SCARRAFONE LATINO
di Nicola Rainone

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L'albero

Costruire l'albero non è stata impresa da poco, non tanto per il lavoro fatto quanto per le difficoltà tecniche che si sono presentate soprattutto nella realizzazione della canaletta.
Una scelta obbligata (dallo spazio a disposizione per il rimessaggio e dalla richiesta comodità di trasporto) è stata quella di optare per un albero divisibile. Tra le varie soluzioni ipotizzate per la realizzazione alla fine ho scelto quella dell'innesto a baionetta, più difficile da realizzare per le tolleranze in gioco ma più semplice nel montaggio.


Esclusi a priori altri sistemi più o meno semplici, più o meno belli, ho preferito attenermi alla soluzione classica dell'albero con canalette per l'inferitura e base randa, insartiato a 2/3 dell'altezza con crocette acquartierate. In pratica come da progetto.

Come materiale ho utilizzato alluminio anticorodal in tubi da 60mm di diametro e 2mm di spessore. I momenti d'inerzia calcolati per questo tubo sono quasi identici a quelli richiesti dal progetto, che prevedeva un albero a sezione ellittica e rastremato.

Il tubo, in alluminio grezzo, è stato anodizzato presso una ditta di Napoli al costo irrisorio di 19 euro per tre spezzoni lunghi complessivamente poco più di 8m, mentre il costo dei 2 tubi da 6m l'uno è stato di 50 euro.


Nella foto si vede lo spezzone inferiore dell'albero con la canaletta montata.
La costruzione della canaletta è stato lo scoglio più duro da superare. Dopo diverse ipotesi, soluzioni più o meno funzionali e semplici o complicate da realizzare, il problema è stato risolto grazie ad una Azienda di lavorazione metalli che mi ha permesso di realizzarla con delle semplici stecche di 2mm di spessore e larghe 40mm, piegate con pressa a formare il profilo giusto per i due pezzi affiancati che formano la canaletta.


Il profilato di alluminio piegato usato per la canaletta. Per il fissaggio ho utilizzato rivetti in alluminio. Le due stecche della canaletta rivettate al tubo. Nella foto la parte terminale del giunto, dove non è possibile rivettare. Questo, invece, è l'invito di ingresso della canaletta, poco sopra l'attacco del boma.


Il giunto tra i due pezzi dell'albero è ad innesto a baionetta. Ho utilizzato uno spezzone dello stesso tubo del quale ho accorciato la circonferenza con due tagli longitudinali, calcolati in modo da far chiudere la fessura con l'inserimento dello spezzone nel tubo.
Per rinforzare il giunto ho inserito nello spezzone un cilindro di iroko resinato, in modo da scongiurare cedimenti strutturali di questa parte così delicata.

Nella foto si vede il giunto con l'innesto finito. La grossa fessura attraverso la quale si vede il legno è stato un errore di calcolo (volevo creare un solco nel quale far passare i rivetti che fissano la canaletta sull'altro pezzo d'albero), alla fine non mi è servita, anche se facilita l'innesto dei due pezzi.


La parte di tubo che si innesta nell'altro è stata accuratamente carteggiata con carta 400 ad acqua in modo da avere una tolleranza tale da poter facilmente innestare i tubi ma senza alcun gioco tra i due. Il risultato è stato ben oltre le mie aspettative (o timori?), solidità eccezionale, facilità di montaggio e spontaggio, nessun cedimento anche con barca fortemente inclinata.

Nella foto si vede la faccia anteriore (rivolta verso prua) del giunto. Il foro è la sede di una vite, inserita ad albero montato e che serve ad allineare i due tratti di canaletta sui due spezzoni di tubo.


Nella foto si vede il sistema adottato per il piede dell'albero.
La base è costituita da un cilindro di iroko resinato con tessuto di vetro, sotto il quale è avvitata una staffa ad U di ferro zincato e verniciato.

All'estremità inferiore si vedono i fori per il fissaggio alla flangia inox, avvitata sul fondo dello scafo, tramite due bulloni.
La soluzione adottata per il fissaggio non è stata molto felice, per riuscire ad inserire i bulloni nei fori occorre non poca destrezza e fatica. E', questo, un problema che affronterò la prossima stagione con l'apertura verso il basso dei fori che si vedono in foto e il fissaggio permanente dei bulloni sulla flangia dello scafo. In questo modo l'albero si infila ad innesto sui bulloni e viene tenuto in posto dalle sartie che non ne permetteranno la fuoriuscita dalla sede.


Il piede d'albero inserito e fissato all'estremità del tubo. La testa d'albero con il bozzello per la drizza della randa L'attacco delle sartie e la girella per lo strallo


Il supporto a snodo del boma rivettato all'albero. E' stato montato anche il gancio per il punto di mura della randa. Il supporto delle crocette rivettato sull'albero con non poche difficoltà.


Anche le crocette sono autocostruite (ma no?!) con due profilati di alluminio a sezione rettangolare 10x20mm.

Non saranno molto belle a vedersi, non saranno aerodinamiche, ma certamente sono robuste!
All'estremità ho effettuato i fori nei quali ho inserito delle boccole di acciaio fissate con silicone e attraverso le quali passano le sartie. Avendo queste ultime, alle estremità, delle redancie per il fissaggio all'albero e allo scafo, sono state infilate nei fori sulle stecche delle crocette prima dell'applicazione delle redancie, quindi non possono essere sfilate. In pratica ad albero smontato le sartie vengono raccolte a matassa e fissate con nastro adesivo alle stecche. Quando l'albero viene montato si scioglie la matassa e si fissano ai supporti sull'albero e poi, ad albero montato, allo scafo tramite tendicavi.


L'estremità del boma in compensato sagomato e resinato. Per fissare le due parti ho inserito nel disco due grosse viti di ottone che arrivano alle due parti che fanno da supporto alla carrucola in alluminio. Il tesabase verniciato e montato sul boma. La cima va all'interno del boma su un bozzello che permette un rapporto di azione di 1:2 al sistema. Questa è l'uscita della cima del tesabase nella parte sottostante, con bozzello ad incasso e strozzascotte in plastica.


Ecco l'albero montato ed in azione. E' passante in tuga, sulla quale ho ricavato un foro per il passaggio della drizza della randa, che con un rinvio a carrucola fuoriesce nell'angolo in alto a destra dell'apertura di sinistra del gavone per poi andare a legarsi alla galloccia. Nella foto si vede anche il punto di fissaggio del doppio bozzello inferiore del vang.

A destra dell'albero si nota la scotta del caricabasso, mentre l'altra galloccia, a destra nella foto, è quella dove si lega la scotta dell'avvolgifiocco.

Ah, dimenticavo, il bimbo felice sulla tuga è mio nipote!

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