La vela che ho costruito ha la forma di un fagiolo e quindi ha senso il nome di MR BEAN che ho dato al mio nuovo trimarano 10′.
La realizzazione che presento in quest’articolo è una vela tridimensionale costituita da una struttura composta da 11 centine che ruotano attorno ad un albero non insartiato. Le centine danno forma ad un tessuto leggero per spinnaker. In questo tipo di vela non è il taglio del tessuto che dà la forma perchè il tessuto riveste semplicemente la struttura che è fatta dalle centine che scorrono sull’albero.
La centina è formata da due parti: la prima a forma di goccia è un sandwich di pvc e carbonio che accoglie due stecche unite in balumina.
Nell’immagine si vede la centina costituita da un elemento a ‘goccia’ in sandwich con un foro ad asola dove un tubo a sez. circolare (albero) può disporsi. In verde le stecche a sez.circolare di diam.4-6mm che sono inserite nelle opportune tasche del tessuto (come in una vela tradizionale). Due tubicini incollati ai bordi della centina dentro le quali scorrono le stecche principali. Un elastico che tiene sempre in tensione il tessuto che circonda la centina. Quando si lascano le due cimette il profilo è simmetrico, quando si lasca la cimetta sopravento e si cazza quella sottovento la centina assume la forma del profilo Naca. E’ logico che con una “goccia” di un’altra forma e con centine secondarie con altre lunghezze si possono avere altri profili. Grazie ai tubicini le stecche possono essere legate sul bordo di uscita e non devono scorrere come ho sempre visto.
La vela può essere issata con una normale drizza ed ha la possibilità, mediante due cimette cunnigham-vang che tendono la vela verso il basso, di posizionarla come si vuole rispetto il centro di deriva.
All’interno delle ‘gocce’ ci sono dei fori che sono fessure sempre più lunghe mano a mano che si va dall’alto verso il basso. In questo modo la vela può essere spostata rispetto l’albero interno.
La centina inclinata che funge da boma sarà la più robusta perchè scatolata , così come la centina di penna. Bastano due paranchini per tensionare il tutto.
Lo svergolamento è perfettamente controllato da due cimette che passano attraverso tutte le centine. Lascandole si crea lo svergolamento desiderato. Se si cazzano , rendono la balumina perfettamente retta. La vela può essere ridotta di superficie con due mani di terzaroli che possono essere prese grazie a cerniere molto robuste. La vela ridotta conserva una forma molto pulita, perchè il tessuto che avanza è nascosto all’interno.
Di seguito alcune immagini delle varie fasi costruttive della vela.
Impressioni sul rendimento della vela:
1) la barca stringe bene, ha lo stesso angolo di un monoscafo.
2) velocità attuale con venti leggeri inferiore a quella di altri trimarani. E’ previsto un miglioramento del profilo naca con uno più “grasso”
3) velocità al traverso/poppa superiore ( secondo me) a quella degli altri ecc. credo perchè uso sempre la modalità laminare e non la semplice spinta sul tessuto.
4) indispensabile avere un segnavento perchè l’ala non da indicazioni sul cambio di direzione del vento o altri segnali tipici delle vele non steccate.
5) la compensazione dell’ala (area a prua dell’albero) ha aspetti positivi come quello di essere meglio disposta di poppa agevolando le strambate ( probabilmente diventeranno un ricordo le straorzate) e non ti fa sentire molto la scotta di randa ( per cui ti dà un falso senso di sicurezza) ma al contrario è molto più sensibile alle onde che fanno ondeggiare l’ala disponendola con angoli a caso rispetto il vento e facendo improvvisamente diminuire la velocità. Quando arriva l’onda (con poco vento) è meglio tenere il boma direttamente con le mani
6) grande senso di sicurezza per il fatto che l’ala si dispone anche a 180 gradi (con baluminina tutta verso prua) sventando eventuali raffiche di poppa e può prendere due mani di terzaroli in navigazione oltre al fatto che si può ammainare.
7) velocità di montaggio avendo boma incorporato e non avendo strallo e sartie.