Osvaldo

Osvaldo è solo un nome di fantasia che ho dato a questa barca, in modo da poter interagire con Lei durante il suo restauro.
Tranquilli!!, non sono diventato matto, è solo che mi piace procedere in questo modo, quando “provo” a riportare al suo splendore giovanile una vecchia barca in legno, in questo caso costruita circa una quarantina di anni addietro.
Questa volta si tratta di un Motoscafo, un Signor Motoscafo con la “M” maiuscola, realizzato dal Cantiere Artigianale Clementoni Ennio di P.Potenza Picena in provincia di Macerata.

E’ stato costruito in compensato marino di mogano, di quello che si usava una volta…a cinque strati e con il certificato del R.I.na.!!

DSCN0028 Io mi ricordo…ero giovane ma mi ricordo!!!
A suo tempo, possedere una barca del genere era come possedere una Lancia Fulvia HF, (quelle che la Lancia ci faceva i Rally) oppure un Duetto dell’Alfa Romeo, giusto per fare qualche esempio automobilistico.

Ma veniamo a noi!!!

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Come ho già specificato sopra, trattasi di una barca costruita in compensato marino di mogano, ovviamente messa male, altrimenti non c’era bisogno di intervenire!!

Messa male specialmente nella parte poppiera, dove era parecchio marcia ed appunto malmessa.

Le murate, a poppa estrema presentavano una forte delaminazione, anche nella loro parte strutturale

Cosi come pure il pozzetto del motore, nella parete dove il motore viene serrato, era completamente marcio, mentre il resto presentava delle piccole ma diffuse chiazze di umidità.

Anche lo specchio di poppa presentava marcescenza diffusa, anche nella sua parte strutturale.

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La coperta poi merita una descrizione a parte, in quanto essendo stata precedentemente carteggiata di brutto e malamente, presentava in alcune zone anche abbastanza estese, l’asportazione totale del primo strato di mogano, lasciando apparire spudoratamente lo strato sottostante…che era, anche lui certamente di mogano, ma con la venatura esattamente perpendicolare a quella del primo strato, insomma non si poteva guardare!!!

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Anche la vernice utilizzata la stagione precedente, non era assolutamente compatibile con quella sottostante e quindi si era staccata un pò dappertutto, creando delle pelli svolazzanti ed antiestetiche e quindi a mio avviso, era consigliabile togliere tutti gli strati di vernice, fino a scoprire il legno vergine e quindi rifare il ciclo completo.

Ho trovato umidità nelle murate, dove queste vanno a formare lo spigolo con il fondo, sempre e solo nella parte poppiera ed in zone abbastanza circoscritte.

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Per quanto riguarda il fondo della barca, al momento non sono in grado di poter dire come sarà il suo stato, in quanto non ho ancora girato la barca, ma da quello che si può vedere dall’interno, non dovrebbe essere proprio malmesso…speriamo bene!!!

Ma adesso…. bando alle ciance e cominciamo a lavorare!! 

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Per prima cosa, in un restauro che si rispetti viene tolta tutta…..
ma proprio tutta, la ferramenta e tutto quello che luccica!!

Bitte, ganci, maniglie, modanature, ruota del timone e perfino la leva accellereatore-invertitore non hanno più segreti per me!!

Dopo aver fotografato e smontato, ho catalogato e messo il tutto da una parte a prendere polvere.

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Adesso la barca ha cambiato aspetto, non sembra nemmeno più Lei….ma lascia trasparire ancora tutta la sua bellezza e si può vedere chiaramente tutta la cura e la passione, con cui tanti anni fa è stata costruita.
Insomma lascia intravedere la sua Anima!!

Piano…piano comincio a smontare la coperta, che come già detto è messa male nel suo aspetto estetico, ma non nella sua parte strutturale.

Infatti è ancora ben ancoratIMG_20151126_145738a al suo supporto, tanto da farmi un po’ tribolare per toglierla, quasi non volesse lasciare lo scafo su cui era stata posizionata.

Per la nuova coperta, visto che a quanto pare non si riesce a trovare (almeno io non ci sono riuscito!!) un foglio di compensato di Mogano del colore e con la venatura compatibile con quello che stavo togliendo, ho pensato…credo a ragione di realizzarla con uno strato di compensato marino di okumè dello spessore di 4 mm. sul quale andrò poi ad incollare con resina epossidica addensata con silice pirogenica, un foglio di massello di Mogano Sapeli dello spessore di circa 4 mm. che una volta carteggiato, si ridurrà a circa 3/3,5 mm.

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Ovviamente questi fogli di massello saranno più di uno, ma saranno rigorosamente ricavati tutti dalla stessa tavola.

La vecchia coperta invece, era stata costruita a settori, montati in modo speculare sia sulla dritta sia sulla sinistra.
Partendo dalla prua ho smontato un settore per volta a dritta e a sinistra e procedendo verso poppa, prima di togliere quello successivo, ho provveduto ad incollare il foglio di compensato di okumè.

Con questo sistema, ho evitato di togliere la coperta tutta in una volta, cercando di prevenire un eventuale, ma possibile movimento di svergolatura dello scafo.

Con queste vecchie Signore, bisogna andarci cauti e tenere conto di tutto…sono permalose e difficili da maneggiare!!

continua……

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