SCARRAFONE LATINO
di Nicola Rainone

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Nella foto una delle uscite in mare dal porticciolo di Torre Vado (LE).

Uscire dal porto a remi è una faticaccia, oltre che essere pericoloso. Soprattutto con un po' di vento è molto difficile tenere la barca (in particolare una barca che pesca pochissimo), anche con la deriva abbassata si ha uno scarroccio che in alcuni casi (quando ad esempio si issano le vele) porta alla quasi totale ingovernabilità.

Quindi sicuramente comprerò un piccolo motore (4 hp?) per semplificarmi la vita e godermi le passeggiate, anche perchè, se è vero che la barca è andata anche con vento impercettibile, rimanere in mare senza vento e dover usare i remi non è cosa bella.


Più che commentare le foto, che parlano da sole, coglierò l'occasione per parlare di alcuni problemi riscontrati, imprevedibili in fase di costruzione e che risolverò entro la prossima estate.

Oltre le varie considerazioni fatte nelle altre pagine, è il caso di accennare ai problemini più piccoli ma non per questo meno importanti, in modo che chi legge queste pagine possa evitare errori grossolani e prevenire questi problemi.

L'uso dell'avvolgifiocco è stato problematico, in quanto se funziona perfettamente nell'avvolgimento altrettanto non si può dire con lo srotolamento della vela. Il problema nasce, probabilmente, da due fattori: la girella sull'albero oppone resistenza in quanto non dodata di cuscinetto, quindi con lo strallo in tensione a volte è difficile farla ruotare; all'altro estremo il rocchetto tende, sotto trazione della cima, a flettersi (cioè si flette lo strallo in prossimità dell'attacco), quindi lavora male e la cima tende a scavallare fuori.

Altra cosa importante è la possibilità di svuotare il pozzetto dell'acqua che, vuoi per la condensa, vuoi per gli spruzzi o le ciabatte zuppe d'acqua, si accumula inesorabilmente.
Io avevo previsto due fori con tappi a poppa ma per una dimenticanza (me ne sono ricordato dopo la verniciatura) non li ho più fatti, rendendomi poi conto della loro estrema importanza.


Altra cosa da rivedere completamente è il timone.
Ho seguito il progetto e devo dire che ha parecchi difetti. Prima di tutto ha ceduto nella parte verso la poppa, negli incollaggi dei due fiancali che reggono la lama. Inoltre è troppo pesante, rendendo scomoda la movimentazione quando viene smontato dalla poppa e poi la barra è troppo lunga (meno male che l'ho accorciata rispetto al progetto!), meglio una barra più corta e una prolunga più comoda.



In questa foto si vede la catenaria formata dal gratile del fiocco rispetto allo strallo. Questo perchè il primo è in cavo tessile, mentre lo strallo è in acciaio e non c'è collegamento tra i due se non alle estremità.

Il problema è risolvibile, forse, regolando in maniera precisa la lunghezza dei due in previsione dell'allungamento del cavo tessile, oppure prevedendo un cavo di acciaio della stessa lunghezza dello strallo anche per il gratile del fiocco.

La necessità di avere due cavi nasce dal fatto che con uno solo sarebbe impossibile l'avvolgimento del fiocco, a meno di non usare uno strallo rigido, che, oltre ad essere difficile da realizzare, sarebbe anche estremamente scomodo da trasportare e montare.

Altro problema che riguarda il fiocco è che, a causa della presenza dell'avvolgifiocco, il punto di mura è molto sollevato rispetto alla coperta, per cui, se si vuole eliminare il problema, o si incassa il rocchetto nello scafo oppure si rinuncia completamente al sistema di avvolgimento.


Nella foto si notano, oltre al già descritto problema al fiocco, le pieghe sulla randa in corrispondenza delle stecche, forse un po' corte.
C'è da dire che il punto di attacco del boma sull'albero è venuto un po' troppo in alto, per cui mi è stato impossibile tendere per bene la randa con la drizza, cosa che potrebbe, almeno in parte, risolvere il problema delle pieghe. Quindi sicuramente provvederò a spostare il boma almeno 15cm più in basso.

Sempre per quanto riguarda la randa, sono risultati deboli gli occhielli per la mano di terzaroli, che, in occasione di un'uscita con vento molto forte e randa terzarolata, hanno mostrato segni di cedimento tra questi e il tessuto. Quindi in questo punto bisogna prevedere dei rinforzi più rigidi del semplice tessuto per la vela, oppure ricorrere alle fettucce passanti come si nota sul fiocco nel punto di scotta.

Infine, ecco alcuni altri provvedimenti previsti per la prossima stagione:
- installazione di profili barabordo (il cemento delle banchine è micidiale!);
- riverniciatura dello scafo con poliuretanica a rullo con fondo adatto;
- taglio di un'apertura sulla cassa di deriva per sbloccarla in caso di insabbiamento;
- installazione delle cinghie nel pozzetto, con vento vivace aiutano;
- rifacimento dei portelli dei gavoni nelle panche, le serrature che avevo montato si sono bloccate con la salsedine;

Per commenti, critiche o quanto altro potete scrivermi all'indirizzo:
nicola.rainone@lagirandola.it

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