedere...eh? il giochino...terribile!) ho pensato di dedicarmi ai MOTORI per introdurre una riflessione.
Il MOTORI li scrivo in maiuscolo e il perché lo capite da Voi. Sono l'eccellenza dei Motori. Sono stati fotografati con il cristiano vicino così uno si rende conto della dimensione. Che dire... Sono stupendi! Ma come si fa a chiudere una siffatta scultura in una anonima sala macchina? Io lo metterei in coperta!. .e questa è la prima riflessione. La seconda riflessione è che comunque, senza scomodare neanche un futurista, effettivamente sono sculture, veri capolavori !
E allora.. l'ingegnere, il tecnico hanno battuto l'architetto e il designer?
A me le forme dei condotti di aspirazione dell'Isotta Frascini ricordano certe tavole del Sant'Elia..
 
un CRM 
un Seatek (2 cavalli, dico DUE, al chilo, non so se mi spiego...)
e l'Isotta Fraschini

 
 

e concludendo Vi riporto le consideazioni di Roberto che era andato al salune Lunedì e (per colpa di un mio impegno) mi ha aspettato invano  due ore al cancello:
 

Bella Genova?
Per me è stato un mesto pellegrinaggio tra barche troppo care per essere anche solo sognate.
Le uniche cose degne di nota sono:
- il catboat del cantiere Colombo, già visto tante volte negli anni scorsi ma da sempre piacere (*)
- alcune barche sui 7-7,5m carrellabili (forse si risveglia il mercato su questa fascia più umana?)
-Ho notato un aumento dei multiscafi da crociera, in assoluto sono esageratamente pochi, a comunque molti di più degli anni scorsi.

Considerazione: al di là del pellegrinaggio, vale la pena ritornarci l'anno prossimo?


 
(*) nota mia: quest'anno il Difference era armato anche con un fiocchetto su un bompressino. Ma a che può servire un fiocchetto su un albero non insartiato? Dopo una lunga discussione siamo arrivati alla conclusione che lo hanno messo lì per..... far parlare quelli come noi!

(non avevo una foto ma ho trovato su un vecchio Bolina il disegnino)

Poi sono passato allo stand di Bolina a rinnovare l'abbonamento e Giorgio Casti ci ha anche offerto un bicchiere di vino. Omaggio per l'abbonamento annuale era un distinto coltellino da barca con lama e pungone (pungone? come si chiama quello che serve a aprire i nodi assuccati?).
Io il coltellino da barca non l'avevo avuto mai e adesso  ne sono  proprio orgoglioso e lo faccio vedere a tutti così prima o poi me lo fregano ....
(beata ingenuità....)
 
Il viaggio di ritorno è stato parente stretto di quello di andata.
Alle 18 circa siamo partiti dal parcheggio e verso le 20 e 30 siamo arrivato al casello per prendere l'autostrada.
Abbiamo fatto tappa a Lido di Camaiore dove Sandro e Signora (col collo un pò tirato: erano oltre le 22) ci aspettavano ad un  ristorantino. Ottima cena ed ancora migliore la compagnia. Ci siamo fatti quattro sane risate e siamo ripartiti. 
A Civitavecchia abbiamo ripreso l'ormai consueto monsone, e siamo arrivati a casa giusto un minuto prima che i nostri familiari telefonassero a Chi L'Ha Visto...
ah..dimenticavo.. per la cronaca, Walter, si è ripreso dall'apparizione della standista e adesso sta bene e Vi saluta
Aloa!

testo, foto e disegni  di L.Scarnicchia - diritti riservati - eventuali riproduzioni vanno richieste all'autore